Decreto scuola, Turi (Uil): di ordinato e regolare non c’è niente. Serve progetto per ripartire
Uil – Turi: serve progetto per far ripartire la scuola. Alle scuole occorrono risposte precise e strumenti. C’è solo confusione.
Un clima mai visto, una confusione preoccupante. Bisognerebbe cambiare titolo al decreto – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi ricordando che si sta dibattendo di «misure urgenti sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato».
Di urgente non c’è rimasto più niente. Tutto è rinviato al prossimo anno.
Sugli esami abbiamo firmato un protocollo e lo rispetteremo perché le scuole hanno bisogno di elementi di supporto e di chiarezza. Per il resto il clima è di conflitto.
Con una decisione che ha rari esempi paragonabili, Premier e ministra, hanno stracciato due accordi sottoscritti con loro a Palazzo Chigi, mesi e mesi di lavoro, di riunioni, di confronti tecnici, emendamenti, mediazioni parlamentari.
Pacta sunt servanda. Per noi vale ancora. Ciò che abbiamo firmato rispettiamo.
La domanda oggi è: sappiamo come riapriranno le scuole?
Non a settembre, tra qualche giorno. L’ultimo Dpcm prevede la chiusura delle lezioni fino al 14 giugno. Le scuole dell’infanzia chiudono il 30. Che faranno i bambini? Dove andranno? Li affideremo ai volontari? Stiamo scherzando?
Abbiamo scuole chiuse e lavori fermi. Mentre l’Europa sostiene la ripresa, l’Esecutivo pensa alla scuola come in passato. Ci sono pochi soldi, non si può fare.
Logiche vecchie per una scuola che deve ripartire.
Le cifre a disposizione – 331 milioni di euro – suddivise per tutte le scuole diventano poche migliaia di euro a istituto.
Il Dl rilancio così come articolato rischia di mettere in piedi un castello di carte che scarica sulle scuole e quindi sui dirigenti tutte le incombenze e le responsabilità.
Responsabilità che si accentueranno a settembre in quelle scuole senza dirigente e senza Dsga, visto che i facenti funzione non accetteranno, a giusta ragione, alcun incarico.
Come potrà deliberare il consiglio di istituto le misure da adottare, nel periodo estivo, senza personale a disposizione? Chi darà indicazioni e supporto alle segreterie? Non dovrebbero essere gli uffici amministrativi territoriali a dare supporti necessari? Possibile che i lavori di adeguamento e manutenzione vadano in carico alle scuole?
Bisogna cambiare approccio – aggiunge Turi – altrimenti le scuole non saranno in condizione di riaprire, e settembre è dietro l’angolo.