Dalla Bielorussia adottata in Italia: oggi faro guida degli alunni ucraini scappati dalla guerra. La storia della prof Lentini

L’umano nell’uomo. Fin dall’inizio dei tempi le guerre distruggono l’essenza stessa degli essere umani. Quali ne siano le ragioni, politiche o militari, la storia di questi giorni ci spinge a delle riflessioni sul ruolo dell’uomo e su quella speranza di salvezza che nemmeno le bombe possono annientare. Tanti alunni Ucraini stanno iniziando il loro percorso di inserimento in diverse scuole d’Italia. Emerge ancora una volta la scuola non solo come tappa della vita, ma come grande laboratorio permanente della vita.
Perché è tra i banchi di scuola che la parola accoglienza prende forma e diventa sostanza quando una giovane docente di origine bierolussa, la professoressa Lentini, si ritrova ad essere la mediatrice culturale, un faro guida di chi è scappato dagli orrori della guerra.
Professoressa Lentini, partiamo dalle sue origini e dal suo arrivo in Italia…
Il mio arrivo in Italia è avvenuto nel 2002, grazie ad una associazione che organizzava delle vacanze “riabilitative” nei mesi estivi ed invernali. Sono stata accolta da una famiglia del sud Italia, la quale mi ha dimostrato il proprio affetto fin da subito ed è proprio per questo che non ha pensato due volte per avviare le pratiche per l’adozione. Dopo numerosi viaggi finalmente è arrivata l’adozione nell’estate del 2009. A settembre dello stesso anno ho intrapreso il mio percorso scolastico e finendo per laurearmi in Scienze Storiche.
Quest’anno ha iniziato il suo percorso di docente su organico covid presso l’Istituto comprensivo Rina Monti Stella di Verbania, quali erano le sue aspettative?
Essendo il mio primo incarico non avevo delle grosse aspettative, non vedevo l’ora di iniziare questo capitolo della vita, per mettere in pratica le cose apprese in tutti questi anni.
L’arrivo di tanti alunni Ucraini ha reso necessario attivare dei percorsi di accoglienza ed inserimento, cosa l’ha spinta a dare la propria disponibilità?
Quando è arrivata la notizia dell’arrivo di questi ragazzi ho dato subito la mia disponibilità in quanto mi sono immedesimata in loro. Non solo hanno dovuto lasciare improvvisamente la propria casa e le proprie abitudini in questa fascia d’età, ma non hanno nessuna conoscenza della lingua italiana, ed essendo madrelingua russa ho pensato che potessi essere un riferimento per loro.
Quali difficoltà sta incontrando con i ragazzi ucraini?
A dire il vero nessuna difficoltà, poiché i ragazzi sono molto volenterosi ad apprendere la nostra lingua per inserirsi completamente.
Qual è stato l’impatto con la scuola italiana?
Inizialmente i ragazzi erano molto preoccupati per le eventuali reazioni dei loro compagni di classe, paura superata dopo un’accoglienza magnifica da parte loro. Alcuni grazie l’Inglese fin da subito hanno trovato degli interessi in comune, instaurando anche dei rapporti di amicizia. Infatti i ragazzi ucraini sono molto contenti e sereni nel frequentare la nostra
scuola.
Quali storie portano con loro i ragazzi sfuggiti alla guerra?
Per fortuna non hanno vissuto dei momenti tragici di guerra. Alcuni sono stati più fortunati, in quanto arrivati subito dopo lo scoppio della guerra grazie ai familiari che vivono sul territorio; altri invece hanno impiegato giorni prima di arrivare in Italia.
Su quali aspetti sta incentrando le lezioni e quali risultati si aspetta?
Siamo partiti dell’alfabeto, per proseguire con il lessico e mano a mano iniziamo ad affrontare le regole grammaticali di base. Spero che con il mio aiuto i ragazzi riescano ad apprendere quante più cose possibili, anche se sarei soddisfatta a vedere i ragazzi dialogare in italiano con i propri compagni senza difficoltà.
Ci racconti un aneddoto di questi giorni che non dimenticherà…
Sono rimasta scossa quando uno dei ragazzi mi ha raccontato che ha saputo che la propria casa è stata bombardata, percependo la sua tristezza. Proprio in quel momento ho capito di quanto l’uomo può essere davvero cattivo nei confronti del prossimo.
Dirigente Raffaele Sisto, la sua scuola è tra quelle che hanno accolto un numero elevato di studenti ucraini (33), in che modo state gestendo l’inserimento degli alunni e quali problematiche sono emerse?
Il numero degli alunni ucraini subisce un incremento quasi quotidiano, come era prevedibile, ma nella totalità dei casi si tratta di minori accompagnati da un familiare o seguiti dal consorzio dei servizi sociali del comune di Verbania.
Dopo l’iscrizione nelle classi per età anagrafica, l’inserimento degli alunni è curato dalla referente per gli alunni stranieri, Prof. Elisa Micotti, e dalla mia prima collaboratrice Ins. Stefania Ramoni. Si svolge un primo colloquio con la Prof. Lentini affinché gli studenti si sentano accolti e abbiano l’agio di raccontare la loro storia personale e di scuola, nonché di
prendere contatto con la realtà scolastica italiana.
Successivamente si elabora un orario di lezioni di Italiano L2, mirate all’acquisizione di un lessico base e dell’autonomia linguistica in situazioni di vita quotidiana, ovviamente in relazione all’età.
Sarà un processo lungo e pieno di sfide ma che, ne sono certo, grazie allo straordinario impegno dei docenti accoglienti – cui rivolgo il mio ringraziamento più caloroso – permetterà di dare a questi bambini e ragazzi la possibilità di trascorrere serenamente e attivamente la loro vita “italiana”.
Sotto l’aspetto amministrativo quali adempimenti si sono resi necessari Direttore SGA Alberico Sorrentino?
Abbiamo avuto la fortuna di trovare al nostro interno la prof. Lentini quale mediatrice culturale e grazie alla proroga del suo contratto Covid potrà continuare questo percorso di inserimento fino a giugno. Abbiamo dotato gli alunni iscritti alla secondaria di tablet e stiamo procedendo all’acquisto di testi che possano supportare l’apprendimento della lingua da parte dei ragazzi, oltre alla possibilità di accedere allo sportello psicologico già attivo.
Visti i numeri significativi di alunni ucraini che nella giornata di oggi sono diventati 33 le risorse per ora assegnate (200 euro ad alunno) potrebbero non essere sufficienti, ma in particolare questa emergenza dovrebbe portare il Ministero a rivedere i criteri relativi agli organici.
Il “personale covid” non deve essere un’eccezione che sparirà dal prossimo anno. Se il Governo Draghi è stato capace di approvare in poche ore un ordine del giorno per l’aumento delle spese militari di 13 miliardi, l’auspicio è che per la Scuola tanto sbandierata si possano trovare le risorse di cui ha un bisogno essenziale.