De Cristofaro, su precariato compromesso che ha scontentato tutti

Un’intervista pubblicata sul Manifesto lascia intendere che si stia creando un po’ di frizione all’interno del Ministero di viale Trastevere. Lo sdoppiamento del Miur in ministero dell’Istruzione e ministero dell’Università e ricerca scientifica, avvenuto a fine 2019 a seguito delle dimissioni dell’allora ministro Fioramonti, ha comportato la suddivisione anche all’interno del dicastero.
Operazione non semplice e che ha richiesto un bel po’ di tempo aggravato poi anche dal lockdown che ha fatto sentire i suoi effetti su tutto il sistema paese compresa la pubblica amministrazione.
Ora che si sta tornando a riprendere le attività programmate, anche al Ministero guidato da Lucia Azzolina e da Gaetano Manfredi sono ricominciate le procedure per lo sdoppiamento. Il quotidiano il Manifesto ha fatto una chiacchierata a fini giornalistici con il sottosegretario Giuseppe De Cristofaro (Sinistra italiana – Leu) destinato a seguire il ministro Manfredi, mentre Anna Ascani (Pd) resterà come sottosegretaria della Azzolina.
Fin qui nulla di nuovo. La novità che farebbe intendere a una maretta interna è legata alle deleghe dei sottosegretari. Nella proposta delle deleghe. A De Cristofaro non sarebbero state assegnate quelle relative a temi di cui si è sempre occupato: disabilità, processi di inclusione, lotta alla dispersione scolastica, diritto allo studio e rapporto con le organizzazioni studentesche. Roberto Pietrobon che ha realizzato l’intervista ha domandato al sottosegretario se non fosse proprio questo il motivo vero del passaggio da un ministero all’altro. La risposta è una mezza conferma. “La questione deleghe – ha detto De Cristofaro – ha avuto sicuramente un peso”, aggiungendo poi che dal momento in cui ancora non c’era stata la redistribuzione delle competenze, lui aveva sempre continuato a occuparsi di questi temi. Certo non li abbandonerà, ma li riproporrà nel settore universitario, dove pure bisogna agire per contrastare il calo di immatricolazioni, magari anche cambiando politica nei confronti del numero chiuso di alcune facoltà.
Poi però passa all’attacco. Oltre alle mancate deleghe, snocciola quali sono i motivi di contrasto con la ministra Azzolina: non aver avuto il coraggio di dire che la Dad è stata un “surrogato” della didattica in presenza, “riconoscendo che almeno un milione di studenti non è stato raggiunto”. Anche sul piano di assunzione dei precari, De Cristofaro si dice in disaccordo, perché “si è trovato un compromesso che ha, però, scontentato molti”. E magari sarebbe stato meglio approcciare con i sindacati in maniera differente.