Valditara: “La continuità didattica è fondamentale per gli studenti con disabilità. La scuola deve valorizzare i talenti di ogni studente, soprattutto dei più fragili” [AUDIZIONE INTEGRALE]
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Oggi, martedì 2 luglio, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è nuovamente in audizione presso la Commissione Cultura della Camera per discutere il decreto legge 71/2024, noto come Decreto Scuola.
Il provvedimento, entrato in vigore il 1° giugno, affronta temi cruciali per l’istruzione, tra cui il sostegno agli alunni con disabilità, l’inclusione degli studenti stranieri e la formazione dei docenti.
Il decreto prevede la specializzazione dei docenti di sostegno presso l’Indire, la possibilità per le famiglie di confermare gli stessi docenti per garantire la continuità didattica, l’abilitazione all’estero, la formazione specifica per insegnare agli studenti stranieri e la valutazione dei dirigenti scolastici.
Durante la prima audizione del 13 giugno, Valditara ha sottolineato, tra le altre cose, l’importanza del decreto per promuovere una reale uguaglianza tra gli studenti, garantendo a tutti un’adeguata conoscenza della lingua italiana e un sostegno mirato per gli alunni con disabilità.
Previsti gli interventi degli esponenti della maggioranza e dell’opposizione e la replica del Ministro.
L’intervento integrale del Ministro Valditara
Grazie a tutti gli onorevoli per le domande e le sollecitazioni. Ovviamente rifaccio i saluti a tutti, anche a chi non era ancora collegato quando sono intervenuto precedentemente.
Inizio dall’onorevole Amato: il problema della provincia di Bolzano non ci può interessare per un motivo molto semplice, perché, come ben sapete, lì vige un sistema del tutto autonomo, un sistema che non è controllato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, quindi una scelta su cui noi non abbiamo alcun potere di intervento.
La domanda dell’onorevole Amato tocca il tema importante e fondamentale della continuità didattica per quanto riguarda i ragazzi con disabilità. Ora io faccio presente che esiste un articolo fondamentale nella nostra Costituzione, un articolo che i costituzionalisti vorranno mettere al centro della politica scolastica e delle politiche di istruzione: è l’articolo 30, che attribuisce ai genitori il diritto-dovere di educare, istruire e formare i propri figli. Quindi il diritto di istruire e formare i propri figli è innanzitutto in capo ai genitori. Ovviamente questo diritto si svolge all’interno della scuola pubblica, ma è ovvio che il genitore conserva la possibilità di scegliere il percorso educativo e quindi questa scelta deve essere certamente tenuta in grande considerazione.
Ora, qualcuno ha detto che ‘Valditara fa entrare i privati nella scuola’: questa è una grossa sciocchezza, perché le famiglie non sono i privati. Anzi, io auspico che ci sia sempre di più una grande alleanza fra famiglie e scuola, e non una contrapposizione.
Ci troviamo di fronte a soggetti fragili, a soggetti per cui la continuità didattica diventa fondamentale. Se la continuità didattica è un elemento importantissimo per ogni studente (e non dimentichiamoci che la scuola costituzionale è fatta per gli studenti, mette al centro gli studenti; la scuola deve muoversi per valorizzare i talenti e le opportunità di ogni studente, quindi la scuola non è fatta per altre finalità, è fatta proprio per promuovere gli studenti, per promuovere la personalità, i talenti e le abilità degli studenti), bene, se la continuità didattica è qualcosa di particolarmente importante per tutti gli studenti, noi dobbiamo muoverci sempre di più al fine di garantirla.
Con un percorso di assunzioni che abbiamo iniziato a mettere in campo lo scorso anno, che proseguirà quest’anno e anche nei prossimi, dobbiamo anche prendere atto che laddove lo studente con disabilità si sia trovato particolarmente bene con un docente di sostegno, la famiglia sia particolarmente soddisfatta e il direttore, il dirigente scolastico, il preside non ravvisi contrarietà (non dimentichiamoci che quando si tocca il posto di ruolo non si toglie l’aspettativa legittima all’occupazione di un posto di ruolo, qua si tratta semplicemente di docenti precari; gli altri docenti precari continuano ad essere inseriti nelle graduatorie e troveranno un posto, perché c’è uno straordinario bisogno, tra l’altro, di docenti precari), qua semplicemente si accoglie una richiesta che le associazioni della disabilità facevano da vent’anni alla politica e che la politica non ha mai avuto il coraggio di fare. Bisogna anche dirlo, perché evidentemente non era al centro della politica l’interesse della continuità didattica da garantire allo studente con disabilità.
Io credo che la nostra Costituzione debba essere considerata anche laddove tutela i soggetti più fragili. Non dimentichiamoci gli articoli fondamentali, per esempio l’articolo 3 comma 2 della nostra Costituzione, che è fondamentale da questo punto di vista.
Quindi questa misura ha la funzione, senza togliere il posto di ruolo a chi ovviamente se lo aspetta, a chi ne ha diritto, senza andare a danneggiare coloro che sono iscritti nelle graduatorie (perché il posto lo troveranno, magari non in quella scuola, ovviamente non in quella scuola, ma in un’altra scuola), di garantire per la prima volta la continuità didattica a studenti che avrebbero grossissimi problemi di fronte ad un cambiamento continuo del loro riferimento didattico, cioè del docente di sostegno.
Quanto poi è stato detto circa il “ministero del Merito”, evidentemente, se la famiglia e il dirigente scolastico hanno reputato che quel docente ha lavorato bene, che cosa c’è di più meritevole che non confermare questo docente?
Non dimentichiamoci poi (e qui rispondo anche alla domanda dell’onorevole Caso e della stessa onorevole Manzi) che in Italia ci sono 85mila docenti di sostegno senza specializzazione. E tutto questo non è stato evidentemente considerato: se adesso è uno scandalo, beh, lo dico con grande franchezza.
Le università hanno migliorato le loro performance e io quindi sono soddisfatto che qualche passo avanti rispetto al passato si sia fatto, però le università riescono a malapena ad abilitare (scusate, a specializzare) 30mila insegnanti sul sostegno ogni anno, e si tratta di soggetti che si sono laureati, che non hanno, che non sono ancora iscritti nelle graduatorie, non sono precari in senso proprio, ok? Quindi si tratta di laureati, di soggetti che hanno fatto il percorso universitario.
Le università non riescono invece ad abilitare quegli 85mila docenti precari. Questo che cosa vuol dire? Vuol dire che noi abbiamo due possibilità: o lasciamo che in Italia 85mila ragazzi con disabilità vengano seguiti da docenti senza specializzazione, oppure facciamo sì che ci sia un canale parallelo, non esclusivo, alternativo, perché poi nulla vieta alle università, se ce la fanno, se migliorano ulteriormente le loro performance, se migliorano ulteriormente i loro risultati, oltre a specializzarne 30mila, di riuscire a specializzarne altri ancora. Ben venga, possono farlo tranquillamente.
Quello che noi offriamo è un percorso di alta qualità, perché certamente sarà un percorso di altissimo profilo, fatto da un ente che ha per finalità statutaria quella di formare gli insegnanti e che si va ad aggiungere proprio per colmare quel gap, per far sì che ci siano 85mila specializzazioni sul sostegno che oggi mancano.
Insomma, è una misura a favore dei nostri giovani con disabilità e non vedo quale sia il problema. È un primo, vero, grosso intervento per garantire una diffusa specializzazione, quella specializzazione che le università oggi non sono ancora in grado di offrire.
Per quanto riguarda il discorso dei docenti con abilitazione all’estero, io voglio ricordare che con CIMEA noi siamo riusciti a rispondere a 1500 istanze, 4000 provvedimenti sono già pronti e stanno aspettando il riconoscimento da parte del MUR, stanno aspettando quindi un provvedimento definitivo da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca. Quindi complessivamente sono 5500 su un totale di circa 14000.
Però nel frattempo è intervenuta anche una sentenza del Consiglio di Stato che noi non dobbiamo dimenticare, e questa sentenza del Consiglio di Stato ci obbliga a tenere conto delle normative europee, perché l’Europa non è che possa essere presa in considerazione solo quando ci fa comodo: l’Europa deve essere presa in considerazione sempre. E l’Europa ci dice che i titoli conseguiti in Spagna o in Romania, se sono stati conseguiti presso università legittimate a erogarli, hanno lo stesso valore dei titoli conseguiti in Italia.
Pertanto noi abbiamo dei tempi estremamente stringenti. L’intervento di INDIRE è un intervento per consentire una specializzazione ulteriore che, a nostro avviso, manca nelle università straniere, perché il docente di sostegno è una peculiarità del sistema italiano. Quindi noi sostanzialmente chiediamo di arricchire il percorso di specializzazione sul sostegno passando attraverso INDIRE. Ma in questo modo riteniamo di poter risolvere un problema che il Consiglio di Stato ci obbliga a definire rapidamente ed una volta per tutte.
Per quanto riguarda invece il tema dei docenti all’estero, io sono totalmente d’accordo con voi, nel senso che il mio parere nei confronti di alcuni degli emendamenti presentati è assolutamente favorevole. Il problema è che non sono io competente, non è il Ministero dell’Istruzione e del Merito competente, ma è il Ministero degli Affari Esteri, perché, come dovreste sapere, sui docenti italiani all’estero è competente il Ministero degli Affari Esteri. Quindi, se si riesce ad avere la disponibilità anche del Ministero degli Affari Esteri, questa cosa può considerarsi risolta, perché da parte mia c’è massima disponibilità.
Infine, per quanto riguarda il tema degli asili nido posto dall’onorevole Amorese, voglio ricordare che noi abbiamo investito qualcosa come 734 milioni di euro di risorse nostre, cioè aggiuntive rispetto ai fondi del PNRR. E questo bando l’abbiamo fatto volutamente proprio perché l’obiettivo deve essere quello di raggiungere il 33% di copertura su tutto il territorio nazionale.
In alcune realtà ormai siamo ben oltre il 33%, siamo arrivati all’obiettivo del 45% che era stato fissato per il 2030. Dicevo, abbiamo previsto questo bando specificamente per quei comuni che sono al di sotto della soglia del 33%. Voglio sottolineare che su circa 1800 comuni che sono stati individuati, hanno risposto favorevolmente 845 comuni, e non 387 come è stato affermato in aula da qualcuno di voi. Quindi sono 845 che hanno già risposto favorevolmente. Gli altri comuni, meno di 1000, non hanno, almeno attualmente, ritenuto di aderire all’avviso pubblico pur essendo pure loro destinatari dei finanziamenti. Quindi non c’è stata una scopertura di finanziamenti, c’è stata una scelta di alcuni comuni di non aderire a questo avviso pubblico.
Aggiungo che questi 845 si vanno ad aggiungere ad altri 2248 interventi che noi abbiamo già autorizzato. Quindi sostanzialmente l’impatto è un impatto che, tra l’altro, prevede abbondantemente il superamento di quella soglia del 40% di interventi per il Mezzogiorno che è prevista dal PNRR. Noi abbiamo superato di gran lunga, perché sappiamo che questo è un problema che riguarda in particolar modo il Mezzogiorno.
Da questo punto di vista, credo che lo sforzo che sta facendo questo Ministero sia uno sforzo veramente imponente.
Decreto in Gazzetta Ufficiale
Docenti sostegno, il Ministero: “Occorre incrementare il numero degli specializzati, esigenza non più rinviabile. Ridurre la mole di istanze giacenti per titoli esteri (oltre 10mila domande)
Formazione dei docenti di sostegno
Fino al 31 dicembre 2025, oltre ai normali percorsi di specializzazione sul sostegno, sarà possibile conseguire la specializzazione attraverso corsi di formazione attivati dall’INDIRE della durata di almeno 30 crediti formativi. Potranno accedervi gli aspiranti che abbiano svolto almeno 3 anni di servizio su posto di sostegno negli ultimi 5 anni. I costi saranno a carico dei partecipanti.
Continuità didattica sul sostegno
Per agevolare la continuità, il dirigente scolastico potrà proporre ai docenti specializzati e non specializzati che abbiano svolto servizio sul sostegno la conferma con precedenza assoluta sulla stessa cattedra dell’anno precedente.
Tutela dei diritti
Saranno avviate attività di sperimentazione del nuovo decreto sulla disabilità in 9 province italiane, con la partecipazione dei docenti referenti per il sostegno.
Integrazione alunni stranieri
Dal 2025/26 potranno essere assegnati docenti per l’insegnamento dell’italiano nelle classi con almeno il 20% di studenti stranieri neoarrivati. Le scuole potranno stipulare accordi con i CPIA per l’accertamento delle competenze linguistiche e l’inserimento degli alunni stranieri.
Valutazione dei dirigenti scolastici
Viene finalmente introdotto un nuovo modello di valutazione per i dirigenti scolastici in grado di misurare la loro attività sulla base di parametri di merito. Il nuovo modello di valutazione sarà contenuto in un decreto del Ministro, da adottarsi con il doveroso coinvolgimento dei sindacati.
Mobilità dirigenti scolastici
Si introduce una norma transitoria, valevole solo per il prossimo anno scolastico, per regolare la mobilità dei dirigenti scolastici, nelle more dell’entrata in vigore del CCNL appena siglato, prevedendo di innalzare al massimo (100%) la percentuale di posti disponibili a beneficio della mobilità dei dirigenti attualmente nei ruoli.