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“Dalla cultura del verde al futuro sostenibile, per salvare l’ambiente da ogni minaccia umana”, curricolo verticale per Infanzia, Primaria e Secondaria I grado

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L’umanità, nel corso dei secoli, meglio ancora dei millenni, ha continuamente (ininterrottamente) contato le sue vittime di guerra (soldati e civili morti e feriti, città distrutte e mezzi di sussistenza). In questa conta, però, non abbiamo mai considerato l’ambiente che, volente o nolente, è stato sovente una vittima della guerra. Nel corso degli anni, le parti implicate nei conflitti armati hanno determinato i peggiori disastri.

Molti inenarrabili. Hanno, ad esempio, inquinato l’acqua, ma anche incendiato i raccolti, talvolta, abbattuto foreste. Ma non si sono limitati solo a ciò. Per esempio, hanno avvelenato i terreni e gli stessi animali per ottenere vantaggi militari. Il degrado ambientale, in conseguenze alle guerre. E la distruzione dei conflitti, non solo hanno un impatto sulla natura stessa, ma appesantiscono anche quella che per ciascun essere umano è determinato dall’insicurezza e dalle scerse risorse idriche. E ad aggiungersi, anche, la distruzione dei mezzi di sussistenza. Il danno ambientale minaccia quindi il benessere, la salute e la sopravvivenza delle decine locali, e questo ne aumenta la sopravvivenza per anni e persino.

Le guerre nel mondo e il ruolo degli ecosistemi

La Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente nelle guerre e nei conflitti armati nasce ed è celebrata, annualmente, per far riconoscere al mondo, a partire dalle giovanissime generazioni, il ruolo di ecosistemi sani e risorse gestite in modo sostenibile nelle strategie di prevenzione dei conflitti, mantenimento e costruzione della pace. Non c’è pace duratura se le risorse naturali che sostengono i mezzi di sussistenza e gli ecosistemi vengono distrutte.

Il ruolo dell’Unione Europea e di alcune agenzie e dipartimenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite

L’Unione Europea (UE) e sei agenzie e dipartimenti delle Nazioni Unite (UNEP, UNDP, UNHABITAT, PBSO, DPA e DESA), hanno collaborato per aiutare i paesi a identificare, prevenire e modificare le tensioni sulle risorse naturali come parte dei programmi di prevenzione dei conflitti e di costruzione della pace.

Le conseguenze ovvie e meno ovvie dei conflitti bellici nel mondo

La perdita di vite umane e la distruzione di proprietà sono ovvie conseguenze di guerre e conflitti armati. C’è anche un’altra conseguenza. Questo è l’effetto negativo che la guerra ei conflitti hanno sull’ambiente. Alcuni di questi effetti negativi includono:

  • Colture bruciate
  • Terreno avvelenato
  • Animali morti
  • Inquinamento dell’acqua
  • Distruzione delle foreste.

A volte queste cose accadono e sono fatte di proposito proprio per arrecare un vantaggio militare ai contendenti a scapito evidente dell’ecosistema e del futuro dell’umanità. Ci sono anche conflitti che coinvolgono, evidentemente e come conseguenza incontrollabile, alcune importanti risorse naturali come ad esempio il petrolio, l’argento, l’oro, i diamanti, il ferro, alcune importanti pietre preziose e del legname.

Secondo il Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), negli ultimi 60 anni il 40 per cento dei conflitti interni è stato collegato allo sfruttamento delle risorse naturali anche, cosa assai deprecabile, terre fertili che, dopo i conflitti, risultano essere inutilizzabili sia ad uso agricolo che per il pascolo.

Nel mondo si parlerà dei conflitti e dei danni; e nelle scuole?

In tutto il mondo, nel corso della settimana che precede l’evento, funzionari governativi ed educatori di tutto il pianeta concentreranno l’attenzione sui temi della guerra, della pace, della tolleranza e, congiuntamente, anche di quelli legati all’ecosistema che si sfrutta talvolta in maniera definitiva con gravi danni, irreparabili, talvolta, per il futuro delle nuove generazioni.

Le discussioni e gli interventi

Ovunque, in questa giornata e in quelle precedenti, è possibile ascoltare discussioni di gruppo o di importanti attori sociali, politici e del mondo della cultura per comprendere meglio quelli che sono gli effetti negativi che ogni guerra ha sull’ambiente. In taluni casi sono proposte soluzioni per proteggere l’ecosistema del pianeta alla luce dei conflitti anche di tipo locale, non necessariamente a dimensione regionale o planetaria Anche i discorsi radiofonici, le conferenze, i seminari e le attività nelle nostre classi si concentrano su come la guerra influisce sull’ambiente e potrebbe determinare l’evoluzione in negativo del futuro per le nuove generazioni.

Cosa fare in classe? Cosa proporre ai propri alunni?

Se vuoi partecipare davvero al cambiamento abbiamo alcuni temi da trattare e approfondire con i nostri alunni e attraverso un coinvolgimento diretto.

Potremmo prevedere alcune domande sulle quali far ruotare le discussioni in aule o gli elaborati letterari-grafici-fotografici. Quali, ad esempio:

  • Pensa a come le guerre passate e i conflitti attuali stanno influenzando l’ambiente
  • Informati su come le nucleari e la tecnologia bellica avanzata influenzano l’ambiente
  • Scopri i numerosi conflitti interni sulle risorse naturali, come petrolio e diamanti
  • Discutere con gli altri di come non si possa raggiungere la pace nel mondo se l’ecosistema viene diffuso.

Protezione ambientale nei conflitti armati

L’importanza di proteggere l’ambiente naturale e le sue risorse vitali durante e dopo i conflitti armati è sempre più riconosciuto nell’arena globale. I recenti sforzi per migliorare il quadro giuridico in questo campo sono stati intrapresi dalla Commissione di diritto internazionale (ILC) – un organismo delle Nazioni Unite di esperti legali in diritto internazionale. Nel 2019, l’ILC ha proposto 28mbozze di principi per la protezione dell’ambiente in relazione ai conflitti armati, comprese misure per la prevenzione dei danni ambientali durante i conflitti e la riparazione in seguito.

Questi principi saranno presi in considerazione dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2022. Nel frattempo, le parti interessate sono invitate a commentarle. Ciò crea un’opportunità per gli stati, le organizzazioni della società civile e le organizzazioni internazionali di migliorare al testo e promuovere una protezione dell’ambiente nel contesto umanitario. Nelle scuole, ad esempio, si potrebbero leggere le bozze, commentarle e preparare delle riflessioni da inoltrare all’ONU. Una cosa complessa a realizzare? Ne siamo proprio certi? Proviamoci.

Le tesi sulle quali ragionare

“Nel 2019, scrive Richard Pearshouse, l’ILC ha proposto 28 bozze di principi per la protezione dell’ambiente in relazione ai conflitti armati. Il progetto di principio di misure per proteggere l’ambiente durante tutto il ciclo di un conflitto. Comprendono provvedimenti per prevenire e mitigare i danni ambientali (principalmente prima e durante i conflitti armati, anche in situazioni di occupazione) e per rimediare all’indomani del conflitto”.

Le misure preventive e i progetti di principi

Richard Pearshouse per esempio precisa che “Le misure preventive includono, ad esempio, la designazione di aree di grande importanza ambientale e culturale come zone protette che offrono protezione contro gli attacchi, “purché [non contengano] un obiettivo”. E continua “Il progetto di principi affronta anche il ruolo che lo sfruttamento delle risorse naturali si svolge nell’alimentare i conflitti armati, particolarmente rilevanti nei conflitti intrastatali, che sono oggi predominanti. Questa attenzione è benvenuta, dato che il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente ha rilevato nel 2009 che il 40 percento dei conflitti intrastatali verificatisi nei precedenti 60 anni erano associati alle risorse naturali. Il progetto di principi riafferma il divieto di saccheggio delle risorse naturali. Invitano gli Stati ad ottenere misure volte a garantire che le imprese che siano anche ritenute responsabili per i danni ambientali dell’ambiente causa nelle zone di conflitto. Il progetto di principi include disposizioni che affrontano le situazioni di occupazione, riaffermando gli obblighi generali delle potenze occupanti di danni alla protezione protetta, di garantire l’uso sostenibile delle risorse naturali e di giustificare la causa diligenza per non danni al di fuori del territorio occupato”.

Le misure correttive

“Le misure correttive, comprese le valutazioni ambientali postbelliche, la riparazione dei danni ambientali e il risarcimento agli individui e alle comunità colpite, sono particolarmente importanti come parte degli sforzi di costruzione della pace e di ricostruzione” (…) E continua Pearshouse “È importante notare che le bozze di principi non creare nuovi obblighi legali. Invece, chiariscono i diritti internazionali esistenti da diversi rami del diritto applicabile, compreso il diritto internazionale umanitario, il diritto penale internazionale dei diritti umani, il diritto internazionale dell’ambiente. Ad esempio, il divieto di saccheggio e l’obbligo degli Stati di risarcire integralmente i danni ambientali sono attualmente esistenti ai sensi del diritto internazionale”.

L’UdA “Per salvare l’Ambiente da ogni minaccia umana”

I docenti dell’’Istituto Comprensivo “Perotto – Orsini” du Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° grado nell’ambito del progetto per lo sviluppo di un adeguato Curricolo Verticale hanno proposto, qualche anno addientro, un’importante Unità di Apprendimento dal titolo “Dalla cultura del verde al futuro sostenibile”. Un percorso che si inserisce pienamente nel processo culturale e educativo “Per salvare l’Ambiente da ogni minaccia umana”. L’UdA realizzata dal gruppo di lavoro: Scuola dell’Infanzia: ins. Pacilli Isabella ins. Vaccarella Mariella; Scuola Primaria: ins. Amicarelli Galilea ins. Vairo Maria Rosa; Scuola Secondaria di 1°grado: prof.ssa Pacillo Donata prof.ssa Tomaiuolo Pasquina, ricalca e risponde alle tante tematiche al centro del dibattito che propone la “Giornata internazionale”. Un plauso all’istituo “Perotto-Orsini” che da sempre è all’avanguardia sul campo dell’innovazione didattica, formativa, metodologico e pedagogico.

Curricolo verticale analitico infanzia primaria e secondaria

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