Didattica a distanza, come progettarla: un semplice modello da compilare. Scarica gratis

Capita, sempre e comunque, che attorno alle grandi novità della storia, in questo caso della scuola, ci si attrezzi per costruirvi attorno un parco di strumenti, talvolta davvero poco utili, per la didattica e per l’insegnamento, e, molto più utili, per quanti amano circondarsi di parole, di schemi, di inutilissimi e infruttuosi modelli
Che fare, dunque? Lasciarsi “abbindolare” dai variopinti modelli proposti anche da autorevoli case editrici? Schede inutili da completare, spesso assai simili tra di loro (cambiare qualche definizione non ne modifica l’utilità), volte più a compiacere chi le ha realizzate piuttosto che a determinare una reale ricaduta didattica, metodologica e organizzativa nelle tante classi rimaste “a casa” di quell’esercito chiamato “scuola” che, nonostante il COVID-19, non si arrende e non vuole darsi per vinto?
Come progettare una lezione a distanza
La domanda che ci si pone e sulla quale vogliamo ragionare è se sia utile (e se sì quanto lo sia), progettare una lezione a distanza. Naturalmente nulla avendo ciò a che vedere con quella ri-progettazione che ha richiesto e, ormai ovunque ottenuto, il ministro sulla scorta di un’analisi, assai apprezzabile, che riguardava l’avvenuta modificazione dell’erogazione della didattica che non poteva non avere delle ricadute sulla progettazione dell’intervento educativo d’inizio anno scolastico. Serietà voleva, infatti, che almeno su ciò ci fosse un confronto (cosa che c’è stato) nelle sedi opportune e legittimate a dire la loro sull’intervento educativo, didattico e formativo. Progettare una lezione (da intenderla come progettare un’UdA e non il semplice intervento educativo, giornaliero) nella quale far intervenire (e poi per quanto) elementi che attengono ai saperi, alle conoscenze, alle competenze, alla lezione stessa, alle attività da proporre, alla modalità di restituzione delle verifiche e alla loro valutazione (con una duplice valenza: a) autovalutazione del processo e degli apprendimenti; b) valutazione dell’intervento educativo e formativo).
E per rispondere alla domanda, ovvero quale relativa all’utilità di una progettazione della lezione a distanza, bisogna ribadire, con forza, che la scuola italiana e gli insegnanti sono vittime sacrificali di una moltitudine di innovazioni e di impegni che talvolta servono davvero a poco se non ad ingessare la scuola e a distogliere il vero impegno da ciò che serve, ovvero la formazione continua e incessante, questa sì, che dovrebbe, invece, sostituire la molteplicità di impegni inutili che la scuola si dà e cadenza, mensilmente come se il saper riempire il piano delle attività fosse più importante del dover renderlo utile e fruttuoso, cosa che, purtroppo, non lo è nella maggior parte dei casi. Piani delle attività diventati casa di riposo di una miriade di riunioni inutili che potrebbero essere facilmente sostituite da un piano meticoloso di formazione che deve rimanere a carico della scuola e non destinato alla buona volontà dei docenti. Si è bravi se si capisce questo. In questa prospettiva bisogna ammettere che una progettazione delle lezioni può esistere, anche se a distanza, può esistere solo se diventa motore di sperimentazione (a carico delle ore funzionali all’insegnamento) e di confronto pedagogico. Basta con questo infruttuoso e dispendioso accavallamento di impegni.
Serve ed è utile se alla progettazione si è capaci di dare un senso, un significato metodologico e didattico, se si riesce a trarne un’utilità, non già per sé, ma per gli alunni, talvolta vittime di pressapochismo e superficialità pedagogica. Si risparmia tempo sulla didattica e sulla sua progettazione per investirla in ore consumate in riunioni di dipartimenti, riunioni varie, consigli e riunioni di staff, inutilmente convocate credendo e sperando che in esse risiede, magicamente, la scuola di qualità. E su, via, con carte da compilare, questionari da inviare, format e relazioni. La progettazione della lezione sì, ma a condizione che essa non sia fondata sulla volontà dell’insegnante ma su di una scelta scientificamente fatta e percorsa dal collegio dei docenti e dal dirigente scolastico. Allora bene venga.
Quale progettazione di lezione?
Se tale progettazione dovesse diventare o tornare ad essere un inutile riempimento di format, più o meno articolati, per compiacere chi li realizza, allora no. Finirebbe come la ri-progettazione che, nata per fornire uno strumento snello e operativo, è diventata una vera e propria corsa agli ostacoli, dizionari in mano per comprendere la nomenclatura appositamente ricercata, e numerosissime telefonate interpretative. A che serve tutto questo? A nulla. La progettazione non può tradire la sua missione principale di accompagnamento del docente.
Non può e non deve essere semplicemente un articolato artifizio linguistico. Progettare una lezione in tempi di DaD, vuol dire verificare come gestire la lezione asincrona o sincrona online e quali strumenti tecnologici utilizzare (valutandone l’efficacia e, principalmente, la ricaduta). Su cosa puntare e, fissato questo, come intervenire e cosa, successivamente, valutare. Partire, ad esempio, nel caso di un intervento sincrono online (esposizione in videoconferenza) o asincrono online (erogazione – learning object), da quali conoscenze (esposizione dei contenuti), da quali abilità (attività svolte dagli studenti) da quali competenze (ovvero da quali atteggiamenti, intesi essi, anche, come interazione e feedback); per comprendere cosa esattamente fare: A) fruire, acquisire o memorizzare? B) far lavorare in DaD (learning by doing)?; C) discutere, mantenere la relazione e, infine, cosa effettivamente restituire?
E, nel caso, invece, di un intervento sincrono online (con brainstorming, modeling, problem solving) e asincrono online (modeling, sviluppo), cosa sarebbe necessario assicurare nella progettazione di una lezione? Cosa fare? Erogare e trasmettere conoscenze? Sperimentare, scoprire, risolvere e cooperare abilità? Discutere, mantenere la relazione e restituire competenze?
La scheda di progettazione
Se una scheda di progettazione ci deve essere, è necessario che sia, unitaria per l’istituto (senza improvvisazione, dunque) e principalmente utile. La progettazione dovrebbe essere lasciata ai docenti in base alle loro necessità e come sintesi del loro intervento didattico. Nulla di avulso, dunque, da un meccanismo corroborato. Tanto più è funzionale quanto più è usato. Ci limiteremo qui, non tanto a fornire un format (anche, comunque, assolutamente modificabile), quanto a fornire gli elementi dai quali, assolutamente, non si può prescindere, per una progettazione funzionale. Mai dimostrare che l’azione è segmentata o frammentata… Mai… È necessario fornire a chi ci legge e a chi ci ascolta, ai genitori e agli alunni, una unitarietà del processo educativo e dell’intervento didattico. E, congiuntamente lavorare per segmentare gli interventi. Bisogna, cioè, fornire agli alunni un pezzo per volta dell’intervento progettato. E congiuntamente lavorare per rispondere alle tante domande che assillano l’insegnante coscienzioso e seriamente impegnato nella DaD. Ovvero: Come mantenere alta l’attenzione? Come coinvolgere gli studenti attivamente? Come aiutarli a autoregolare il loro apprendimento? Esiste una soluzione: il Chunking.
Il Chunking e le regole del Metodo
Il Chunking è una esperienza formativa che consta nello smontare notizie articolate in modo da conseguire unità elementari più facili da memorizzare (ma non solamente, naturalmente) e da gestire. Il verbo “to chunk” indica, infatti, il “fare a pezzi”, e il nome “Chunk” indica il pezzo o il blocco, si potrebbe tradurre anche “spezzettare”. Chunking è, così, l’azione di “ridurre in blocchi” qualche cosa di ampio, articolato, quella che René Descartes aveva definito regola della analisi: «[…] dividere ognuna delle difficoltà sotto esame nel maggior numero di parti possibile, e per quanto fosse necessario per un’adeguata soluzione». Un esempio per comprendere cosa sia il Chunking è stabilito dal modo in cui rammentiamo i numeri telefonici: frazionai in blocchi di cifre.
Chunking non è solamente memorizzazione
In “Psicologia Cognitiva” il termine viene usato per disegnare i fenomeni adoperati per memorizzazione a breve termine, ma il metodo della divisione in blocchi del dato non è solo una tecnica “naturale” di apprendimento mnemonico, può essere allargato a vari ambiti come ad esempio la lettura, la scrittura, il comparare, il porre in relazione, il poter confrontare ma anche il produrre, il cercare di imparare e l’apprendere.
La lezione segmentata in 40 minuti
Al tempo della DaD sarebbe utile una struttura della lezione immaginata e realizzata in parti complete, che siano brevi e gradevolmente ritmate. Si dovrebbero alternare momenti ‘brevi’ di lezione indirizzata dal docente con momenti operati innescati e coordinati dagli studenti e, poi, i successivi feedback. Questa costruzione si potrebbe replicare in più ‘segmenti’ in base alla durata a propria disposizione e alle risposte degli alunni, di qualsiasi età essi siano. Una lezione, al massimo, di 35/40 minuti, articolata in: conoscenze (5 minuti), lezione (10 minuti), attività (10 minuti), restituzione (10 minuti) e conclusione (5 minuti). Le conoscenze riguardano la necessaria “verifica delle preconoscenze o brainstorming per iniziare”; la lezione, invece, riguarda i “momenti ‘brevi’ di spiegazione senza rinunciare alla complessità”; le attività “operative per mettere in pratica, confrontarsi, riconoscere le eventuali difficoltà”; la restituzione, ovvero, la “condivisione, il feedback e i chiarimenti fatti nelle attività degli studenti”; ed, infine, la restituzione che “fornisce spunti e consigli metacognitivi oltre che con i tradizionali compiti”. In questo senso e progettando questi interventi è certamente possibile pensare ad una lezione funzionale con effetti positivi. Per avere risultati, come detto, è necessario tenere presente che i tempi sono variabili e che lo schema non è fisso (il numero di segmenti discende dalla lezione e dalla classe in cui si opera).
Cosa attenzionare nella progettazione della lezione
Cosa attenzionare nella progettazione della lezione? Tutto e poco, la scelta ricade nella libera valutazione dei docenti.
Naturalmente, il nome del docente, la disciplina, l’argomento della lezione, la micro-abilità, la classe, il tempo, il materiale didattico (sia quello fornito dal docente che strutturato dagli alunni), le piattaforme utilizzate, la scansione dei 5 momenti con attenzione al docente (cosa fa e cosa usa) e agli alunni (cosa fanno e cosa usano), e dopo la verifica (restituzione) e la valutazione (conclusioni), anche il feedback (forze, debolezze, opportunità e minacce). Bisogna stare attenti che, trattandosi di DaD, sarebbe opportuno e consigliabile allegare e trattenere tutta la documentazione della lezione.
SCHEDA PROGETTAZIONE DELLA LEZIONE
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