Dimensionamento, per Anief va fermato: mette a rischio l’attuazione del Pnrr. Il presidente Pacifico lo dice al Ministero: come si fa a non avere contraccolpi in centinaia di istituti che perderanno l’autonomia?

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“Ci sono scuole che hanno avuto finanziati i progetti del Pnrr per tre anni, ma che secondo gli accorpamenti previsti dal dimensionamento ora previsto, a metà percorso perderanno la loro autonomia: quindi saranno altri istituti a gestire quei fondi. Non vi sembra un paradosso? Non pensate che tutto questo possa creare dei contraccolpi?”.

A sottolineare l’incongruenza è stato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso dell’incontro svolto tra le organizzazioni sindacali e i dirigenti del Ministero dell’Istruzione e del Merito, svolto presso il Salone dei Ministri del dicastero di viale Trastevere, per fare il punto della situazione sul dimensionamento scolastico alla luce delle novità incluse nel decreto Milleproroghe che riduce momentaneamente di oltre 150 scuole il numero di accorpamenti ma conferma gli altri centinaia previsti dalla legge di bilancio 2023.

Il leader dell’Anief ha ricordato che “il Pnrr prevedeva di superare il concetto numerico delle scuole autonome determinate in base al numero di alunni iscritti e del numero di classi. Invece, ci siamo ritrovati con la Legge 197/2022 che peggiora i criteri della Legge 111 del 2011, addirittura passando da un minimo di 600 a 900 alunni iscritti. Io però non mi voglio rassegnare all’idea di subire questi vincoli, perché c’è stata anche una sentenza della Consulta che dice il contrario. Sarebbe bene rivedere questo con la Commissione Europea, in futuro in fase di ridefinizione degli obiettivi. Le attenzioni al territorio e ai bisogni degli alunni non possono essere sistematicamente bypassate dalle difficoltà economiche del governo di turno”.

Il presidente del giovane sindacato ha quindi ricordato che “con il decreto Milleproroghe abbiamo introdotto all’articolo 51 un comma che ci dice che per quest’anno possiamo salvare il 2,5% delle sedi: si tratta di oltre 180 sedi, però bisogna comunque risparmiare dalle reggenze. Allora potevano benissimo essere confermati dirigenti in servizio, senza darle per nuovi incarichi? Mi sarebbe piaciuto che fosse rimasto lo stesso dirigente scolastico piuttosto che affidare la sua scuola a reggenza che poi sarà affidata a un altro dirigente scolastico. Anche per evitare di compromettere i progetti del Pnrr, sarebbe stato bene che dirigenti scolastici fossero rimasti al loro posto per tutta la durata del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un docente incaricato o un project manager di un determinato progetto, a nostro avviso non dovrebbe essere cambiato con facilità”.

Il sindacalista autonomo ha annunciato che l’Anief “cercherà di agire anche nel dibattito del decreto Milleproroghe proponendo al Parlamento di modificare questa norma per cercare di salvare più dirigenti possibili. Ricordo anche l’intervento della CISL su quello che è stato fatto a livello regionale rispetto per tutelare le scuole montane e delle piccole isole, scuole dove c’è un alto flusso migratorio e quindi con problemi anche legati alla didattica e alla lingua. Anche molte di queste sedi hanno perso la presidenza e l’autonomia. Invece si dovevano tutelare”.

“Sarebbe bene – ha continuato Pacifico – anche avere un’informativa sul decreto di ripartizione delle risorse e il riparto delle economie di spesa: c’è poi anche una sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittimo l’articolo 1 comma 558 terzo periodo laddove il decreto non abbia acquisito il parere della Conferenza unificata. A me piacerebbe sapere concretamente questi soldi quanti sono e se la Conferenza unificata abbia espresso il suo parere, perché altrimenti quella norma, già dichiarata incostituzionale, sarebbe ancora meno praticabile”.

Il sindacalista autonomo ha quindi ricordato che “più di qualche collaboratore scolastico non ha voluto prorogato il suo contratto collegato al Pnrr: sarebbe bene che invece si confermi. Come riteniamo che anche migliaia di assistenti tecnici e amministrativi abbiano il loro contratto. Perché tutti questi lavoratori sono stati mandati a casa dopo il 31 dicembre 2023? Anche perché ci sono deversi milioni di euro finanziati per questo scopo, almeno fino al prossimo 15 aprile. Come sarebbe bene dirottare anche altre economie di spesa su questi contratti, ancora di più perché il legislatore aveva previsto di inserire questo genere di contratti in diversi capitoli di spesa, non un uno solo”, ha concluso Pacifico.

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