Decreto PA, è scontro sugli idonei nei concorsi pubblici. L’opposizione attacca Zangrillo: “Non conosce la differenza con i bocciati, lo chieda a ChatGPT”. La risposta del Ministro: “Serve una PA moderna e attrattiva”

Il tema degli idonei nei concorsi pubblici e il limite al loro scorrimento nelle graduatorie ha acceso un acceso confronto politico, con il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo al centro delle polemiche.
Durante la seduta delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera, il ministro ha ribadito la sua posizione sul cosiddetto “taglia-idonei”, difendendo la scelta di fissare un tetto del 20% alle assunzioni di idonei rispetto ai vincitori. Zangrillo ha sottolineato che “la figura dell’idoneo non è presente nei concorsi pubblici di altri Stati” e che “dovrebbero essere equiparati ai candidati che non hanno superato il concorso”.
Il ministro ha ricordato come, all’inizio del suo mandato, le graduatorie contassero migliaia di idonei risalenti anche a quindici anni prima, una situazione che, a suo avviso, non garantisce una Pubblica Amministrazione di qualità in un contesto dove “l’obsolescenza delle competenze è molto rapida”. La misura, secondo Zangrillo, serve a “garantire che le migliori professionalità accedano attraverso concorso pubblico” e non tramite scorrimenti infiniti di graduatorie.
Le reazioni delle opposizioni: “Idonei non sono bocciati”
Le parole del ministro hanno suscitato la dura reazione delle opposizioni, in particolare del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico.
Riccardo Tucci (deputato del M5S) ha chiesto un’informativa urgente, accusando Zangrillo di “non conoscere come funziona la Pubblica amministrazione” e di aver “definito come ‘bocciati’ gli idonei ai concorsi, ossia coloro che superano le prove d’esame ma non risultano vincitori”. Tucci ha sottolineato che “le cose sono due: o è ignorante o è in malafede”, invitando il ministro a rispondere in aula.
Anche Andrea Casu (deputato del PD) ha criticato aspramente la posizione del governo, definendo “assurdo” il limite del 20% agli idonei e ricordando che “si decide a priori, indipendentemente dalle reali esigenze delle diverse amministrazioni, che servirà meno del 20% degli idonei”.
Casu ha citato anche l’intelligenza artificiale, riferendo di aver chiesto a ChatGPT la differenza tra idonei e bocciati: “gli idonei hanno superato tutte le prove del concorso e hanno dimostrato di avere le competenze richieste, mentre i bocciati non hanno raggiunto il punteggio minimo”.
Secondo Casu, “la gravità delle affermazioni del Ministro sta nel prendersi gioco dei sacrifici di tante persone”, invitandolo a cambiare le regole se non le condivide, ma “non a confondere idonei con bocciati”. Il deputato ha ricordato anche che la sospensione del limite è stata determinata dalle forti sollecitazioni dell’ANCI e che, di fronte ai numerosi pensionamenti previsti nei prossimi anni, “si deve ricorrere a tutte le energie disponibili, essendoci spazio sia per gli idonei sia per i vincitori di nuovi concorsi”.
Zangrillo: “Nessun ripensamento, serve una PA moderna e attrattiva”
Il ministro della Pubblica Amministrazione, nella sua replica, ha ribadito la necessità di un’amministrazione capace di rispondere adeguatamente ai suoi utenti e di essere attrattiva per le giovani generazioni.
Poi precisato che il decreto-legge in discussione “non contiene una riforma della PA”, ma interviene per risolvere criticità emerse di recente e di natura più profonda.
Sul tema dei salari, Zangrillo ha respinto le accuse di immobilismo, ricordando che “nella storia repubblicana non si trova riscontro di altri Governi che abbiano investito così tanti fondi sulla contrattazione pubblica e sul relativo rinnovo come il Governo Meloni negli ultimi due anni”. Poi ha sottolineato che l’aumento proposto del 6,8% supera di gran lunga quello del 2,4% approvato nel 2016 dagli stessi sindacati che oggi rifiutano la firma, attribuendo la scelta a una valutazione politica.
Riguardo ai salari in ingresso nella PA, il ministro ha affermato che “sono in linea con i valori di mercato e assolutamente concorrenziali”, ma ha riconosciuto la necessità di strumenti che premino il merito e favoriscano la crescita professionale. Zangrillo, poi, ha evidenziato l’importanza dell’innovazione tecnologica e dell’intelligenza artificiale per rendere la pubblica amministrazione più efficiente, citando l’interoperabilità delle banche dati e l’uso di avatar nei concorsi pubblici.
Infine, ha ricordato i risultati ottenuti in termini di riduzione dei tempi dei concorsi e di incremento delle ore di formazione per i dipendenti, sottolineando l’impegno per una PA moderna, efficiente e capace di attrarre nuovi talenti.
Prossimi passaggi parlamentari
Il Decreto PA sarà discusso in Aula alla Camera martedì 22 aprile, con la richiesta di fiducia del governo. Le votazioni si terranno mercoledì 23, mentre l’esame proseguirà giovedì 24. Il provvedimento, in scadenza il 13 maggio, dovrà poi essere esaminato dal Senato per l’approvazione definitiva.