Dai tagli alle scuole alla violenza sui docenti, parla il ministro Valditara. QUESTION TIME al Senato [TUTTE LE RISPOSTE INTEGRALI]
Question Time al Senato con il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Sono cinque le interrogazioni a cui risponderà il titolare del dicastero di Viale Trastevere.
Le interrogazioni parlamentari
- Interrogazione sull’utilizzo delle risorse del PNRR per la realizzazione di asili nido e scuole per l’infanzia
- Interrogazione sulle iniziative per prevenire il disagio giovanile e la violenza in ambito scolastico
- Interrogazione sul percorso di studi negli ‘ITS Academy’
- Interrogazione sulle ripercussioni della carenza di dirigenti scolastici sull’attuazione degli obiettivi del PNRR nel comparto istruzione
- Interrogazione sulle nuove norme in materia di dimensionamento degli istituti scolastici
Le risposte del ministro
È ferma intenzione di questo Governo fare in modo che tutti i fondi messi a disposizione dall’Unione europea siano spesi nel modo più efficace al fine di raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Dobbiamo, tuttavia, prendere atto che il mutato scenario economico, ci ha imposto di rivedere le strategie per rispettare le scadenze del PNRR e garantire al tempo stesso la qualità e la sostenibilità dei risultati. L’aumento dei costi dell’edilizia, stimato al 30 per cento, ha un impatto oggettivo sugli obiettivi che possiamo realizzare con le risorse del PNRR. È doveroso dunque precisare che, in vista della revisione del PNRR, contrariamente a quanto è stato affermato da qualche parte in questi giorni, non abbiamo previsto alcun taglio alle risorse ma solamente una rimodulazione degli obiettivi, al solo fine di renderli compatibili con le risorse assegnate che sono sempre le stesse ed evitare di perdere i finanziamenti europei. Ricordo, inoltre, che al fine di colmare i ritardi connessi alla realizzazione del Piano Asili, un primo passo in questa direzione è stato fatto con l’ultimo “Decreto PNRR” con il quale siamo intervenuti con un pacchetto di semplificazioni amministrative davvero eccezionale, che hanno consentito una forte accelerazione degli interventi in materia di edilizia scolastica, semplificazioni modellate sul c.d. “modello Genova”. I primi riscontri che ci vengono anche da interlocuzioni con UPI e ANCI sono confortanti. In particolare, proprio al fine di rispettare le tempistiche indicate è stata riconosciuta ai Sindaci e ai Presidenti di Province e di Città metropolitane la possibilità di operare come Commissari straordinari, nonché di avvalersi di specifico supporto tecnico, anche esterno alle proprie amministrazioni. Quest’ultima disposizione favorisce, specificamente, gli enti locali di minori dimensioni, i quali, non sempre, hanno nel proprio apparato le professionalità tecniche necessarie per seguire lo svolgimento degli appalti. Da ultimo, rappresento che il Ministero, con l’avviso pubblico del 10 maggio scorso, ha prorogato al 20 giugno 2023 il termine per l’aggiudicazione dei lavori, inizialmente fissato al 31 maggio 2023, in tal modo riconoscendo ulteriore tempo per la conclusione delle procedure amministrative a beneficio dei comuni. Quanto fin qui illustrato dimostra che – ben diversamente da chi ritiene che sia stato proposto un taglio di risorse – stiamo, invece, lavorando con determinazione per gestire in maniera sinergica ed efficiente tutte le risorse messe a disposizione, alle quali, peraltro, abbiamo aggiunto, proprio nel settore dell’edilizia scolastica, un ulteriore miliardo e 200 milioni di euro non PNRR e non preventivato dal precedente governo.
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È ferma intenzione di questo Governo fare in modo che tutti i fondi messi a disposizione dall’Unione europea siano spesi nel modo più efficace al fine di raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Dobbiamo, tuttavia, prendere atto che il mutato scenario economico, ci ha imposto di rivedere le strategie per rispettare le scadenze del PNRR e garantire al tempo stesso la qualità e la sostenibilità dei risultati. L’aumento dei costi dell’edilizia, stimato al 30 per cento, ha un impatto oggettivo sugli obiettivi che possiamo realizzare con le risorse del PNRR. È doveroso dunque precisare che, in vista della revisione del PNRR, contrariamente a quanto è stato affermato da qualche parte in questi giorni, non abbiamo previsto alcun taglio alle risorse ma solamente una rimodulazione degli obiettivi, al solo fine di renderli compatibili con le risorse assegnate che sono sempre le stesse ed evitare di perdere i finanziamenti europei. Ricordo, inoltre, che al fine di colmare i ritardi connessi alla realizzazione del Piano Asili, un primo passo in questa direzione è stato fatto con l’ultimo “Decreto PNRR” con il quale siamo intervenuti con un pacchetto di semplificazioni amministrative davvero eccezionale, che hanno consentito una forte accelerazione degli interventi in materia di edilizia scolastica, semplificazioni modellate sul c.d. “modello Genova”. I primi riscontri che ci vengono anche da interlocuzioni con UPI e ANCI sono confortanti. In particolare, proprio al fine di rispettare le tempistiche indicate è stata riconosciuta ai Sindaci e ai Presidenti di Province e di Città metropolitane la possibilità di operare come Commissari straordinari, nonché di avvalersi di specifico supporto tecnico, anche esterno alle proprie amministrazioni. Quest’ultima disposizione favorisce, specificamente, gli enti locali di minori dimensioni, i quali, non sempre, hanno nel proprio apparato le professionalità tecniche necessarie per seguire lo svolgimento degli appalti. Da ultimo, rappresento che il Ministero, con l’avviso pubblico del 10 maggio scorso, ha prorogato al 20 giugno 2023 il termine per l’aggiudicazione dei lavori, inizialmente fissato al 31 maggio 2023, in tal modo riconoscendo ulteriore tempo per la conclusione delle procedure amministrative a beneficio dei comuni. Quanto fin qui illustrato dimostra che – ben diversamente da chi ritiene che sia stato proposto un taglio di risorse – stiamo, invece, lavorando con determinazione per gestire in maniera sinergica ed efficiente tutte le risorse messe a disposizione, alle quali, peraltro, abbiamo aggiunto, proprio nel settore dell’edilizia scolastica, un ulteriore miliardo e 200 milioni di euro non PNRR e non preventivato dal precedente governo.
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Ringrazio la senatrice Minasi per consentirmi di chiarire un punto a mio avviso molto importante e molto delicato. Innanzitutto, voglio precisare che la grande maggioranza delle Regioni ha votato a favore della nostra proposta di dimensionamento, aggiungo pure che la regione Abruzzo ha accolto favorevolmente i chiarimenti che noi abbiamo dato e quindi credo che da questo punto di vista il problema si sia risolto. In realtà noi stiamo attuando una disposizione PNRR, una disposizione che prevede il dimensionamento come milestone e che quindi noi abbiamo dovuto in qualche modo organizzare. Se noi avessimo seguito la normativa vigente, normativa che come lei giustamente sottolineava, è una normativa rigida che non consente alle Regioni alcuna possibilità di intervento e di modellare sulle necessità del territorio il dimensionamento, avremmo avuto 149 istituzioni scolastiche in meno. Voglio subito fare chiarezza anche su un altro punto. In Italia ci sono oggi 40mila plessi scolastici, cioè 40mila edifici in cui ci sono insegnanti, studenti, banchi, arredi, personale. Nessuno di questi 40mila plessi scolastici verrà chiuso. Quindi sono si tratta di chiudere scuole, si tratta soltanto di razionalizzare le istituzioni giuridiche. Faccio un esempio molto concreto: oggi esiste una scuola che si chiama Leopardi e un’altra che si chiama Manzoni. La scuola Manzoni è retta dallo stesso preside, in molti casi, che regge il Leopardi. Questo perché in Italia ci sono ben 860 reggenze. 860 reggenze vuol dire che lo stesso dirigente scolastico è costretto a fare due bilanci, due pubblicità di atti, due contrattazioni e via dicendo. Noi andiamo a eliminare le reggenze, noi andiamo a concentrare, a razionalizzare, facendo sì dunque che l’offerta sul territorio sia la più coerente possibile. Le risorse risparmiate saranno tutte reinvestite nella scuola e questo è un primo punto. Non solo, ma proprio aver dato alle Regioni al di là di qualsiasi numero prefissato, la possibilità di strutturare l’offerta sul territorio consentirà di tenere in considerazione le aree di montagna, le aree disagiate e quindi di modellare la strutturazione delle istituzioni scolastiche a seconda delle esigenze dei singoli territori.
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Innanzitutto, desidero esprimere, anche in questa sede, la mia personale, vicinanza alla professoressa Condò, dalla quale mi ero subito recato, per comprendere personalmente le sue condizioni. Al di là della gravità e specificità di questo episodio, affiora, come è stato giustamente sottolineato, un diffuso malessere nei giovani, acuito, da ultimo, dal contesto pandemico e dal conseguente confinamento che ha interrotto quella relazione interpersonale che è fondamentale nello sviluppo educativo. Io credo profondamente nella scuola, proprio come comunità umana, comunità educante, che è appunto strategica per lo sviluppo, anche psicologico, dei nostri ragazzi. A fronte di questo quadro credo che occorra, innanzitutto, ricreare nelle scuole un clima di serenità, per valorizzare proprio quella comunità educante impegnata ogni giorno a sostenere e sviluppare i talenti di ogni ragazzo, ponendo particolare attenzione alla personalità del singolo perché viva il suo processo di crescita senza che questo generi situazioni conflittuali. Va pertanto visto con favore il rafforzamento di forme di sostegno psicologico a favore della comunità scolastica, soprattutto per quegli studenti che manifestino particolari forme di disagio: a tale riguardo lavoreremo, insieme con il Ministero della Salute e ovviamente con il Parlamento, presso il quale già insistono diverse proposte di legge, affinché vengano definite soluzioni di sistema, e non episodiche come quelle disposte in seguito alla pandemia. Ho inoltre convocato le associazioni dei genitori, ho chiesto di discutere insieme con noi misure per costruire quella grande alleanza che deve unire famiglie, docenti, studenti, mondo della scuola in generale. Al fine di intervenire in modo efficace su alcune manifestazioni specifiche di questo disagio, è innanzitutto necessario avere un quadro preciso del fenomeno: per questo motivo, ben prima di questo ultimo episodio, avevamo già deciso di realizzare sia il tavolo di lavoro per affrontare i temi del bullismo a scuola, sia una specifica banca dati per comprendere i reali numeri delle aggressioni ai docenti e al personale della scuola. È chiaro che la delicatezza e la diffusione della problematica, richiedono una molteplicità di azioni – molte delle quali sono già in essere – tutte convergenti al fine di intercettare e arginare comportamenti a rischio da parte degli studenti. Anche quella personalizzazione della didattica a cui Lei faceva riferimento, e la ringrazio, che noi abbiamo voluto incarnare nella figura del docente tutor, del docente orientatore, può certamente dare un contributo importante. Tra queste rientra appunto l’investimento che stiamo mettendo in atto per questo discorso di personalizzazione che, a mio avviso, è strategico.
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La riforma organica degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy), punto qualificante del PNRR per la componente istruzione, è scaturita dalla necessità di rendere la formazione terziaria professionalizzante più attrattiva per i giovani e di arricchire l’offerta formativa anche in risposta alle esigenze del tessuto produttivo dei territori e delle nuove prospettive del mondo del lavoro e dell’economia. Ciò premesso, per l’attuazione della riforma il PNRR ha previsto un investimento di 1,5 miliardi di euro. Per il riparto di queste risorse il Governo ha avviato, da subito, un confronto con le Regioni, recuperando le distanze che si erano registrate, in precedenza. Sono stati, così, subito ripartiti i primi 500 milioni per potenziare i laboratori già esistenti e realizzarne di nuovi, al fine di aumentare il numero dei percorsi e incrementare le iscrizioni, con riserva del 40 per cento agli ITS Academy presenti nelle regioni del Mezzogiorno. Inoltre, il 26 maggio scorso è stato approvato anche l’ulteriore decreto di riparto di 700 milioni di euro per incrementare l’offerta didattica e favorire una maggiore partecipazione delle aziende ai processi formativi. Quanto alle questioni specifiche poste dall’interrogazione, faccio presente che la legge di riforma n. 99 del 2022 estende già agli ITS Academy la normativa in materia di riscatto degli anni di studio ai fini pensionistici. In merito al collegamento più organico e strutturato tra il percorso della formazione terziaria non universitaria e il sistema terziario accademico, ricordo che la medesima legge prevede, a tal fine, l’adozione di un decreto interministeriale MIM-MUR: sarà, pertanto, in quella sede che il Ministero punterà a valorizzare e agevolare i passaggi tra ITS Academy e Università. Inoltre, relativamente al riconoscimento del valore legale del diploma per la partecipazione a concorsi pubblici, la legge vigente prevede che i diplomi di quinto e di sesto livello EQF costituiscano titolo per l’accesso ai concorsi per insegnante tecnico-pratico. Infine, con successivo decreto MIM-MUR sarà stabilità la tabella di corrispondenza dei titoli e i crediti riconoscibili. Concludo rassicurando che questo Governo crede fortemente nell’attuazione della riforma degli ITS Academy e che, dunque, agirà, anche attraverso i numerosi provvedimenti attuativi ancora previsti, affinché sia rafforzata l’attrattività di tali percorsi a beneficio dell’accrescimento delle competenze dei relativi studenti e, al contempo, a vantaggio della complessiva competitività del sistema produttivo del nostro Paese.