Ddl contro la violenza sulle donne, pene più severe e tempi stretti per i giudici. Ecco cosa è previsto
Il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge per contrastare la violenza sulle donne e la violenza domestica. Questo provvedimento si propone di accelerare le valutazioni preventive, rafforzare le misure di protezione, contrastare la recidiva dei reati e migliorare la tutela delle vittime.
Il disegno di legge include importanti disposizioni, tra cui il rafforzamento dell'”ammonimento” del questore, ampliato a includere “reati-spia” come percosse, violenza sessuale, minacce gravi e violazione di domicilio. Se l’ammonito commette reati di violenza domestica o contro le donne, si prevede un’aggravamento di pena.
Il disegno di legge introduce anche misure di prevenzione più efficaci, come la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza per i sospetti di violenza contro le donne o violenza domestica. Il tribunale avrà l’obbligo di imporre il divieto di avvicinamento a certi luoghi abitualmente frequentati dalle vittime.
Altre disposizioni includono la velocizzazione dei processi, l’obbligo per il Procuratore della Repubblica di designare magistrati specializzati in reati di violenza domestica e contro le donne, e termini più stringenti per la valutazione delle esigenze cautelari. È previsto l’arresto in “flagranza differita” per chi viola gli ordini di protezione e l’ampliamento delle misure cautelari e dell’uso del braccialetto elettronico. Infine, il disegno di legge introduce un risarcimento anticipato per le vittime dei reati di violenza.
Roccella: “Diffonderemo il testo di legge nelle scuole”
“Tutto questo non basta se non viene accompagnato da un cambiamento culturale, se “non c’è una presa di coscienza delle nuove generazioni” ed per questo che “con il ministro Valditara in autunno per la giornata contro la violenza nei confronti delle donne diffonderemo il testo di legge nelle scuole, dove porteremo anche le persone che hanno subito violenza per spiegate quali sono state le conseguenze. Perché solo con uno scambio diretto, con i racconti delle vittime si può rendere giustizia” e lavorare su “una consapevolezza crescente che dobbiamo assolutamente alimentare”. Lo ha detto la ministra alla Famiglia e alle Pari Opportunità durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri.
“Siamo partiti dalla continuità, da quello che già c’è: su questo tema è fondamentale un accordo trasversale. Con il governo Draghi c’è stata una proposta firmata da tre ministre, poi le risultanze della commissione Femminicidi, e siamo partiti anche da qui e dalla linea del Codice rosso, nato dalla necessità di dare una strada prioritaria agli interventi contro la violenza”.
“Abbiamo rafforzato le misure di prevenzione cautelari, in particolare il ricorso al braccialetto elettronico, e la distanza dell’uomo violento con una soglia di 500 metri dalla possibile vittima, perché quella di 50 metri prevista in alcuni casi era inefficace – ha spiegato Roccella –. E abbiamo rafforzato l’ammonimento, il primo passo che può fare il questore, e lo abbiamo allargato ai reati spia”. “L’articolo 3 assicura la priorità ai processi per violenza di genere, e l’articolo 6 accelera la valutazione del rischio da parte del pm e dà un termine di 30 giorni per valutare il rischio e chiedere misure cautelari, e altri 30 giorni per il giudice per decidere su queste misure. Trenta giorni – ha osservato Roccella – possono sembrare tanti, ma la media dei tempi attuali è molto alta, mesi, e in alcuni casi anni. Per questo l’Italia ha subito condanne dalla Cedu”.