Decreto Scuola, sindacati in audizione al Senato. Pizzo (Uil Scuola): “Tutti gli idonei vanno assunti, senza limiti ed eccezioni, rispettando l’ordine cronologico di graduatoria”

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Durante l’audizione in VII Commissione al Senato, il segretario nazionale Paolo Pizzo ha espresso la netta opposizione della Federazione Uil Scuola Rua alla riforma degli istituti tecnici, prevista dal decreto PNRR 2025-2026.

La modifica, definita “a costo zero”, rischia di peggiorare gli organici, i carichi di lavoro e gli obblighi formativi dei docenti, senza un reale confronto con il terzo settore. Pizzo ha criticato il passaggio da una sperimentazione fallimentare a una riforma strutturale, motivata solo da vincoli di finanziamento europeo. “La scuola non deve formare operai specializzati per l’industria, ma promuovere pensiero critico”, ha sottolineato, chiedendo un approccio che parta dalle conoscenze anziché dalle mere competenze.

Reclutamento docenti: un sistema inefficace e penalizzante

L’articolo 3 del decreto, che modifica le procedure di assunzione, è stato giudicato fallimentare. Negli ultimi 8 anni, solo il 49% dei posti autorizzati è stato coperto, nonostante l’esistenza di graduatorie già disponibili. Pizzo ha denunciato l’accantonamento di 30.216 posti nell’a.s. 2023-24, giustificato con l’esigenza di rispettare i tempi del PNRR, ma che ha lasciato migliaia di docenti idonei senza lavoro. Inoltre, la deroga alle assunzioni fino a dicembre 2025 rischia di compromettere la continuità didattica, con insegnanti assunti a anno scolastico avanzato e supplenti licenziati in corso d’opera. La Uil chiede l’eliminazione del limite del 30% per gli idonei e l’uso delle GPS come canale strutturale di reclutamento.

Parità scolastica: trasparenza sì, ma priorità alla scuola statale

Sull’articolo 5, dedicato alla parità scolastica, la Uil ha apprezzato le nuove regole per maggiore trasparenza, come l’adozione di un protocollo informatico e il limite alle classi terminali aggiuntive. Tuttavia, Pizzo ha evidenziato una mancanza di equità: “Troppe risorse vanno alle paritarie, mentre quelle statali, garanti di uguaglianza, restano sottofinanziate”. La federazione chiede stabilità per il personale e investimenti prioritari nella scuola pubblica, “unica via per garantire qualità e futuro alle nuove generazioni”.

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