Digitale a scuola: è una risorsa o un limite? Giuliano: “PNRR una occasione da non perdere. Ecco la mia proposta”. INTERVISTA

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I fondi del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza possono essere una svolta sul piano della formazione scolastica? Ne abbiamo parlato con Salvatore Giuliano, Dirigente Scolastico dell’IIS Majorana di Brindisi.

Professor Giuliano, il PNRR rappresenta una grande opportunità per la scuola anche dal punto di vista della formazione. Il vostro istituto è un importante polo formativo, come state strutturando la formazione in funzione dei fondi a disposizione?

Condivido, il PNRR per la scuola è una importantissima opportunità che tutte le scuole stanno cercando di cogliere al meglio e di renderlo agito in chiave di miglioramento delle strutture e per attuare formazione. Noi del “Majorana” di Brindisi, come polo formativo, siamo titolari di due grossi progetti, uno sulla formazione del personale sulle metodologie didattiche e un altro che riguarda tutto il personale della scuola sulla transizione digitale. Sono due grossi progetti che ci vedono impegnati sulla loro attuazione e che andranno avanti fino al 31 dicembre 2024.

Lei parlava del progetto di transizione digitale che si rivolge a tutto il personale della scuola, quindi non solo ai docenti. Quanto è importante coinvolgere tutte le persone che vivono il mondo della scuola?

A mio avviso è importantissimo. Il cambio di paradigma che riguarda l’introduzione del digitale con cognizione di causa, come strumento che possa migliorare l’efficacia e l’efficienza di una organizzazione scolastica e come strumento che possa migliorare la pratica didattica quotidiana, quindi gli apprendimenti dei nostri ragazzi, sono aspetti decisamente importanti. Le risorse sono tante, così come le opportunità formative, e quindi per poter cambiare a tutto tondo un’istituzione scolastica rendendola più efficace ed efficiente, come ho detto in precedenza, ma anche più significativa nel ruolo che un’istituzione scolastica ha, vale a dire quello di promuovere gli apprendimenti, la formazione e la tecnologia rivestono un ruolo determinante.

Tra gli obiettivi della formazione non c’è solo quello di migliorare l’offerta formativa, ma anche una forte azione di contrasto alla dispersione scolastica. Come si conciliano i due aspetti?

In estrema sintesi possiamo dire che se i ragazzi stanno bene a scuola la dispersione scolastica si combatte seriamente. Provo a citarvi il nostro dato dal quale emerge che non abbiamo dispersione scolastica, mentre magari in altre realtà, soprattutto quelle del sud al quale orgogliosamente appartengo, hanno cifre relative ai tassi di dispersione scolastica a due cifre, quindi superano il 10%. Ripeto, noi abbiamo un tasso di dispersione pari a zero e questo perché abbiamo investito, nel corso degli anni, in una rivisitazione delle metodologie didattiche, nei tempi e spazi di apprendimento. Credo che tutte queste esperienze maturate, da diverse istituzioni scolastiche, adesso con il PNRR, quindi con importanti risorse date ad ogni istituzione scolastica, possano essere messe a sistema. Fermo restando che poi ogni istituzione scolastica, in virtù dell’autonomia che le è riconosciuta, dovrà intraprendere le migliori strategie che ritiene opportune. Ritengo, però, fondamentale la formazione del personale, docente in maniera particolare e di tutto il personale della scuola. Su questo siamo fortemente impegnati.

Il digitale un po’ spaventa, nella scuola si registrano diverse resistenze verso quello che è considerato un uso massiccio delle tecnologie. Lo stesso Galimberti invita a usare meno il computer ritenendo che svilisca l’intelligenza. In una società che andrà sempre più verso il digitale, dove le intelligenze artificiali avranno sempre più voce in capitolo, il digitale a scuola è una risorsa o un limite?

Il digitale a scuola è uno strumento e come tale deve essere approcciato, utilizzato e conosciuto. Nessuno può pensare che la tecnologia e il digitale possano sostituire i protagonisti di un percorso di insegnamento e apprendimento, non sostituisce le persone. Dicevo prima che è uno strumento che se utilizzato con cognizione di causa può significativamente migliorare gli apprendimenti, ma non è una soluzione che va a sostituire un qualcuno o un qualcosa, la tecnologia è una soluzione che integra il lavoro che viene normalmente svolto. Nel momento in cui lo si utilizza con intelligenza offre delle opportunità che diversamente non verrebbero offerte. Questo dobbiamo prendere come esempio, non possiamo pensare che la tecnologia da sola possa risolvere problemi di un percorso o di un sistema educativo, non solo quello italiano ma di qualsiasi altro paese. Tuttavia non possiamo far finta che ciò non esista, dobbiamo prenderne atto, prenderne coscienza e utilizzare lo strumento per promuovere momenti di collaborazione, di cooperazione e di creatività, che è enorme nei nostri studenti. Se facciamo questo il digitale diventa importante, questa è l’esperienza che mi piace condividere con lei e con tutti i vostri lettori. Mi piace poi affermare che la tecnologia debba diventare quasi trasparente, nel senso che non deve essere l’aspetto determinante in un dialogo educativo, ma deve essere uno strumento quasi trasparente. Se si va verso questo obiettivo, se si raggiunge questo obiettivo, vi posso garantire che la dispersione diminuisce perché migliora lo star bene a scuola, aumentano e migliorano i risultati di apprendimento e soprattutto i ragazzi diventano protagonisti del loro percorso di apprendimento. Questa è la mia esperienza, ci credo fermamente e tutti coloro che si sono rivolti a noi in questi anni, circa 50.000 docenti dal febbraio 2020, ci hanno dato questo riscontro estremamente positivo. Oggi il docente ha bisogno di capire, per poter eventualmente anche rimuovere qualche preconcetto o qualche pregiudizio, come convenientemente può utilizzare la tecnologia nella sua pratica didattica quotidiana. Questo abbiamo come obiettivo in qualità di polo formativo ed è questo l’obiettivo che stiamo raggiungendo da un paio di anni a questa parte.

Chiudiamo con un’ultima domanda. La metodologia interdisciplinare STEAM rappresenta un grande svolta in ambito educativo, in fondo si pone rimedio alle critiche di chi, come Edgar Morin, aveva molti dubbi sulla scuola nella sua forma di spacchettamento della realtà in compartimenti che poi sarebbero le singole materie. Quanto è importante questo approccio e a che punto siamo a livello nazionale?

Condivido pienamente e dobbiamo uscire dalla logica dei compartimenti stagni. Quindi non dobbiamo più lavorare con la logica dei compartimenti stagni, vale a dire che una disciplina è un compartimento, un’altra disciplina ne è un altro e così via, bisogna creare momenti di interdisciplinarità, di pluridisciplinarità. La metodologia STEAM, che è un acronimo che racchiude le scienze, la tecnologia, l’arte e la matematica, hanno il grande vantaggio di prevedere al suo interno, nella sua costituzione stessa, momenti di interdisciplinarità. Quindi gli studenti affrontano un tema, lo discutono e lo affrontano da un punto di vista pluridisciplinare, di questo c’è un gran bisogno. Tanto si sta facendo nel nostro paese, tanto si è fatto, ma tanto ancora resta da fare, un dato fra tutti riguarda la bassa affluenza delle studentesse negli studi in ambito scientifico. È un dato che sta migliorando, negli ultimi anni è incrementato, ma ripeto ancora bisogna fare. A tal proposito voglio rivolgere l’attenzione alla lettera “A” (Arte) dell’acronimo STEAM, perché è così importante che insieme alle altre lettere dell’acronimo contribuisce anche a rendere agita la parità di genere, la parità di trattamento tra uomo e donna in termini di condizioni lavorative. Questi sono dati che non dico io, ma che attingo dalle statistiche e dalle ricerche. La scuola sta facendo tanto, tanto ancora c’è da fare e ben vengano questi finanziamenti, nel corso degli ultimi anni in maniera particolare, e queste opportunità sono state concesse e date alle istituzioni scolastiche per poter investire negli STEAM, mi riferisco a spazi e strumenti per le STEAM di cui quasi tutte le scuole che ne hanno fatto richiesta hanno beneficiato ed in particola della formazione STEAM. A tal proposito, parlando di formazione, colgo l’occasione per invitare tutti coloro che sono interessati ad un appuntamento di formazione gratuita per i docenti che si svolgerà al “Majorana” di Brindisi i prossimi 17 e 18 giugno. Tra i vari argomenti tratteremo anche le metodologie STEAM, ma soprattutto tratteremo le metodologie didattiche spaziando dall’infanzia fino alla secondaria di secondo grado, in pratica un workshop per tutti. La ritengo una grande opportunità per potersi confrontare con colleghi provenienti da ogni parte d’Italia, iscriversi è facilissimo, basta andare sul sito della nostra scuola.

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