Dimensionamento scolastico, Frassinetti: “Si basa sulla popolazione studentesca regionale, non ci saranno chiusure di plessi e abbiamo tutelato gli ATA”

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Il Sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti risponde a una interrogazione parlamentare di Maria Domenica Castellone (M5S) in relazione al dimensionamento scolastico. Secondo la senatrice, il dimensionamento che sta creando grossi problemi sia in termini di didattica che di riorganizzazione del lavoro. Il Sottosegretario ha affermato che la riforma del dimensionamento scolastico deriva direttamente dalle disposizioni del PNRR. L’obiettivo è adeguare la rete scolastica alla variazione del numero degli studenti, evitando una distribuzione non più coerente con l’andamento demografico e come l’implementazione di questa misura sia un obbligo dello Stato italiano, essendo vincolata all’erogazione delle risorse previste dal Piano.

Superamento delle reggenze e nuovo modello organizzativo

In precedenza, il numero delle istituzioni scolastiche era stabilito in base a un rapporto tra scuole e studenti, con soglie minime di riferimento. Gli istituti con un numero inferiore di iscritti venivano gestiti attraverso il meccanismo delle reggenze, ossia l’assegnazione temporanea della direzione a un dirigente già in carica presso un altro istituto. La riforma, ha ricordato il Sottosegretario, mira a ridurre questa prassi, aggravata da un provvedimento del 2020 che aveva abbassato ulteriormente i parametri per l’istituzione di scuole autonome.

Il nuovo modello non prevede più una soglia rigida di riferimento, ma si basa sulla popolazione studentesca regionale. “Non è prevista la chiusura di plessi scolastici, – ha tenuto a precisare Frassinetti – bensì una redistribuzione che possa garantire una pianificazione pluriennale più stabile.

Il ruolo delle Regioni e le misure di accompagnamento

Per agevolare la transizione, il Governo ha stanziato 25 milioni di euro per gli anni scolastici 2024-2025 e 2025-2026, al fine di consentire alle Regioni con maggiori difficoltà di mantenere un numero superiore di autonomie scolastiche rispetto a quelle previste inizialmente. Sono state inoltre introdotte misure aggiuntive, tra cui:

  • possibilità di istituire classi senza il requisito del numero minimo di studenti;
  • tutela del personale ATA per il 2025-2026;
  • nomina di un docente vicario nelle scuole oggetto di dimensionamento.

Assunzioni e stabilizzazione del personale dirigente

Un altro effetto della riforma riguarda la programmazione degli organici dei dirigenti scolastici, con l’obiettivo di ridurre il numero di reggenze e migliorare l’efficienza amministrativa. Grazie alle nuove modalità di gestione, negli ultimi due anni sono stati banditi due concorsi per dirigenti scolastici, che hanno portato:

  • all’assunzione di 563 dirigenti nel primo anno;
  • alla previsione di 587 assunzioni per l’anno successivo, garantendo una copertura dell’organico.

Prospettive future e confronto con le Regioni

Il Ministero ha già avviato un dialogo con la Conferenza delle Regioni, ha anticipato il Sottosegretario, per valutare eventuali aggiustamenti in vista dell’ultimo anno di applicazione della riforma. “L’obiettivo – ha concluso – è assicurare che il processo di dimensionamento risponda alle esigenze del territorio, mantenendo al contempo il rispetto degli impegni presi con la Commissione europea.

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