Dal reclutamento alla riorganizzazione del sistema scolastico: le linee programmatiche del Ministro Bianchi [TESTO PDF]

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Il Ministro dell’istruzione è stato ascolastato in audizione dalle Commissioni riunite Cultura di Camera e Senato, presso la Sala del Mappamondo, sulle linee programmatiche del suo dicastero. Ecco il testo 

Le linee programmatiche di questo Ministero hanno l’obiettivo di rappresentare il primo passo di un processo di riforma del nostro sistema di istruzione e formazione. La scuola è il motore del Paese. Si intende avviare una nuova fase costituente.

IL TESTO DELLE LINEE PROGRAMMATICHE

LA PRESENTAZIONE DELLE LINEE

Si legge su testo, è imprescindibile il forte coinvolgimento di tutta la “comunità educante”. Per questo si intende promuovere una politica di coesione, improntata al dialogo costruttivo, al confronto e al coordinamento con le istituzioni pubbliche e con la società civile. Tutte le professionalità devono essere coinvolte nel processo di cambiamento e valorizzate attraverso forme diverse di riconoscimenti e incentivi. È questa una potente leva strategica per invertire la rotta e segnare un reale cambio di passo nelle politiche dell’istruzione. 

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Il testo è diviso su 4 assi portanti che sono: il diritto allo studio, l’organizzazione del sistema scolastico, il ruolo del personale della scuola e Riforma del Ministero.

Diritto allo studio

Il “diritto allo studio” va inquadrato dentro una visione più generale di società. Agli interventi di sostegno economico per consentire il proseguimento degli studi dal nido al termine dell’università, va infatti collegata l’idea che la scuola e lo studio devono essere intesi come “bene comune” al pari del diritto alla salute. È necessaria una reinterpretazione del diritto allo studio come diritto ad una “scuola di qualità” e un intervento sull’equità complessiva del sistema educativo. 

Il tasso attuale di dispersione scolastica, sia esplicita che implicita, insieme al numero di giovani che non studiano e non lavorano (i cosiddetti NEET) e quelli che lasciano l’Italia con la speranza di trovare all’estero una prospettiva professionale coerente al proprio percorso di studi rappresentano un limite per la crescita economica e sociale del Paese. Ciò alimenta intollerabili forme di iniquità che rischiano di compromettere la coesione sociale e le stesse fondamenta del nostro ordinamento democratico. 

Organizzazione del sistema scolastico

Una scuola “motore del Paese” richiede un deciso ripensamento del sistema scolastico, a partire dai curricoli fino al riordino dei cicli, attraverso l’innovazione dei modelli organizzativi e dei servizi. 

Il PNRR contiene al riguardo preziosi riferimenti che vanno calati però nell’agire quotidiano delle comunità scolastiche, sollecitandone le buone pratiche, la capacità di iniziativa autonoma degli attori della scuola e la loro creatività rispetto ai bisogni culturali, educativi e sociali degli studenti e dei territori. 

Gli assi di intervento riguardano il ridisegno dell’offerta formativa in senso verticale, verso una presa in carico nei cicli scolastici dell’istanza di continuità del processo educativo “lungo tutto l’arco della vita”, e in senso orizzontale, verso una maggiore integrazione tra la dimensione formale e non formale, a partire dall’integrazione interna ai vari segmenti dell’offerta formativa, in raccordo con i servizi educativi extrascolastici. 

Il ruolo del personale della scuola

La realizzazione delle Linee programmatiche richiede una riforma di sistema che, a partire dalle politiche per la formazione, il reclutamento e la valorizzazione del personale scolastico, ponga le basi per costruire un nuovo modello di Scuola.  A seguito dell’espandersi degli spazi di decisionalità nel campo organizzativo e didattico, di progettualità dell’offerta formativa, di responsabilità rispetto ai risultati da conseguire, i rapporti interni ed esterni alla scuola si sono modificati. 

Le professionalità della scuola si sono via via identificate con funzioni e nomi diversi, ma non sono state oggetto di specifica attenzione, né sul piano istituzionale né sul piano formativo. Esse invece rappresentano un pilastro per l’autonomia, la sostenibilità e l’innovazione scolastica. 

I cambiamenti normativi devono essere accompagnati da momenti di condivisione, grazie ai quali aiutare i docenti a elaborare le fatiche dei passaggi istituzionali e professionali. È importante avere spazi di confronto complementari rispetto a quelli offerti dagli organi collegiali per riflettere coralmente. L’attenzione su questo punto deve trovare forme concrete di realizzazione nei percorsi di formazione degli insegnanti, dalla formazione iniziale a quella in servizio, rendendo coerenti i diversi modelli formativi. 

La riforma del Ministero

Per poter garantire il diritto allo studio e organizzare i percorsi formativi, è necessario, in via preliminare, che il sistema nazionale di istruzione sia efficace ed efficiente. 

È importante garantire l’unità del sistema, che è, per l’appunto, nazionale e aspira all’obiettivo prioritario di riuscire a fornire equamente prestazioni essenziali su tutto il territorio. 

Occorre consentire all’autonomia funzionale delle scuole di esprimersi al meglio, in un armonico rapporto con il territorio e con la comunità. 

Il Ministero e gli Uffici Scolastici Regionali devono fungere, rispettivamente, da cabina di regia e da cinghia di trasmissione per permettere agli erogatori del servizio di operare potendo contare su strutture di supporto solide. 

Infine, è indispensabile una razionalizzazione e semplificazione normativa, che consenta agli operatori di poter avere coordinate meno complesse, dal punto di vista interpretativo, sul piano giuridico. 

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