Decreti 107, AGE: potenziare competenze relazionali docenti, separare servizi e scuola infanzia

L’Associazione italiana genitori (AGE), il 27 gennaio u.s., è stata ascoltata. nell’ambito delle audizioni programmate, in merito ai decreti attutativi della legge di Riforma della Scuola.
L’associazione ha presentato le proprie osservazioni in merito a: Formazione iniziale dei docenti, Inclusione scolastica degli studenti con disabilità; Sistema integrato 0-6; Diritto allo studio; Cultura umanistica e creatività; Valutazione.
Riportiamo di seguito il testo completo dell’Audizione.
Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
innanzitutto ringraziamo per l’opportunità che ci è stata offerta di esporre il pensiero e i bisogni manifestati e condiviso dai nostri associati in merito ai decreti attuativi L.107.
N. 377 – Formazione iniziale dei docenti
Come genitori ribadiamo la necessità che nel percorso di formazione dei nuovi insegnanti (ma occorrerebbe anche per i dirigenti!), siano previste attività teoriche e pratiche di sviluppo di una buona relazione con gli studenti e le loro Famiglie. I primi sono al centro della mission educativa , i secondi condividono con essa la responsabilità educativa. Una migliore gestione delle relazioni, aiuterebbe a risolvere le difficoltà.
N. 378 – Inclusione scolastica degli studenti con disabilità
Abbiamo apprezzato i punti di forza della riforma: il maggior valore dato alla formazione per l’accesso ai ruoli, (art. 13); la previsione di una permanenza decennale dei docenti nelle sezioni per il sostegno didattico (art. 12); la formazione in servizio di tutto il personale (art. 15); la qualità dell’inclusione che entra a far parte della valutazione delle istituzioni scolastiche (art. 4); il riconoscimento delle famiglie quali attori necessari dell’inclusione scolastica (artt. 1-11).
Evidenziamo alcune proposte migliorative:
– Il limite dei 22 alunni per classe risulta accettabile, solo limitando ad uno il numero degli alunni certificati per classe contenendo anche quelli DSA . Altrimenti proponiamo sia ridotto a 18/20
– è importante avere un adeguato numero di insegnanti specializzati, e mantenere la possibilità di “fruire dello stesso insegnante di sostegno per l’intero ordine o grado di istruzione”, così come previsto dalla legge delega;
– occorrono: contributi economici più consistenti per acquistare sussidi didattici necessari o realizzare un’aula morbida per i disabili più gravi; collaboratori scolastici anche in deroga (artt. 3 e 21), per scuole con un alto numero di certificazioni; la partecipazione obbligatoria ai PEI del personale fornito dai comuni per l’assistenza educativa;
Nel testo si fa riferimento alla collaborazione dei genitori (art. 11 in particolare) ma andrebbe precisato che ci si riferisce solo ai genitori degli alunni disabili, mentre la partecipazione anche dei rappresentanti di classe nell’elaborazione dei progetti, didattici aiuterebbe l’inclusione.
incentivare l’inclusione anche attraverso lo sport, in modo da far sperimentare al gruppo classe dinamiche non assistenzialistiche ma di pari opportunità.
N. 380 – Fascia 0-6 anni
Osserviamo che tra le finalità del sistema integrato di educazione e istruzione per i bambini da 0 a 6 anni Il ruolo della famiglia è piuttosto marginale ed eccessivamente generico in un momento della crescita in cui i legami familiari sono ESSENZIALI allo sviluppo armonico emotivo, cognitivo, sociale.
Inoltre “favorire la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura” non passa solo con l’istituzione di strutture che “tolgano” il bambino ai genitori, ma soprattutto con una diversa organizzazione del lavoro che preveda adeguate modalità (part time, lavoro a distanza, ecc).
Negli obbiettivi strategici la famiglia non viene assolutamente presa in considerazione, e nei compiti dei vari livelli di intervento, la famiglia è citata solo nella parte relativa all’Ente locale (modalità di partecipazione delle famiglie) che sottintende con quale tipo di partecipazione economica al servizio le famiglie devono contribuire, non altro.
L’impianto intero esprime una preoccupazione per la “continuità con i livelli di istruzione superiori”, e questo ci sconcerta: significa che i bambini entrano nel sistema di istruzione a 0 anni? Le famiglie che sceglieranno di non usufruire dei servizi integrati 0-3 saranno penalizzate nei livelli superiori?
I “Servizi per l’infanzia” e la “Scuola dell’infanzia” sono e devono essere due realtà molto diverse, sotto responsabilità diverse, con scopi diversi, con “personale” diverso.
Segnaliamo inoltre, che nell’istituzione dei “Poli per l’infanzia” il ruolo e il contributo delle famiglie non viene preso in considerazione in alcun modo.
Riguardo la partecipazione delle famiglie, sarebbe opportuno estendere le buone pratiche già attivate da alcune Regioni, come ad esempio che i rappresentanti dei genitori partecipino a Commissioni formate da rappresentanti degli Enti locali e personale educativo per esprimere il proprio parere in merito alla gestione dei singoli servizi.
N. 381 – Diritto allo studio
La tutela del diritto allo studio, con particolare riferimento alle condizioni di disagio, è obiettivo meritorio, come pure è pregevole l’estensione della Carta dello studente fin dalla scuola primaria.
ART. 7: Le istituzioni scolastiche possono promuovere il comodato d’uso GRATUITO dei libri.
Il punto non rappresenta certo una novità, ma ha manifestato da tempo i suoi limiti per svariate ragione connesse in particolare alla gratuità del rapporto contrattuale: oneri e rischi eccessivi per le scuole; impossibilità di idonee cauzioni; elevata deperibilità del bene; difficoltà nel recupero in caso di mancata riconsegna; durata limitata del testo. Sarebbe invece opportuno, studiare strategie diverse,
contenitive dei costi, o supportare Associazioni di Genitori che già hanno sperimentato positivamente il servizio.
Evidenziamo inoltre brevemente che:
la previsione di cui all’art. 5 comma 2 sia esteso quanto meno alle scuole secondarie di primo grado.
condividiamo la presenza di due rappresentanti delle Associazioni dei genitori e degli studenti nella Conferenza nazionale per il diritto allo studio.
N. 382 – Cultura umanistica e creatività
Non possiamo che apprezzare un decreto legislativo dedicato allo sviluppo della “creatività” negli alunni e negli studenti, non disgiunto dalla “sfera estetica e della conoscenza storica” e dalla “tutela e valorizzazione del patrimonio culturale”, dando indicazioni perché entrino a pieno diritto nei POFT delle scuole tutte le possibili espressioni artistiche (art. 2), sia tradizionali che innovative (art. 1 c. 3).
C’è da aggiungere che in questo ben si inseriscono i licei classici, che preparano ragazzi addestrati al pensiero logico e alla concentrazione e quindi capaci di inserirsi proficuamente in qualsiasi contesto lavorativo, anche qualora non completino gli studi universitari. Un percorso di studi assai valido ma che necessita di un impulso di rinnovamento, quale questo decreto può dare.
Ottimo il potenziamento delle attività creative e in particolare musicali nella primaria e nell’infanzia e bene che si attinga alle professionalità presenti nelle scuole di ordine superiore.
Quello che non condividiamo è che i finanziamenti aggiuntivi siano riservati ai Poli e alle scuole superiori (articoli 11 e 13): in questo modo non aumenteremo mai la quantità di corsi nelle scuole secondarie di primo grado a indirizzo musicale.
N. 384 – Valutazione
Riteniamo positivo l’aver escluso dalla valutazione finale del primo ciclo la prova INVALSI, che non può costituire strumento di verifica per l’apprendimento dell alunno..
Abbiamo pertanto perplessità anche sull’inserire la prova INVALSI quale requisito necessario per l’ammissione all’esame finale del primo ciclo e dell’esame di stato. (non è chiaro se bisogna superare la prova o solo parteciparvi).
Le perplessità dei genitori riguardano inoltre l’ammissione alle classi successive e agli esami con la media del “sei”, che non garantisce una preparazione adeguata e in qualche modo avalla la scelta di trascurare una o più materie a favore di altre.
Appare eccessivo il rilievo dato all’alternanza scuola-lavoro quale requisito di ammissione all’esame di Stato, in quanto il rischio è quello di occupare troppo spazio nel colloquio. Peraltro per le difficoltà che si stanno manifestando, rischia di diventare uno strumento discriminatorio per le diverse opportunità tra regioni, città e persino singole classi, di organizzazione di interessanti ipotesi di alternanza, non sempre connesse neanche con le future scelte lavorative degli studenti.
Sempre per l’INVALSI, abbiamo apprezzato l’inquadramento delle rilevazioni quali attività ordinarie d’istituto, l’introduzione di test computer based e della prova d’inglese; unica eccezione la prova di inglese nella quinta classe di scuola primaria, che appare eccessiva.
Vi ringrazio per l’attenzione che avete riservato e che vorrete concedere alle istanze dei genitori