Dai tribunali un milione al mese di risarcimenti danni a favore di docenti e Ata, Anief tira le somme delle sentenze dei primi 6 mesi del 2023

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Diventano imponenti le somme risarcitorie fatte avere dai legali Anief ai docenti e Ata della scuola. Il resoconto degli ultimi 10 giorni e dei primi sei mesi del 2023 risulta sbalorditivo: 356mila euro sono stati recuperati, attraverso 137 sentenze arrivate a compimento, solo tra il 26 giugno e il 7 luglio. E l’esito positivo di queste ultime cause ha portato a 6 milioni e 348mila euro recuperati dal 1° gennaio 2023 ad oggi.

Tra le somme più importanti vi sono ben 54.500 euro che il Tribunale del lavoro di Rimini ha assegnato complessivamente a 23 insegnanti che non avevano ricevuto la Carta del docente benché fossero stati nominati almeno una volta con supplenza annuale: si tratta di una sentenza cumulativa con più ricorrenti che si “alleano” per rivendicare lo stesso diritto negato.

Oltre 5.200 euro di risarcimento sono stati invece assegnati come risarcimento, ad Avezzano, per via degli scatti di anzianità che l’amministrazione aveva calcolato malamente con incidenza parziale dei periodi di precariato, con conseguente ricollocazione stipendiale più favorevole e la riformulazione della ricostruzione di carriera. Una sentenza da raccontare si è registrata anche a Rimini, dove un docente, con contratto cosiddetto “breve”, ha fatto ricorso con Anief perché nello stipendio non risultava la Retribuzione professionale docente: il giudice di Lecce gli ha dato ragione, assegnandogli 4.670 euro (anche ad Alessandria circa 4mila euro per lo stesso motivo). Altri docenti e Ata hanno chiesto e ottenuto risarcimenti, come per il recupero dell’indennità sostitutiva per le ferie mai usufruite o della Cia (personale Ata con supplenza “breve”).

Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, si sofferma sulle “sempre più alte possibilità di riuscita del recupero di importanti somme risarcitorie e favore di docenti, amministrativi, collaboratori scolastici e lavoratori Ata, precari e di ruolo, che si sono visti calpestati i loro diritti. Consigliamo, quindi, chi non l’ha ancora fatta a rivolgersi alle nostri sedi Anief territoriali e verificare con i nostri consulenti se vi sono le condizioni e i presupposti per presentare ricorso al giudice del lavoro e non soccombere dinanzi a certe ingiustizie professionali”, conclude il leader dell’Anief.

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