Dimensionamento scolastico, la Corte Costituzionale boccia il ricorso della Sardegna. Valditara: “Bene così, legittimo il nostro operato”

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La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 168/2024, ha respinto la legge della Regione Sardegna volta a mantenere inalterato il numero delle autonomie scolastiche per l’anno 2023/2024.

La legge regionale, secondo i giudici costituzionali, si pone in contrasto con la normativa statale che fissa il numero di dirigenti scolastici, creando un disallineamento tra organico e istituzioni scolastiche. La Corte ha ribadito che la competenza in materia di “norme generali sull’istruzione”, inclusa la determinazione del contingente dirigenziale, spetta allo Stato.

La sentenza, richiamando la precedente n. 223/2023, conferma comunque il ruolo delle Regioni nella definizione del tipo e dell’ubicazione delle scuole, nell’istituzione di nuovi plessi e nell’aggregazione di quelli esistenti, in base alle specifiche esigenze territoriali. Tuttavia, tale autonomia regionale deve necessariamente operare entro i limiti del contingente dirigenziale stabilito a livello nazionale. La legge sarda, ignorando questo vincolo, è stata giudicata incostituzionale, violando il principio di corrispondenza tra dirigenti e istituzioni scolastiche e interferendo con la competenza statale sul pubblico impiego.

Sui social interviene il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: “La Corte costituzionale ha ridato ragione al Ministero dichiarando la illegittimità costituzionale della legge della Regione Sardegna n. 2 del 2024, che prevedeva l’avvio di una procedura per il mantenimento di tutte le autonomie scolastiche esistenti nell’anno scolastico 2023-2024. Dopo che il Tar Lazio ci ha dato ragione sulle graduatorie del concorso straordinario a presidi, e il Consiglio di Stato sul regolamento per il liceo del Made in Italy, ancora una volta si conferma la correttezza dell’azione del Ministero, con una importante sentenza della Corte costituzionale in materia di dimensionamento. Nonostante le polemiche strumentali delle opposizioni”.

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