D’Avenia: “Basta docenti in burnout, ormai siamo diventati dei burocrati”

Lunga intervista al Corriere della Sera (edizione di Torino) per Alessandro D’Avenia, docente e scrittore.
“Il giorno in cui finisce la scuola, noi la ricominciamo. So che sembra folle, ma la verità è che noi proviamo a inaugurare una scuola nuova, dalla quale le persone non vogliono scappare”.
Poi aggiunge: “Abbiamo da anni un numero impressionante di docenti in “burnout”, lo sfinimento psico-fisico da lavoro. Nel momento in cui vieni trasformato regolarmente in un burocrate che deve occuparsi di tutto tranne che dei ragazzi è chiaro che è inevitabile”.
E ancora: “Vorrei una scuola vocazionale in cui si intercettano i talenti, dove l’apprendimento non sia la sua quantificazione. Devo far sì che dopo 13 anni dentro le aule si esca dicendo ‘so quelli che sono i miei limiti e i miei talenti e voglio costruire questa mia vita in modo coerente con quello che sono e voglio diventare'”.
Infine aggiunge: “Siamo stati messi all’ultimo banco un po’ tutti: noi insegnanti, i ragazzi, ma anche i genitori. Ci siamo tutti noi che vorremmo fare una scuola diversa, ma soprattutto ci sono i più fragili. Solo nel momento in cui impareremo a prenderci cura di loro, allora tireremo su la scuola”.