Decreto legge Scuola, saltata all’ultimo la revisione del Cspi? Anief: l’organismo deve cambiare perché da anni non assolve più il suo ruolo al meglio, serve un confronto con i sindacati
Non è ancora pubblico il testo definitivo del Decreto legge sulla Scuola approvato venerdì 24 maggio dal Consiglio dei Ministri, ma su un punto sembra vi sia stato un ripensamento: riguarda la modifica della composizione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, l’organo collegiale supremo del sistema scolastico italiano, che prevedeva di incrementare l’attuale composizione di 36 membri fino a 45.
Solo che questo sarebbe avvenuto aumentando il numero di nominati dal Ministero che passavano da 15 a 27, mentre invariati sarebbero stati i 18 membri eletti dalle scuole, di cui 3 rappresentanti delle minoranze linguistiche.
Altra novità presente nella bozza in questione riguardava l’ingresso nel consiglio di 3 rappresentanti delle scuole non statali e, soprattutto, di 3 membri designati dal Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori (FONAGS), organismo consultivo del Ministero da oltre vent’anni. “Un intervento – commenta la stampa specialistica – che se da un lato puntava ad una maggiore rappresentatività e un maggiore pluralismo, dall’altro ha allarmato i sindacati, soprattutto relativamente all’aumento della componente ministeriale. Secondo quanto ci riferiscono la riforma in questione non era più presente nel testo di ingresso” dell’ultimo “Consiglio dei Ministri”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “è giusto cambiare le modalità e l’assetto del Consiglio superiore della pubblica istruzione, semplicemente perché negli ultimi anni ha dimostrato di non assolvere più al meglio al suo ruolo di garante della democrazia scolastica. Quello che serve all’istruzione italiana è un organismo davvero super partes, mai appiattito al volere di chi governa, sempre pronto a ravvisare i limiti, in chiave costruttiva, dei provvedimenti legislativi e ordinamentali che si stanno approvando. Una sua eventuale mutazione numerica, come pure della portata delle sue competenze, potrebbe dunque anche avere una sua logica, a patto che venga valutata e concertata con i rappresentanti dei lavoratori. Perché – conclude Pacifico – si assicuri in questo modo l’obiettivo ultimo, il miglioramento della scuola e della sua offerta formativa”.