Dalle maestre ai forestali: ecco i lavori gravosi per poter andare prima in pensione
A fine anno si dirà addio a Quota 100. Il governo pensa ad allargare il numero dei lavori gravosi per la psiche e per il fisico, per stabilire chi possa andare prima in pensione.
La commissione istituzionale sui lavori gravosi, presieduta dall’ex ministro Cesare Damiano, ha approvato il documento che ora il ministero del Lavoro trasmetterà al governo e alle Camere, probabilmente la prossima settimana.
Si va dagli operai forestali al personale dell’edilizia, dai conduttori di impianti e macchinari pesanti al personale dei servizi sanitari e sociali, fino agli agricoli e ai fonditori. Tra le mansioni gravose sono state inserite anche collaboratori scolastici, saldatori, tassisti, falegnami, conduttori di autobus e tranvieri, benzinai, macellai, panettieri, insegnanti di scuole elementari, commessi e cassieri, magazzinieri, portantini, verniciatori industriali. Restano fuori i docenti delle secondarie di I e II grado.
La commissione ad hoc sta lavorando alla nuova “graduatoria” dalla scorsa primavera. Per stilarla sono state incrociate diverse elaborazioni tra cui dati di Inail, Istat e Inps. Per la prima volta si ha una lista che si basa su dati scientifici che individuano le categorie più esposte di altre a oneri fisici e stress lavorativi.
L’elenco delle professioni particolarmente pesanti si dovrebbe dunque allargare da 15 a 57 gruppi e da 65 a 203 mansioni. Spetterà poi al ministero dell’Economia e del Lavoro e al governo decidere quante nuove categorie includere.
La lista è stata stilata in base alla frequenza degli infortuni rispetto alla media, al numero di giornate medie di assenza per infortunio, al numero di giornate medie di assenza per malattia. La platea si allarga così a circa mezzo milione di lavoratori.
L’obiettivo dell’estensione dell’elenco dei lavori gravosi è quello di consentire a più lavoratori di anticipare la pensione a 63 anni con 36 di contributi a patto di aver svolto una mansione gravosa per 6 anni negli ultimi 7 o 7 negli ultimi 10.
A fine anno, con la Legge di Bilancio, il governo dovrà far capire cosa fare in tal senso. Già una serie di categorie di lavori gravosi già accede all‘Ape sociale (l’assegno ponte dell’Inps fino a 1.500 euro al mese che scatta all’età di 63 anni se si hanno 36 anni di contributi fino al conseguimento della pensione di vecchiaia o di anzianità), ma anche questo scade a fine dicembre.