De Gregorio: “Ministro Valditara, l’Italia che vuole è cupa, cattiva e triste. Chi è lei per decidere chi è di casa e chi no?”

Su La Repubblica, Concita De Gregorio ha espresso un grido d’allarme sulla scuola, in un appello rivolto al Ministro Valditara. Il suo messaggio è carico di rabbia e delusione verso ciò che vede come una trasformazione negativa dell’Italia.
Parla di un Paese “cupo, cattivo e triste”, un luogo immaginario creato dalle politiche del governo attuale. Si sente straniera in questa realtà distorta, dove l’ordine, l’obbedienza e la disciplina sono valorizzati più dell’inclusione e della solidarietà.
Concita De Gregorio si immerge in una riflessione profonda sulla differenza tra essere uno straniero nel senso letterale del termine e sentirsi estranei al proprio Paese di origine. Riconosce la profonda sofferenza di coloro che subiscono discriminazioni reali e si solidarizza con loro, pur riconoscendo che questa solidarietà può essere vista come un privilegio fastidioso. Tuttavia, ribadisce il suo punto: non si sente più a casa in un’Italia che sembra sempre più lontana dai valori di inclusione e apertura.
In modo netto e diretto, De Gregorio critica il concetto stesso di “straniero” e la presunzione di poter giudicare chi appartiene e chi non appartiene. Domanda al Ministro: Chi è lei per decidere chi è di casa e chi no? Chi le ha dato il diritto di stabilire criteri di selezione basati su differenze superficiali come la provenienza geografica, il colore della pelle o la lingua parlata? Queste domande pongono l’accento sulla necessità di guardare oltre le etichette e abbracciare la ricchezza della diversità umana.
Nella sua chiosa, De Gregorio invita il Ministro a considerare le esperienze di coloro che hanno vissuto all’estero o che hanno familiari e amici provenienti da culture diverse. Chiede di riflettere su come vengono trattati gli “stranieri” nei Paesi democratici e su quali criteri vengono utilizzati per l’inclusione e l’accettazione. È un invito a superare i confini mentali e ad abbracciare un’idea di società più inclusiva e aperta.