Di Meglio (Gilda): “Un insegnante su cinque è precario. Alla scuola italiana servono docenti bravi ma anche stabili”
“L’autonomia differenziata mina le basi di un sistema scuola nazionale, significherebbe cristallizzare le differenze invece che migliorare”.
Sono le parole di Rino Di Meglio, Coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, rilasciate nel corso di un’intervista a Il Quotidiano del Sud.
“Non solo – aggiunge il sindacalista –. C’è anche un problema cultura. Accentuare le divisioni in un Paese già diviso, si rischia di creare un serio problema“.
“L’istruzione pubblica è un pilastro della coesione e dell’unità del Paese e indebolirla minerebbe l’identità nazionale“, ha spiegato Di Meglio.
Il numero uno di Gilda parla anche del dimensionamento scolastico: “Si aggraverà il declino della capacità di programmazione e di visione pedagogica dei collegi docenti, che sono diventate assemblee enormi. Il tutto a discapito della dimensione umana e didattica della scuola“.
Sulla questione intelligenza artificiale: “Fa paura come di ogni cosa di cui non si conosce abbastanza. Ritengo sia uno strumento prezioso ma che sia necessario usarla in modo consapevole, soprattutto senza sminuire o sostituire il ruolo dell’insegnante“.
Infine, il sindacalista si sofferma sul ruolo della scuola: “Alla scuola, per raggiungere le sue finalità, servono non solo insegnanti bravi ma anche stabili. Fin quando la scuola italiana continuerà ad avere un insegnante su cinque precario, ovviamente siamo molto lontani dal garantire agli alunni quella continuità didattica che è premessa indispensabile per un buon insegnamento“.