Decreto Caivano, il PD vota contro il provvedimento: da Stato solo repressione ma ai giovani serve scuola e sostegno
Il decreto Caivano è stato aspramente criticato da parte del deputato del Partito Democratico, Marco Lacarra. Secondo Lacarra, il provvedimento non risponde efficacemente alla lotta contro la povertà e il disagio giovanile nelle periferie italiane.
Le parole del deputato evidenziano un’insufficienza nel combattere la solitudine e la disperazione che affliggono i giovani in aree socialmente emarginate.
Lacarra accusa le istituzioni di non essere attive nei territori e comunità più bisognosi, menzionando la “ferita” aperta da Caivano che il governo e la maggioranza non hanno inteso curare. Questa assenza istituzionale, secondo il deputato, potrebbe portare a una recrudescenza del malessere sociale.
Il deputato PD approfondisce la discussione evidenziando che fenomeni quali la delinquenza, l’abbandono scolastico, l’uso di alcool e droghe, autolesionismo e suicidi sono manifestazioni di un problema molto più ampio. Lacarra sostiene che il decreto-legge non offre soluzioni a queste problematiche.
Lacarra critica lo Stato per il suo ruolo prevalente di autorità – polizia, giudice e carceriere – a scapito di funzioni più costruttive e supportive come scuola, assistenza sociale, lavoro e cultura. Lo Stato viene accusato di non proporsi come un’alternativa credibile alle organizzazioni criminali come Camorra, ‘Ndrangheta e Mafia, non fungendo da “strada dritta” in un contesto di “tante storte”.
Il Partito Democratico, rappresentato da Lacarra, si esprime contro la fiducia e contro il decreto Caivano, votando in opposizione. La posizione del PD si fonda sulla convinzione che lo Stato debba essere un punto di riferimento positivo e costruttivo, non solo un’entità che fa rispettare l’ordine e la legge.