Decreto riforma reclutamento docenti, Anief annuncia ricorso alla Corte di Giustizia europea

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Non può essere considerato positivamente il nuovo testo del ddl per l’attuazione del Pnrr presentato dal governo, modificato dal maxi-emendamento della Commissione bilancio e approvato oggi dall’Aula del Senato: i motivi sono stati spiegati stasera da Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

Nel corso di una diretta sui canali social del giovane sindacato, Pacifico ha detto che “rimane irrisolto il problema della mancata stabilizzazione dei precari della scuola, c’è un’enorme differenza rispetto a quanto sostiene l’Europa e proprio in Corte di Giustizia dell’Unione Europea proporremo una specifica denuncia sul punto.

Quindi dopo aver contestato la Legge 107 del 2015, vincendo in CGUE, faremo nuovamente ricorso con coerenza e pertinenza, lo faremo con decisione rivendicando quell’assorbimento automatico dei precari nei ruoli dello Stato che in Italia si continua ad eludere. Non permetteremo nuovi ‘risparmi di spesa’ da far ricadere sulla pelle dei supplenti e calpestando i loro diritti”.

Pacifico ha fatto una disamina di tutti i punti singoli che sono stati approvati con il decreto: “Il nostro giudizio è veramente negativo, sia sul reclutamento sia sulla formazione degli insegnanti. Perché il Parlamento ha ignorato la protesta che abbiamo fatto in piazza” il 6 e il 30 maggio, come “ha ignorato quello che abbiamo detto in audizione. Sì – ha continuato il sindacalista – c’è qualche cosa che hanno modificato, ma questo alla fine non cambia radicalmente il testo come chiedevamo noi”. Il problema è che alle richieste “dei partiti la Ragioneria dello Stato ha detto ‘no’, negando i cambiamenti proposti con forza”.

Il presidente Anief ha quindi illustrato il nuovo “percorso abitante”, con “anno di formazione iniziale universitaria a numero programmato, a cui seguirà un concorso e l’anno di prova con valutazione finale. In quest’anno di formazione potranno inserirsi anche coloro che sono precari da almeno 3 anni, ma non si comprende ancora come e cosa si intende con le cosiddette ‘riserve dei posti’. Speriamo che finalmente venga fatto quello che chiedevamo, cioè il loro accesso anche in soprannumero e senza, ovviamente, selezione in ingresso”.

“Noi avevamo chiesto anche di abolire i concorsi successivi e di confermare in ruolo direttamente i precari che da anni insegnano, ora sembra – ha continuato il sindacalista – che chi ha conseguito i 24 Cfu, quelli richiesti per accedere alle GPS da non abilitati per intenderci, con i 36 mesi di servizio, può partecipare ai concorsi senza fare l’anno di formazione universitaria, ma comunque dovrà conseguire i Cfu mancanti e richiesti dalla nuova normativa. Per noi sono tutte cose illegittime, che andremo a denunciare nei tribunali competenti”.

Per il sostegno, ancora, Pacifico ha detto che “c’è la volontà di inserire in sovrannumero chi ha svolto 36 mesi di servizio, perché la nostra scuola ha più di 70 mila docenti senza specializzazione sul sostegno, ma anche in questo caso non varrà per tutti”. I concorsi a quiz cancellati sono stati definiti dal sindacalista “una grandissima barzelletta, perché il problema fondamentale è che non si parla di scuola dell’infanzia e primaria”. Che la riforma, inoltre, abbia nuovamente “dimenticato anche gli altri protagonisti: gli educatori e il personale ata. Nessuno ne parla”.

Arriva per gli insegnanti di religione cattolica il concorso straordinario: “noi lo chiedevamo per titoli, invece dovranno fare una prova orale; cercheremo di farla fare nel modo più semplice possibile, per andare a confermare nei ruoli coloro che hanno questo percorso, come siamo riusciti in passato”.
“Il problema rimane irrisolto anche per gli insegnanti tecnico pratici”. L’unica novità sono i docenti della secondaria nelle graduatorie di merito del concorso ordinario, “ma saranno molto pochi, visto che moltissimi sono stati bocciati e comunque non si risolve in questo modo il problema del precariato”.

Il leader dell’Anief ha ricordato anche che “le assegnazioni provvisorie erano per tutto il personale, invece non riguarderanno i neo-immessi in ruolo, ci sarà di nuovo il vincolo triennale, mentre nell’ultimo contratto era stata abolita questa possibilità. Altro passo del gambero”.

“Come non possiamo essere contenti della perdita di 12.000 docenti. L’unica cosa che si è salvata, almeno fino al 2024, sono i finanziamenti per la carta dei docenti: non verrà tagliata, peccato che abbiano dimenticati di mettere 300 milioni in più per assegnarla ai precari, come ha detto la Corte di Giustizia europea. Vuol dire che per recuperare i soldi potranno soltanto ricorrere con Anief andando a recuperare 2.500 euro”. Male anche l’organico Covid: “non solo non è confermato, ma tanti colleghi non prendono lo stipendio da mesi. Eppure sono lavoratori che hanno portato avanti la scuola in difficoltà, durante la pandemia, sempre con continuità e professionalità”.

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