Da Catanzaro a Milano, la storia di Giulia: in classe come docente nella scuola frequentata dal padre 50 anni prima

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Una storia particolare che intreccia due città, Milano e Catanzaro e una famiglia, quella di Giuseppe e Giulia, padre e figlia. La vicenda è raccontata da Il Giorno.

Il padre è nato a Milano nel 1961 da genitori calabresi, ha frequentato alla fine degli anni Sessanta la scuola primaria di Crescenzago, nell’hinterland milanese. Negli anni ’80 Giuseppe tornò in un paese di tremila abitanti in provincia di Catanzaro per lavoro e amore, dove formò la sua famiglia. Cinquant’anni dopo, sua figlia Giulia, 27 anni, è diventata insegnante nella stessa scuola in cui il padre aveva studiato.

Giulia, dopo la laurea in Scienze della Formazione, si è trasferita a Milano tre anni prima, ma non si aspettava di finire proprio nella scuola dove il padre aveva studiato. Quest’anno, dopo aver insegnato matematica, è diventata insegnante di sostegno proprio alla Perasso e ne è molto felice.

Al Giorno, Pino ricorda i suoi anni di scuola e come il mondo sia cambiato. Ricorda le giornate trascorse giocando a bocce durante l’intervallo, le gare a chi urlava “macchina” per primo quando passava un’auto, e i pomeriggi passati a Crescenzago tra i palazzi. Per Pino a scuola, ai suoi tempi, c’era più rispetto e soprattutto faceva sognare. Il consiglio che dà a sua figlia è di non smettere mai di sognare, perché solo così potrà far sognare i suoi studenti.

Per Giulia, insegnare è il lavoro della sua vita e non farebbe altro. Anche da bambina aveva sognato di fare la veterinaria o la scienziata, ma alla fine ha scelto di diventare insegnante perché ama aiutare i bambini a crescere e a sviluppare il loro potenziale.

La vita, a Milano, però, non è facile: “Durissimo per le spese, a scuola invece mi sono trovata benissimo. Ho avuto l’appoggio di mia cugina per il primo mese. A Cosenza avevo affittato una stanza con altre studentesse e pensavo di fare lo stesso. Mai mi sarei immaginata che fosse così complicato. E i prezzi: 500, 550, 600 euro per una stanza piccolissima, senza bagno né balconi. E il primo stipendio arriva a dicembre”.

E ancora: “Gli insegnanti che vivono a Milano fanno davvero fatica. A volte penso che un aumento territoriale, viste le spese diverse, ci starebbe. Al tempo stesso, però, penso che per responsabilità e carichi di lavoro l’aumento andrebbe esteso a tutti”.

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