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Depressione infantile e adolescenziale, come individuare sintomi e alcuni consigli utili

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Insegnanti di sostegno e non :come rapportarsi in classe con studenti che mostrano disturbi legati alla depressione.

Il Disturbo Depressivo

Spesso la depressione viene vista come una patologia che colpisce primariamente gli adulti, ma esistono anche dei casi nell’infanzia e/o adolescenza.

La comunità scientifica è dibattuta sulla reale incidenza di questo disturbo nelle prime fasi evolutive della persona: c’è chi sostiene che ci sia un’incidenza del disturbo depressivo nell’infanzia decisamente bassa, e chi invece ne vede una frequenza più elevata.

Questa seconda posizione medica pone il suo razionale sul fatto che non si può valutare la depressione infantile con gli stessi parametri di quella degli adulti, in quanto il disturbo depressivo, nell’infante o adolescente verrebbe camuffato da aspetti atipici, ovvero sintomi diversi rispetto alla norma (che parte dall’osservazione della patologia nell’adulto).

Infatti, se nell’immaginario comune la persona depressa è inattiva, apatica e immobile, può anche essere vero il contrario nel ragazzo, che invece esplicita il suo malessere in altri modi. Infatti,per porre una linea di demarcazione tra i disturbi bipolari o depressivi dei bambini e quelli dell’età adulta, il DSM V parla di disturbo da disregolazione dell’umore dirompente, che presenta spesso discontrollo comportamentale (iperattività non finalizzata) e irritabilità persistente, e si manifesta normalmente prima dei 10 anni d’età (spesso preceduto da ADHD/DDAI, disturbi d’ansia o disturbo oppositivo-provocatorio)

Come si comporta il bambino in classe

In classe o a casa, i bambini con una disregolazione dell’umore dirompente presentano delle alterazioni del tono dell’umore che, oltre a quelle già descritte (irritabilità e comportamenti bizzarri), sono categorizzabili anche in:

– TENDENZA ALL’ISOLAMENTO

– TENDENZA AD ATTEGGIAMENTI PASSIVI

– MALINCONIA

– AUTO-SVALUTAZIONE E AUTO-DISPREZZO

– FACILITà AL PIANTO

– APATIA

– IMPULSIVITA’

– MODIFICAZIONI BIZZARRE DELL’ESPRESSIONE FACCIALE, DELLA MIMICA, POSTURA E TONO DI VOCE.

Alcuni consigli pratici

Innanzitutto è bene tener presente che un soggetto affetto da depressione tende a ipervalutare gli stimoli che vengono dall’esterno: questo lo porta spesso ad avere reazioni impulsive e di rabbia, che bisogna evitare o placare rapportandovisi in maniera calma ma decisa.

Inoltre, il fanciullo depresso ha evidenti frustrazioni per quanto concerne sia il proprio profitto scolastico che, in generale, la propria vita: è per questo che, ad esse, devono essere contrapposte costanti gratificazioni da parte di chi lo circonda.

È anche bene ricordarsi che la mente di una persona depressa tende ad avere proiezioni negative e spesso presagisce lo svolgimento degli eventi in maniera ossessivamente catastrofica: non riesce ad immmaginare epiloghi rosei nel futuro. Perciò non solo non bisogna alimentare questa convinzione, ma anche combatterla, magari rassicurando l’alunno in questione che tutto andrà bene e che, anche se così non fosse, nessuna conseguenza è irreparabile.

Ridimensionare la visione negativa che la persona depressa ha della realtà è importante, quanto tenere a mente che il quadro clinico della depressione non contempla deficit cognitivi, ma solo vulnerabilità psicologica e ossessività. Un esempio, in tal senso, è la tendenza del ragazzo depresso a vedere tutto in maniera dicotomica: o bianco o nero, in altre parole.

Le sfumature di grigio e i colori della vita sono banditi dal suo cervello, e lo inducono in tal modo ad entrare in una spirale negativa autoalimentata: più si è depressi, più ci si abitua a vivere e a pensare in maniera depressiva.

Bisogna – ovviamente di concerto con i medici e gli psicologi, che danno le direttive principali – spezzare questo circolo vizioso e farlo diventare un circolo virtuoso, effettuando una ristrutturazione del ciclo cognitività-affettività-cognitività.

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