De Cristofaro: non tutti gli studenti hanno internet a casa o il pc, servono linee guida minime per pari diritti

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In questi giorni segnati dalla sospensione delle lezioni, adesso estesa in tutta Italia, sto ricevendo molti messaggi e telefonate da studenti e personale scolastico preoccupati della cosiddetta didattica a distanza. Alcune di queste preoccupazioni sono anche le mie e voglio condividerle”.

Lo scrive su Facebook il sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro.

“Prima di tutto bisogna ricordare che al primo posto deve esserci sempre la tutela del diritto allo studio e la parità di opportunità per tutte e per tutti, e il primo problema sta nel fatto che non tutti gli studenti posseggono internet o computer a casa e che la banda larga non è diffusa in tutto il
Paese.

Poi bisogna distinguere tra didattica a distanza, da utilizzare come solo strumento di estrema straordinarietà, e didattica digitale, come positiva metodologia che i docenti possono utilizzare per innovare metodi e pratiche. E che è già ampiamente sperimentata con successo in molte classi del nostro Paese.

Per questo ritengo necessario e imprescindibile immaginare delle linee guida minime che garantiscano pari diritti e pari possibilità. Insegnare a distanza può essere utile, ma solo in una situazione eccezionale come quella che viviamo in queste ore.

Perché l’insegnamento è relazione, socialità e sviluppo del senso critico e non si può che farlo insieme docenti, studenti e famiglie”.

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“Apprendimento innovativo”, un nuovo ambiente che permette al docente di creare un’aula virtuale a partire da una biblioteca didattica di contenuti immersivi. Cosa significa?