Decreto Scuola, sindacati in audizione al Senato. Castellana (Gilda): “Ritorno al doppio canale per ridurre precariato e valorizzare le professionalità già esistenti”

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La Federazione Gilda Unams ha presentato oggi le sue osservazioni alla VII Commissione del Senato sulla conversione in legge del Decreto Scuola.

Tra i punti critici evidenziati, spiccano la riforma degli Istituti Tecnici, giudicata carente di strumenti concreti, e il welfare studentesco, che prevede un incremento di fondi ma resta limitato. Il coordinatore nazionale Vito Carlo Castellana, in una nota, ha sottolineato come, senza interventi strutturali, il rischio sia quello di sacrificare la formazione culturale degli studenti a favore di una mera preparazione al lavoro. Sul fronte welfare, i 137 milioni di euro stanziati per il 2025 (con un aumento a 139 milioni nei successivi due anni) sono considerati insufficienti, soprattutto perché escludono voci essenziali come mensa, trasporti e materiali didattici.

Disagio giovanile e reclutamento: risorse ancora troppo esigue

L’articolo 8 del decreto, dedicato alla prevenzione del disagio giovanile, assegna 1 milione di euro per la formazione dei docenti delle scuole secondarie, riconoscendone il ruolo chiave. Tuttavia, secondo la Gilda, la somma è inadeguata rispetto al numero di insegnanti coinvolti e andrebbe integrata con il supporto di psicologi ed educatori. Un altro tema cruciale è il reclutamento dei docenti: la federazione chiede un ritorno al doppio canale di assunzione, con una percentuale di stabilizzazioni superiore al 70%, per ridurre il precariato e valorizzare le professionalità già esistenti.

La scuola come motore di crescita democratica

Castellana ha ribadito l’importanza di coinvolgere chi “vive la scuola ogni giorno” nelle riforme, evitando misure spot che rischiano di minarne la credibilità. La Gilda, infine, insiste sulla necessità di restituire all’istituzione scolastica la sua missione costituzionale: formazione della persona, crescita democratica e riscatto sociale. Senza un cambio di rotta, avverte, la scuola rischia di perdere ulteriormente il suo ruolo centrale nella società.

MEMORIA GILDA

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