Definì Segre “personaggio in cerca di pubblicità”: docente reintegrato per non aver commesso il fatto

Reintegrata dall’Ufficio scolastico regionale della Toscana per non aver commesso il fatto. È tornata in classe la professoressa della scuola secondaria di primo grado ‘Mazzanti’ di Firenze che lo scorso inverno finì nella bufera per aver definito la senatrice a vita Liliana Segre un “personaggio in cerca di pubblicità”.
Lo riferisce “La Nazione”.
Era il 27 gennaio scorso quando l’insegnante, proprio nel Giorno della memoria, pronunciò di fronte ai suoi alunni una frase choc: “Liliana Segre non la sopporto. E anche voi, ragazzi, non vi fate fregare da questi personaggi che cercano solo pubblicità”. “Anche mio nonno è stato in un campo di concentramento – avrebbe proseguito la docente, sempre stando alle testimonianze dei ragazzi, – ma non è certo andato in giro a dirlo a tutti. E ora non andate a casa a dire ai vostri genitori che sono nazista e antisemita”, fu la conclusione.
Gli studenti, sconvolti, riferirono tutto quanto ai genitori che si precipitarono dal preside, ora in pensione, Arnolfo Gengaroli.
Dopo l’articolo della “Nazione” si infiammò la polemica e tutto il mondo politico prese posizione. Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina definì le parole dell’insegnante “gravi e ingiustificabili” ed auspicò che “il gesto venisse verificato e valutato con la massima attenzione”.
Il sindaco di Firenze Dario Nardella e l’assessore Sara Funaro (“Ci vuole una linea dura con la docente”, stigmatizzò) incontrarono gli studenti durante un’assemblea. Anche gli altri docenti si dissociarono: “Esprimiamo la nostra totale ed estremamente indignata distanza dalle parole espresse dall’insegnante”.
“Il reintegro di un’insegnante che denigra Liliana Segre è per noi un fatto incompatibile con la missione educativa della scuola: è come dire per insegnare non serve alcun requisito oltre a quello tecnico, ma la scuola è educazione e non solo nozioni”. Lo dichiara Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera, a proposito della vicenda dell”insegnate della scuola Mazzanti di Firenze.
“Se facciamo finta di niente, che messaggio diamo ai ragazzi e alle famiglie? Chiediamo per questo alla ministra Azzolina e al suo Ministero di prendere una posizione chiara e intervenire”, conclude.