Didacta 2025, Valditara: “Il modello 4+2 funziona. Latino e calligrafia rafforzano logica e cognizione”. Linea dura sulle aggressioni ai docenti

Intervistato durante l’inaugurazione della Fiera Didacta 2025, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, si è espresso su diversi temi: dalla riforma della formazione tecnica e professionale, alle indicazioni nazionali, fino alla proposta dell’arresto in flagranza in caso di violenze sui docenti.
Iscrizioni scolastiche: il 55% sceglie i licei, bene tecnici e professionali
Le iscrizioni alle scuole superiori confermano il primato dei licei, che hanno raccolto il 55% delle preferenze. Tuttavia, il comparto tecnico e professionale mostra segnali positivi, con una crescente adesione al modello 4+2, che punta a collegare la formazione tecnica agli ITS.
“Noi dobbiamo porci un obiettivo anzitutto – ha dichiarato il Ministro – garantire ai giovani delle opportunità occupazionali che realizzino i loro talenti in tempi rapidi e con una soddisfazione nella professione. D’altro canto, dobbiamo anche considerare che il sistema Paese ha una straordinaria necessità di professioni che oggi il sistema scolastico non riesce a formare”. E cita uno studio di Confindustria in cui si evidenzia come il 47% dei posti di lavoro rimarrà scoperto a causa della mancanza di profili adeguati, con una perdita economica stimata in 35 miliardi di euro l’anno.
Il modello 4+2 e il rafforzamento dell’istruzione tecnico-professionale
La risposta a questa esigenza, secondo il Ministro, è stata data con la riforma del sistema di formazione tecnica e professionale. Valditara ha evidenziato come il modello 4+2, ispirato ai sistemi di Germania, Svizzera e Austria, stia funzionando, sottolineando alcuni punti chiave del suo operato. In breve:
- il modello 4+2 non è una riduzione a quattro anni del programma quinquennale, ma un percorso di alta specializzazione collegato agli ITS;
- l’alternanza scuola-lavoro assume un ruolo centrale per formare competenze richieste dalle imprese;
- l’apertura delle scuole al mondo dell’impresa, per colmare il divario tra formazione scolastica e mercato del lavoro;
- l’internazionalizzazione dell’istruzione tecnica, per competere su scala globale;
- il potenziamento della ricerca negli istituti tecnici, con sviluppo di brevetti e innovazione;
- la cura e lo sviluppo delle soft skills, riconosciute come fondamentali per il successo professionale secondo studi dell’Università di Harvard.
“È un modello fortemente nuovo, quello del 4+2, – ha sottolineato – e non è un caso che quando sono stato in Tunisia, Egitto, Algeria e anche in Europa, ad esempio il Montenegro, i colleghi ministri vogliano copiarlo“.
Latino e calligrafia: perché riscoprire il passato per affrontare il futuro
Il ritorno del latino e della calligrafia nelle scuole secondarie di I grado ha suscitato dibattiti. Valditara ha giustificato queste scelte sottolineando il valore del latino come strumento per sviluppare logica e capacità di ragionamento, citando Gramsci e Concetto Marchesi. Inoltre, il latino è “a fondamento della lingua italiana, ci aiuta a capire il senso dell’analisi logica e grammaticale. È anche cultura: sapere da dove arriviamo per capire dove andiamo”. Cita anche l’Antico Testamento nel suo discorso riannodando il patrimonio culturale dei Romani al nostro. “Per esempio, nell’Antico Testamento si legge che i Romani erano il popolo della bona fides. Ecco, concetti come bona fides, humanitas, libertas derivano da quella cultura e conoscerne la lingua significa anche comprendere a fondo questi concetti”.
Sulla scrittura manuale, il Ministro ha ricordato l’esempio della Svezia, che ha reintrodotto l’uso di carta e penna per favorire lo sviluppo cognitivo e motorio. Ha anche citato un’esperienza personale, in cui ha corretto esami di avvocatura scritti interamente in stampatello. “Nelle regole del comportamento sociale – spiega – chi scrive in stampatello sta urlando. Il corsivo è la grafia della riflessione”.
Uso del cellulare a scuola: divieto per evitare distrazioni e dipendenza
Valditara ha anche difeso la scelta di vietare l’uso dei cellulari in classe, ricordando episodi di conflittualità generati dall’uso dei cellulari, come il caso di un docente dimessosi dopo essere stato aggredito per aver impedito l’utilizzo del telefono in classe. E evidenzia che “nelle linee guida dell’educazione civica, abbiamo introdotto l’insegnamento dell’uso corretto degli strumenti digitali. Tuttavia, il problema principale rimane la gestione della distrazione e della dipendenza tecnologica, aspetti che il divieto mira a contrastare. Anche Israele e Brasile stanno adottando misure simili”.
Violenza sui docenti: arresto in flagranza di reato
Infine, si è parlato di tutela dei docenti dalle aggressioni. Il Ministro ha proposto di estendere l’arresto in flagranza per chi colpisce fisicamente un insegnante o un dirigente scolastico, considerandolo “un atto intollerabile”.
Attualmente, fa notare la giornalista che lo intervista, l’ordinamento giuridico distingue tra percosse e lesioni personali, ma nessuna di queste ipotesi prevede l’arresto immediato.
Secondo Valditara, però, “un provvedimento più severo avrebbe un effetto deterrente contro le aggressioni al personale scolastico”.