Didattica a distanza: consigli di Pasqua alla Ministra Azzolina. Lettera

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Inviata da Antonella Torri – Gentile Ministra Azzolina, come lei sa tutti noi docenti in questo periodo siamo impegnati, chi più chi meno, nella didattica a distanza, che prevede anche l’uso su larga scala della tecnologia.

Naturalmente stiamo lavorando da casa nostra e a nostre spese: con i nostri device, i nostri collegamenti a Internet, le nostre bollette. Senza ricevere alcun contributo dal Ministero che lei dirige, né altri previsti dal governo in questa situazione di emergenza. Siamo subissati ogni giorno da note e decreti di sua emanazione, oltre a circolari dei dirigenti scolastici dal tono perentorio, che ci “intimano” di operare in tal senso, ma mi sembra che questa modalità di lavoro non sia in alcun modo contemplata dal nostro contratto! Ovvio che, per molti di noi poco esperti, ciò sia causa di stress; e neppure viene presa in considerazione la tutela della nostra salute per l’uso prolungato del pc (oltre alle lezioni sincrone ci sono le riunioni da remoto, la registrazione di videolezioni, i compiti e i vari elaborati mandati online dagli alunni che correggiamo a video…).

Personalmente uso per i contatti con le famiglie anche la email (istruzione.it) a cura del ministero, che propaganda tanto l’innovazione tecnologica, mentre questo servizio è piuttosto antiquato: usa una grafica obsoleta e offre con una capacità di memoria non certo all’altezza degli altri server di posta elettronica!

Segnalo inoltre con dispiacere e con disappunto che, nell’emergenza da coronavirus la quale richiede l’uso sistematico delle nuove tecnologie, il ministero fa solo alcune concessioni:
“Dal 11 marzo 2020 al 31 luglio 2020 è ammesso comunque l’acquisto di dispositivi hardware finalizzati all’aggiornamento professionale anche per organizzare una didattica a distanza come webcam e microfoni, penne touch screen, scanner e hotspot portatili.”

Continua però a ribadire assurdi divieti: “Altri dispositivi elettronici che hanno come principale finalità le comunicazioni elettroniche, come ad esempio gli smartphone, non sono da considerarsi prevalentemente funzionali ai fini promossi dalla Carta del Docente, come non vi rientrano le componenti parziali dei dispositivi elettronici, come toner cartucce, stampanti, pennette USB, videocamere, fotocamere e videoproiettori.”

La ministra quindi non sa (o preferisce non sapere) che per rimanere in contatto con i nostri alunni e le loro famiglie noi docenti usiamo spesso anche i cellulari? E che a volte stampiamo a spese nostre materiali degli alunni?

Come non sa (o preferisce non sapere) che anche i docenti precari sono impegnati come gli altri con la didattica a distanza; pertanto non si capisce come mai essi non possano usufruire della carta del docente, ovviamente “liberata” da tutti gli assurdi divieti sopra citati.

Cara ministra, la invito quindi a fare un piccolo e meritato “regalo” di Pasqua agli insegnanti: emani quanto prima quei provvedimenti che segnalo con questa mia lettera, compresa una gratificazione economica da inserire nei (miseri) stipendi dei docenti per la nuova modalità di lavoro di cui si sono fatti carico con senso di responsabilità e impegno.
Buona Pasqua

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