Ddl Valditara, il M5S è critico: “Il Ministro è mai entrato a scuola? Si concentra di più su bandierine identitarie”
Il dibattito sul disegno di legge sul voto in condotta e altre misure proposto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara si infiamma con le dichiarazioni dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle.
La deputata Anna Laura Orrico ha espresso forte preoccupazione, affermando che il ritorno del voto in condotta si inserisce in un progetto più ampio del governo, volto a creare una società di cittadini obbedienti e acritici. Secondo Orrico, questa misura rappresenta una forma di discriminazione che non tiene conto delle fragilità e dei disagi presenti nel sistema scolastico italiano.
Il capogruppo M5S in commissione cultura, Antonio Caso, ha sottolineato come il nuovo anno scolastico sia iniziato nel caos, con numerose segnalazioni da parte del mondo della scuola. Nonostante ciò, lamenta Caso, il ministro Valditara sembra concentrarsi su “bandierine identitarie” come il voto in condotta, trascurando i problemi reali. Caso vede in questa mossa un tassello di un più ampio progetto sociale basato su intolleranza e rigore.
Particolarmente critico è stato l’intervento del deputato Gaetano Amato, che ha messo in dubbio la conoscenza diretta del ministro Valditara delle realtà scolastiche più complesse. Amato ha ricordato l’esistenza dei PEI per gli studenti con difficoltà comportamentali, sottolineando come la proposta del ministro sembri ignorare questi strumenti già in atto.
Le critiche del M5S si concentrano su diversi aspetti della riforma. In primo luogo, viene contestato l’approccio punitivo che sembra prevalere su quello educativo. I pentastellati temono che questa misura possa portare a una limitazione del pensiero critico degli studenti, trasformandoli in meri esecutori anziché in cittadini consapevoli e riflessivi. Inoltre, viene evidenziata una presunta mancanza di attenzione alle reali problematiche della scuola italiana, come il precariato e gli stipendi bassi degli insegnanti, che risultano tra i più bassi dei paesi OCSE.