Dimensionamento scolastico, il Ministero: “Meno reggenze e più efficienza amministrativa. Con i risparmi incrementi al Fondo per valorizzare il personale”
Si è svolto alla Camera, presso la Commissione Istruzione e Cultura, un Question time che ha visto diverse interrogazioni per il Ministero dell’istruzione. A rispondere la sottosegretaria Paola Frassinetti, che ha parlato anche di dimensionamento scolastico.
A sollevare la questione Gaetano Amato, del M5S, che partendo dalle linee programmatiche annunciate dal Ministro dell’istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, tocca poi la disposizione presente proprio in legge di bilancio 2023 in fase di approvazione definitiva in Parlamento.
Il deputato chiede dunque “quali siano i reali intendimenti del Governo in relazione alla valorizzazione dei dirigenti scolastici e dirigenti ammnistrativi (dsga), nonché del personale docente, educativo e amministrativo, anche alla luce delle preoccupanti conseguenze del dimensionamento della rete scolastica“.
La risposta della sottosegretaria Frassinetti, parte dal rinnovo contrattuale del personale scolastico:
“Mi preme anzitutto chiarire che questo Esecutivo, sin dal primo giorno del suo insediamento, ha perseguito l’obiettivo di garantire al personale del mondo della scuola il giusto riconoscimento per la dignità del lavoro svolto quotidianamente. Il rinnovo del contratto, a condizioni migliorative e in poche settimane, che introduce gli incrementi da parecchio tempo attesi da oltre 1 milione e 200 mila lavoratori del comparto scuola, è la conferma evidente di quanto affermato.È, questo, un primo incontrovertibile dato di fatto che testimonia l’attenzione del Governo circa l’esigenza di valorizzare le straordinarie professionalità del mondo della scuola“.
“Ciò posto – prosegue Frassinetti – non si vede un collegamento tra questo obiettivo – che è fermamente perseguito dal Governo – e il diverso tema, evidenziato nel presente atto ispettivo, della riforma del dimensionamento scolastico che, come noto, costituisce uno specifico obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) da raggiungere entro il 31 dicembre 2022. Infatti, corre l’obbligo precisare che tale riforma – lungi dal prevedere qualsivoglia chiusura di plessi scolastici nonché dall’intaccare la dotazione organica attuale dei dirigenti scolastici e dei DSGA – ha l’obiettivo di parametrare il numero delle autonomie scolastiche alla popolazione studentesca regionale, e non più, come in passato, al numero di alunni per singola istituzione. Ne discende che la riforma consentirà alle regioni di procedere in piena autonomia a una pianificazione, a livello locale, adeguata alle esigenze del territorio e, contestualmente, al Ministero di programmare un piano di assunzioni sulla base dell’effettivo fabbisogno, tenuto conto del personale attualmente in servizio e della stima delle cessazioni per i prossimi anni“.
La sottosegretaria continua: “Il sistema introdotto dalla riforma si prefigge, altresì, di ottenere un abbatti- mento delle reggenze attribuite ai dirigenti scolastici e della consuetudine di condividere tra più scuole i direttori dei servizi generali e amministrativi, nonché il miglioramento dell’efficienza amministrativa e ge- stionale. Va da sé che – come espressamente previsto dal PNRR – la programmazione del numero delle autonomie scolastiche non potrà non tener conto dell’andamento anagrafico della popolazione studentesca, che, al momento, soffre di una previsione di decremento su base decennale“.
Frassinetti ricorda: “la nuova disciplina consente di prevedere risparmi di spesa che confluiscono in un Fondo, costituito nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione e del merito. Al riguardo, ritengo che un punto qualificante dell’impianto complessivo sia proprio la possibilità di reinvestire in modo strutturale le suddette risorse a favore del sistema scolastico per valorizzare proprio le categorie di soggetti menzionate nell’interrogazione. Ricordo, infatti, che tra le finalità del predetto fondo vi è, tra le altre, proprio quella di incrementare il Fondo Unico Nazionale della dirigenza scolastica ed il Fondo integrativo di istituto, anche con riferimento alle indennità destinate ai direttori dei servizi generali ed amministrativi“.
La replica di Amato (M5S): “Così le reggenze si creano, non si eliminano”
La replica di Gaetano Amato: “l’accorpamento di cui parla l’articolo riduce, di fatto, la dotazione organica perché se su due plessi diversi ci sono due dirigenti scolastici, a seguito dell’accorpamento uno dei due dovrà necessariamente rinunciare alla posizione. La reggenza in questo modo non si riduce, ma si crea, perché un dirigente scolastico non potrà essere presente in due comuni contemporaneamente“.