Didattica a distanza, strategie e limiti
Ora più che mai si sente l’esigenza di sviluppare un tipo di didattica che si possa fruire anche a distanza, ovvero tramite l’utilizzo di nuove tecnologie digitali che si basino sul web o sull’IoT (Internet of Things).
Complice anche l’introduzione della banda larga e del 5g, ormai una scuola a distanza è possibile, reale e una sfida da migliorare sempre più, tanto che il PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) ha persino istituito un “Challenge Prize” per la scuola digitale (i “Challenge Prizes”, noti anche come “inducement prizes”, o premi “incentivo”, offrono una ricompensa in denaro a chiunque riesca più efficacemente a rispondere ad una particolare sfida).
Lezione sincrona in audio/video conferenza
Si cerca dunque di andare oltre alla mera lezione frontale in webinar (es. con Skype), che già rappresenta una realtà ampiamente consolidata: il futuro sta nel migliorare anche una serie di piattaforme atte ad arricchire la formazione dei discenti con strumenti multimediali.
Non a caso, l’agenzia INDIRE, dopo anni di ricerca, ha recentemente realizzato e sperimentato prodotti dedicati a docenti e studenti, come i mondi virtuali online (es. tramite l’uso della Virtual reality o l’Augmented Reality), suite di modellazione grafica per la creazione di oggetti per la stampa 3D, percorsi didattici per l’utilizzo pratico di nuove tecnologie in classe come il Coding e la Robotica Educativa (quest’ultima, a scuola è prevista dalla Direttiva 93 del 30.11.2009 e nel decreto 851 del 27/10/2015 PNSD).
Ma già da anni ormai si utilizzano piattaforme di e-learning o LMS (learning management system) come Moodle o EdMondo, soprattutto nelle Università: esse rendono possibile l’insegnamento da lontano non soltanto in casi di urgenza come quelli che si stanno sperimentando in queste settimane (ed esempio in Cina), ma anche per coloro che non abbiano la possibilità, per sempre o solo per un breve periodo di tempo, di frequentare le lezioni (es. gli alunni ospedalizzati).
Strategie trasmissive asincrone e istruzione programmata
I docenti più avvezzi all’uso di smartphone per la registrazione vocale, da tempo utilizzano i podcast per registrare le proprie lezioni e lasciarle in libero accesso a chiunque dei propri alunni voglia risentirli in un secondo momento.
Stessa cosa dicasi per i blog, che molti docenti aggiornano costantemente postando un link delle proprie lezioni in un sito (personale, della scuola ecc) o sul registro elettronico, e persino sui social network, che permettono di raggiungere facilmente chiunque grazie alle notifiche push (ad es. dei gruppi di Facebook).
Uno spazio dove invece poter conservare e inviare tutti i lavori al docente è sicuramente il cloud (GDrive, Dropbox ecc), che permette inoltre a gruppi di studenti di lavorare colletivamente allo stesso documento, così come i Wiki (siti web, come il noto Wikipedia, basati sullo stile collaborativo delle pagine, che sono open source e aperte a più persone), che permettono la scrittura in maniera intuitiva attraverso un editor WYSIWYG (What you see is what you get).
I limiti della didattica a distanza
Ovviamente, l’ostacolo principale da superare quando si parla di didattica a distanza è una dinamica diversa rispetto a quella che avviene durante l’insegnamento in presenza, il che porta a:
– Minor presenza di feedback da parte degli allievi.
– Difficoltà del docente a saper gestire i passaggi temporali in classe.
– Un’eterogenea competenza multimediale degli alunni.
– Socializzazione difficoltosa.
– Maggior possibilità di distrazione.
Per far fronte a queste difficoltà, è importante una formazione del personale docente fornita dalle istituzioni preposte alla digitalizzazione della scuola, ma è anche importante far abituare gli studenti ad assistere, ogni tanto, a e-seminar, di modo che prendano dimestichezza con i tempi e le modalità della fruizione di una lezione a distanza.
Un modo per risolvere il problema dell’eterogenea competenza multimediale degli alunni è quello di sperimentare il più possibile metodi di didattica digitale o online durante l’anno e in maniera sistematica, per incanalare le conoscenze digitali degli studenti in questo senso, e allo stesso tempo livellarle.