Denatalità e scuola: migliaia di docenti a rischio, classi piene e risorse alle private. Il futuro dell’istruzione pubblica è in bilico. L’allarme di Pizzo (Uil Scuola Rua)

La scuola si prepara a fare i conti con un drastico ridimensionamento del personale docente e ATA, conseguenza diretta della denatalità e delle scelte politiche legate alla legge di bilancio 2025.
Secondo quanto dichiarato da Paolo Pizzo, Segretario Nazionale della Uil Scuola Rua, durante un intervento a Rai News24, il sistema scolastico subirà una riduzione di 5.667 posti per i docenti già a partire dall’anno scolastico 2025/2026, a cui si aggiungeranno oltre 2.000 tagli per il personale ATA nel 2026/2027. La Campania, ad esempio, vedrà la perdita di 845 cattedre, ma il fenomeno riguarda l’intero territorio nazionale. Pizzo ha sottolineato come questi tagli, giustificati dal calo demografico, rischino di compromettere ulteriormente la qualità dell’insegnamento, già messa a dura prova da classi sovraffollate: attualmente si contano circa 6.000 classi con più di 28 alunni, spesso con la presenza di studenti con disabilità.
Classi sovraffollate e qualità dell’insegnamento
Il sovraffollamento delle classi rappresenta un problema strutturale che si aggrava con i tagli previsti. La normativa nazionale prevede un massimo di 24-26 alunni per classe, ma in molte scuole si superano i 28 studenti, con evidenti difficoltà per una didattica personalizzata e di qualità. Pizzo ha evidenziato come tale situazione contribuisca al fenomeno del burnout tra gli insegnanti, già sottoposti a carichi di lavoro elevati. La riduzione del numero di alunni per classe, secondo il sindacato, potrebbe essere una risposta concreta al calo demografico, migliorando al contempo le condizioni di lavoro dei docenti e l’apprendimento degli studenti. Tuttavia, il governo sembra orientato a utilizzare la denatalità come giustificazione per ridurre gli organici, senza cogliere l’opportunità di investire in un sistema scolastico più inclusivo ed efficiente.
Il paradosso dei finanziamenti alle scuole private
Un altro punto critico sollevato da Pizzo riguarda la disparità di trattamento tra scuole pubbliche e private. Mentre si tagliano risorse alla scuola statale, si continuano a destinare ingenti finanziamenti agli istituti privati, una scelta definita “paradossale” dal sindacato. Inoltre, il fenomeno del dimensionamento scolastico, avviato con il governo Draghi e proseguito con l’attuale esecutivo, ha portato alla chiusura di circa 1.000 autonomie scolastiche negli ultimi dieci anni, con un risparmio stimato di 88 milioni di euro. Tuttavia, questa politica ha generato disagi significativi, come l’accorpamento di istituti distanti chilometri, con un’unica dirigenza e segreteria, aumentando il carico di lavoro per il personale e le difficoltà per le famiglie. La Uil Scuola Rua ribadisce la necessità di investire nella scuola pubblica, considerandola un pilastro fondamentale per il futuro del Paese, e chiede un ripensamento delle politiche attuali per garantire un sistema educativo equo e di qualità.