Didattica a distanza: gli insegnanti stanno danno il massimo. I 5 motivi a favore dell’apprendimento on line
Ristori formativi? DaD? Valutazione? Abbandono scolastico? Cosa sta cambiando nella scuola italiana? Cosa chiedono gli insegnanti? E cosa sarebbe utile, davvero, agli studenti? Ma andiamo per step in questa analisi che, ieri, è stata al centro di un dibattito sui canali on line di Orizzonte Scuola e alla quale, anche chi scrive, ha contribuito.
Partiamo dai dati, quelli che dovrebbero analizzare la situazione della didattica nel nostro Paese e non solo in questo. Nuove ricerche mostrano che le numerose pause della didattica in presenza, a causa del COVID-19, potrebbero acutizzare i divari esistenti sia nei risultati prettamente connessi alla ricaduta formativa, sia a quelli di lunga distanza. Il sistema educativo non è stato costruito, e non solo quello italiano, per far fronte a chiusure prolungate come quelle imposte dalla pandemia COVID-19. Nonostante insegnanti, dirigenti scolastici e genitori abbiano lavorato duramente per mantenere vivo l’apprendimento, è improbabile che questi sforzi forniscano la medesima qualità dell’istruzione (impatto didattico ed educativo) fornita in classe e, più pericolosamente, la medesima ricaduta formativa. In Italia, nonostante le molteplici scommesse tecnologiche, non si è fortemente investito in tecnologia, in digitalizzazione e, cosa importantissima, in formazione. Le lavagne in ardesia, tra i tanti casi, sono ancora usatissime nelle classi e le LIM si trasformano, sovente, in schermi ove proiettare immagini, film, diapositive. Alla faccia della multimedialità.
Il contesto e la disparità di rendimento
Ancora più preoccupante è il contesto nel quale agisce il COVID-19: il riferimento va alle persistenti disparità di rendimento tra i livelli di reddito (si acuisce il divario ricchi e poveri) e la possibilità di accedere, nonostante i device acquistati dalle scuole, ad internet. Le parole non bastano per permettere a tutti di accedere, gratuitamente, alla rete. La chiusura delle scuole potrebbe, di fatto, quindi, non solo causare perdite di apprendimento, molto sproporzionate per questi studenti, aggravando le lacune esistenti, ma anche indurre un maggior numero di loro ad abbandonare gli studi (e servono a poco i molteplici monitoraggi che valutano la situazione de quo, ma non prevengono il fenomeno). Ciò potrebbe avere effetti a medio termine sul benessere economico e personale di ragazzi e di bambini e, a lungo termine, sull’economia del Paese e dell’Unione (dell’umanità) nel suo complesso.
Nonostante l’enorme attenzione dedicata al divario di rendimento, tale gap è rimasto una caratteristica ostinata del sistema educativo in questo momento, specie tra Nord e Sud Italia. Sfortunatamente, l’ultimo decennio, ha visto pochi progressi finalizzati a ridurre queste disparità.
Perdita di apprendimento e chiusura delle scuole
Ma qual è l’impatto della chiusura delle scuole sull’apprendimento? La quantità di apprendimento che gli studenti perdono durante la chiusura delle scuole varia in modo significativo in base all’accesso all’apprendimento remoto, alla qualità dell’istruzione a distanza, al supporto domiciliare e al grado di coinvolgimento di questi alunni (l’asincrono non è troppo funzionale per garantirlo). Molti studenti potrebbero non ricevere alcuna forma di istruzione fino alla riapertura delle scuole (ciò prescindendo, talvolta, la statica presenza degli alunni dietro una cam, molte volte spenta e smorta). Anche quando l’apprendimento a distanza è obbligatorio, un numero significativo di studenti sembra essere disperso, talvolta dentro la sua solitudine. In breve, è probabile che l’istruzione online, assemblata frettolosamente (ed il riferimento va alla incapacità di mettere a sistema la DaD, nonostante enunciati e Linee guida) e attualmente disponibile, sia meno efficace, in generale, della scuola tradizionale (quella in presenza o mista) e raggiunga anche meno studenti.
Probabili effetti su studenti a basso reddito
La perdita di apprendimento sarà probabilmente maggiore tra gli studenti a basso reddito, e tra gli stranieri, ad esempio. Gli studenti a basso reddito hanno meno probabilità di avere accesso all’apprendimento remoto di alta qualità o a un ambiente di apprendimento favorevole, come uno spazio tranquillo con distrazioni minime, dispositivi che non devono condividere, Internet ad alta velocità e supervisione scolastica dei genitori.
L’abbandono scolastico
Oltre alla perdita di apprendimento, la chiusura del COVID-19 aumenterà, probabilmente, i tassi di abbandono scolastico. Il virus sta interrompendo, infatti, molti dei supporti che possono aiutare i bambini vulnerabili a rimanere a scuola: impegno e risultati scolastici, forti relazioni con adulti premurosi e ambienti domestici favorevoli. Oltre agli effetti negativi della perdita di apprendimento e dei tassi di abbandono, altri fattori più difficili da quantificare potrebbero esacerbare la situazione: ad esempio, è probabile che la crisi provochi disagi sociali ed emotivi aumentando l’isolamento sociale e creando ansia per la possibilità che i genitori possono perdere il lavoro e i propri cari potrebbero ammalarsi.
L’impatto economico della perdita di apprendimento e dell’abbandono scolastico
È improbabile che questi effetti – perdita di apprendimento e tassi di abbandono scolastico più elevati – siano shock temporanei facilmente cancellabili nel prossimo anno accademico. Al contrario, riteniamo che possano tradursi in danni a lungo termine per gli individui e la società.
Il danno alle persone è consequenziale, ma le conseguenze potrebbero andare più in profondità: l’Italia potrebbe subire danni misurabili. Con livelli di apprendimento inferiori e un numero maggiore di abbandoni scolastici, gli studenti affetti da COVID-19 saranno probabilmente meno qualificati e quindi meno produttivi rispetto agli studenti di generazioni che non hanno sperimentato un divario simile nell’apprendimento.
Inoltre, se non si mitiga l’impatto della perdita di apprendimento si danneggerà la competitività dell’Italia. Entro il 2040, la maggior parte dell’attuali alunni sarà nella forza lavoro. Stimiamo una perdita del PIL quasi certa. Serve recupera i livelli di apprendimento. Ma come?
Un surplus di impegni per gli insegnanti: scommessa professionale irripetibile
Innanzitutto, è da sottolineare il fatto che, forse, è del tutto inappropriato continuare a sostenere che durante la didattica a distanza si faccia poco (qualcuno sostiene nulla) e che si debba recuperare. C’è un impegno superiore alla norma da parte degli insegnanti. Un surplus di carico didattico, organizzativo, formativo. Maggiori responsabilità e un elevato stress da lavoro correlato. Motivazione? La giornata interamente trascorsa dietro al PC, anche quando la didattica passa in presenza, considerato il moltiplicarsi di casi di alunni ai quali è necessario autorizzare la didattica a distanza. Una didattica mista che svilisce e, talvolta, affligge gli insegnanti che, più e meglio di prima, stanno implementando la loro formazione professionale. Si tratta di una scommessa professionale irripetibile che, moltissimi, hanno fatta propria.
Falso che non si sia recuperato nulla: i docenti lavorano e danno il meglio di loro
Ha affermato il ministro Azzolina che “chiudere la scuola ha dei costi. Quando un negozio chiude ci sono dei costi calcolabili. Anche per la scuola ci sono costi nel tenerla chiusa”. “Io non penso – continua il vertice politico di via Trastevere – che si possa dire di recuperare d’estate, che cosa intendo dire: bisogna recuperare oggi. Uno degli errori più grandi che si fa è dire è più facile chiudere la scuola perché la scuola non ha bisogno di ristori. Se io chiudo un negozio, un negozio a fine serata sa bene cosa ha perso e questo è valutabile immediatamente. Con le scuole no. Allora sarò io adesso a chiedere i ristori, i ristori formativi perché io ho bisogno di fare immediatamente dei corsi di recupero per gli studenti che sono rimasti più indietro e che non solo gli studenti della scuola superiore, io ho anche bambini della scuola primaria che sono sì a scuola, ma ci sono territori in cui sono andati un po’ meno”.
Ristoro? Scriveva Dante Alighieri “Dunque che render puossi per ristoro?”. Parola abusata, però, in questo ultimo periodo e che, a ben vedere dai risultati, non pare abbia avuto tutto questo effetto benefico così intrinseco nella parola. Benefica compensazione dell’indebolimento culturale e formativo? E in che modo? La terminologia non è sempre foriera di benefici?
Premesso, come detto, che gli studenti in primis stanno dando il massimo, così come i docenti, non è assolutamente vera la circostanza che non siano stati previsti e non siano stati resi operativi i cosiddetti sistemi compensativi degli apprendimenti.
PAI e PIA e primi recuperi individuali e di gruppo
Dicevamo che non è assolutamente vero che non sono stati operati recuperi degli apprendimenti. PAI e PIA sono i primi recuperi individuali e di gruppo che le scuole italiane hanno predisposto e, in molti casi, nel corso del primo quadrimestre, sia in presenza (primaria e secondaria di primo grado) che in modalità mista o, talvolta, a distanza (secondaria di secondo grado).
Il Piano di integrazione degli apprendimenti, come risaputo, è il documento che i Consigli di Classe/docenti contitolari della classe predispongono, in cui sono individuate e progettate le attività didattiche eventualmente non svolte rispetto alle progettazioni di inizio anno ed i correlati obiettivi di apprendimento (ex art. 6 comma 2 dell’O.M. prot. 11 del 16/05/2020); il Piano di apprendimento individualizzato, invece, è predisposto dai docenti contitolari della classe o dal consiglio di classe per gli alunni ammessi alla classe successiva, (tranne che nel passaggio alla prima classe della scuola secondaria di primo grado ovvero alla prima classe della scuola secondaria di secondo grado), in presenza di valutazioni inferiori a sei decimi. Nel piano sono indicati, per ciascuna disciplina o aree disciplinari, gli obiettivi di apprendimento da conseguire, ai fini della proficua prosecuzione del processo di apprendimento nella classe successiva, nonché specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di apprendimento. Strumenti che hanno implementato il lavoro degli insegnanti ancora una volta senza alcuna scommessa economica. Si vuole la scuola competitiva senza scommettere sul personale (non solo la formazione ma anche la gratificazione personale, motivano e qualificano ‘intervento educativo) e sulle strutture (specie al sud anacronistiche, prive di spazi da dedicare a laboratorio e mensa, senza condizionatori e, spesso, assai lontane dagli standard di qualità). Bastano le sedie e i banchi nuovi? Bastano i rotoloni e i dispenser o i pc in comodato d’uso agli studenti (neppure uno per i docenti a tempo determinato ai quali non è neppure garantito il bonus di 500,00 euro)? Bella scommessa educativa, questa. Una scommessa che trova humus solo nelle parole, spesso vane, affidate a social e comunicati stampa.
L’autonomia scolastica e i progetti FIS di recupero
Ma perché attendere proprio il periodo estivo per questo famigerato recupero (e non ristoro) estivo? Si recuperano gli apprendimenti e si fortificano le competenze e le abilità; non si ristora nulla. Pensano davvero che sia un problema di docenti? Ma c’è consapevolezza della circostanza che, forse, gli studenti dopo 16 mesi di clausura vorrebbero e, principalmente, dovrebbero riconquistare la loro libertà? La possibilità di ritornare a socializzare e, anche in quel caso, a maturare competenze e una personalità definita che neppure la scuola può favorire? E poi, siamo davvero certi della situazione pandemica che si avrà nel periodo estivo? Ci saranno stanziamenti adeguati (18 euro netti ad ora sono bastevoli?) per garantire una mobilitazione così massiccia degli insegnanti? Credo sia ragionevole pensare almeno a due possibilità. Fronteggiare i recuperi, adesso, attingendo al FIS (da finanziare ulteriormente, nel corso di questo anno, perché le scommesse a zero investimento non determinano successi formativi) e creare progetti specifici pomeridiani (in presenza e per piccoli gruppi) in grado di garantire questo processo di “ristoro” formativo, oggi e non domani. La valutazione in itinere serve a monitorare in divenire il fenomeno, per intervenire immediatamente e non dopo. Addirittura dopo la conclusione dell’anno scolastico, dopo gli scrutini finali e dopo le ammissioni alle classi successive. Servirebbe?
Implementare le ore in sincrono con ulteriore investimenti economici sulla classe docente
Ed infine, sarebbe utile implementare le ore in sincrono. Ulteriori cinque ore pomeridiane, ad esempio, da destinare ai recuperi, pagate con ulteriori stanziamenti che il ministero farebbe bene a prevedere. Si fronteggerebbe il problema sul nascere con sicure maggiori ricadute. Le eventuali insufficienze riportate dagli studenti nelle varie discipline saranno così affrontate dalla scuola prontamente e con sicuri migliori risultati e ricadute educative, con l’impiego, da parte dei docenti, di metodologie alternative alla lezione tradizionale: in particolare dovrà essere promosso un intervento quanto più possibile adeguato ai singoli casi, sia con l’uso dei laboratori che con lezioni personalizzate anche per segmenti disciplinari.
Anche per Primaria e Secondaria di I grado recuperi immediati on line
Che sia sia escluso, a priori, l’uso sistemico della didattica on line per il ciclo di base è di una gravità storica senza precedenti. Comprova il fatto che non ci sia consapevolezza alcuna dell’importanza della didattica a distanza, quale supporto alla didattica in presenza e come attore di apri dignità nel processo complessivo della formazione. Recuperi anche per Primaria e Secondaria di I grado, ma a distanza e per gruppi omogenia, a tutela, dunque, della sicurezza pubblica e per la tranquillità di genitori e alunni.
Le progettualità PON come supporto formativo, a distanza, nelle ore pomeridiane
Le progettualità PON potrebbero trasformarsi in utile e importante supporto formativo, a distanza, nelle ore pomeridiane per gli studenti di ogni ordine e grado. Ciò implementerebbe quel cosiddetto “ristoro formativo” che fa assolutamente predisposto già a partire dal secondo quadrimestre. Si avranno elementi utili per intervenire e si dovrà necessariamente intervenire efficacemente e nelle ore pomeridiane con un suppletivo impegno dei docenti ai quali si ribadisce deve essere garantito, senza tentennamento alcuno, un “ristoro professionale” derivante da un maggior impegno in termini di tempo, di professionalità, di formazione, di autoformazione, di stress da lavoro correlato.
I modelli di recupero
Sono stati individuati tre modelli di recupero:
Sostegno antimeridiano in itinere a tutta la classe e/o per gruppi/individuale, da svolgere da parte dei docenti su decisione del Consiglio di classe, per gli studenti che presentino insufficienze non gravi in alcune discipline e qualsiasi altra insufficienza nelle altre discipline. Tali recuperi potrebbero essere svolti durante i momenti di asincrono per i rimanenti alunni della classe.
Interventi di recupero pomeridiano obbligatori per gli studenti che presentino gravi insufficienze.
In casi particolarmente motivati e ove esista la disponibilità finanziaria e/o di posti nei corsi attivati, potranno essere avviati a questo tipo di intervento anche casi di insufficienze non gravi.
Tali interventi potranno, altresì, essere attivati anche nel periodo estivo per gli studenti che abbiano riportato insufficienze negli scrutini finali. Nei primi quindici giorni di luglio, con disponibilità volontaria dei docenti.
Sportello didattico in orario extra curriculare
Lo sportello didattico, aperto a tutti gli alunni, dovrebbe essere concepito come un’attività permanente all’interno dell’Istituto, da fine ottobre a maggio, per alcune ore settimanali per alcune discipline. Dello sportello possono usufruire tutti gli studenti che sentano l’esigenza di essere supportati nell’attività di studio individuale e/o per gruppi. Lo sportello didattico in orario extra curriculare potrebbe essere attivato, da fine ottobre a maggio, per alcune discipline.
Un solido sistema di monitoraggio e valutazione è essenziale
Un solido sistema di monitoraggio e valutazione è essenziale. Serve a evidenziare i risultati e la loro rilevanza. Una sana valutazione, quella proposta dall’INVALSI è certamente la più appropriata, può anche aiutare a identificare le sfide e gli ostacoli che ostacolano l’efficace attuazione delle scelte didattiche, educative e formative di una scuola, nonché mostrare la via da seguire per affrontare le sfide, sulla base delle lezioni apprese su ciò che ha funzionato (o meno) in passato.
Concettualizzazione del monitoraggio e della valutazione
Nonostante la loro complementarità, il monitoraggio e la valutazione sono due pratiche differenti, con dinamiche e obiettivi differenti. Il monitoraggio si riferisce a una funzione continua che utilizza la raccolta sistematica di dati su indicatori specifici per interessanti informazioni sui progressi e sui risultati di un’iniziativa didattica. Contribuisce alla pianificazione e al processo decisionale operativo, poiché fornisce prove per misurare le prestazioni e può aiutare a sollevare domande specifiche al fine di identificare ritardi o colli di bottiglia nell’attuazione. Può anche rafforzare la responsabilità relativa all’uso di risorse, l’efficienza dei processi di gestione interna o i risultati di una data iniziativa. La valutazione delle politiche si riferisce alla valutazione strutturata e oggettiva dell’investimento didattico, dell’attuazione e / o dei risultati, in corso o completata. Lo scopo è determinare la pertinenza e il raggiungimento degli obiettivi, nonché valutare dimensioni quali l’efficienza, l’efficacia, l’impatto o la sostenibilità delle politiche educative di una istituzione scolastica. In quanto tale, la valutazione si riferisce al processo di determinazione del valore. Serve a due scopi principali. Favorisce l’apprendimento aiutando i docenti a capire perché e come una scelta effettuata ha avuto successo o meno. Di conseguenza, contribuisce al processo decisionale strategico, fornendo approfondimenti su come migliorare i collegamenti tra decisioni educative e risultati.
Pertanto, mentre il monitoraggio è descrittivo e un’importante (ma non esclusiva) fonte di informazioni che può essere utilizzata nel contesto di una valutazione, la valutazione è un’attività diversa che cerca di analizzare e comprendere i collegamenti causa-effetto tra un intervento e il suo risultati.
I motivi per cui l’apprendimento online è il futuro dell’istruzione
Il concetto di educazione tradizionale è cambiato radicalmente negli ultimi due anni. Essere fisicamente presenti in una classe non è più l’unica opzione di apprendimento, almeno non con l’avvento di Internet e delle nuove tecnologie e con la pandemia in corso. Al giorno d’oggi, hai accesso a un’istruzione di qualità quando e dove vuoi, purché tu abbia accesso a un computer. Stiamo entrando in una nuova era: la rivoluzione dell’istruzione online. Non c’è bisogno di sottovalutare, dunque, lo scetticismo che circonda l’istruzione attraverso Internet. È difficile capire l’idea di lasciarsi alle spalle, ogni tanto, l’aula convenzionale, soprattutto se si tratta di affrontare questo vasto spazio chiamato Internet. Alcuni elementi valutativi nel documento allegato.
I motivi per cui l’apprendimento online è il futuro dell’istruzione
Il concetto di educazione tradizionale è cambiato radicalmente negli ultimi due anni. Essere fisicamente presenti in una classe non è più l’unica opzione di apprendimento, almeno non con l’avvento di Internet e delle nuove tecnologie. Al giorno d’oggi, hai accesso a un’istruzione di qualità quando e dove vuoi, purché tu abbia accesso a un computer. Stiamo entrando in una nuova era: la rivoluzione dell’istruzione online.
Non c’è bisogno di sottovalutare lo scetticismo che circonda l’istruzione attraverso Internet. È difficile capire l’idea di lasciarsi alle spalle l’aula convenzionale, soprattutto se si tratta di affrontare questo vasto spazio chiamato Internet e in un periodo storico come questo.
L’istruzione online è una scelta sensata che l’alunno sia un adolescente o un adulto. Come studente, questo può essere un metodo di apprendimento utile per affinare le abilità in una materia difficile o per apprendere una nuova abilità.
Quali sono questi motivi? Se ne possono individuare almeno cinque di motivi per cui si dovrebbe essere coinvolti nell’istruzione online, specie durante la pandemia. Coinvolgimento che, naturalmente, è esso stesso un momento di crescita (che non ristorato, dunque).
1. È flessibile
L’istruzione online consente all’insegnante e allo studente di impostare il proprio ritmo di apprendimento e c’è la flessibilità aggiuntiva di impostare un programma che si adatti all’agenda di tutti. Di conseguenza, l’utilizzo di una piattaforma educativa online consente un migliore equilibrio tra lavoro e studi, quindi non è necessario rinunciare a nulla. Studiare online ti insegna abilità vitali di gestione del tempo, il che rende più facile trovare un buon equilibrio studio-lavoro. Avere un’agenda comune tra studente e insegnante può anche spingere entrambe le parti ad accettare nuove responsabilità e ad avere maggiore autonomia.
2. Offre un’ampia selezione di programmi.
In uno spazio vasto e vasto come Internet, ci sono infinite abilità da insegnare e imparare. Un numero crescente di università e scuole di istruzione superiore offrono versioni online dei loro programmi per i vari livelli e le varie discipline. Dalla composizione musicale alla fisica quantistica, ci sono opzioni per ogni tipo di studente.
3. È accessibile.
L’istruzione online ti consente di studiare o insegnare da qualsiasi parte del mondo. Ciò significa che non è necessario spostarsi da un luogo all’altro o seguire un programma rigido. Inoltre, non solo risparmi tempo, ma anche denaro, che può essere speso per altre priorità. L’aula virtuale è disponibile ovunque ci sia una connessione Internet e un buon modo per trarne vantaggio.
4. Consente un’esperienza di apprendimento personalizzata.
Abbiamo già accennato a come la flessibilità può aiutarti a impostare il tuo ritmo di studio. Ma l’istruzione online è anche flessibile per le esigenze individuali e il livello di abilità di ogni studente.
Le lezioni online tendono ad essere più piccole delle dimensioni delle classi convenzionali. Il più delle volte, le piattaforme di apprendimento online consentono anche l’interazione con piccoli gruppi di studenti e, in quasi tutti i casi, ciò consente una maggiore interazione e più feedback.
5. È più conveniente rispetto all’istruzione tradizionale.
A differenza dei metodi di istruzione di persona, l’istruzione online tende ad essere più accessibile. Spesso c’è anche un’ampia gamma di opzioni. Ciò consente una migliore gestione della formazione.
Pensieri finali
Questi sono solo alcuni dei motivi per scegliere un’istruzione online e perché molti studenti oggi pensano che l’apprendimento online sia lo stesso o migliore della tradizionale esperienza in classe. Ogni studente deve valutare la propria situazione unica e decidere in base alle proprie esigenze e obiettivi, e sebbene questa alternativa all’istruzione tradizionale non sia per tutti, è comunque un’opzione conveniente con opzioni virtualmente infinite per gli studenti internazionali di tutto il mondo.