Da Bruxelles chiedono il salario minimo e di adeguare il potere di acquisto al caro vita. Anief è d’accordo: facciamolo subito nel nuovo contratto

Anief- Anche il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni rilancia il salario minimo: in un’intervista alla Stampa dichiara che “il tema della perdita del potere d’acquisto degli stipendi e dell’aumento delle diseguaglianze non può essere ignorato: serve il salario minimo, vanno garantiti diritti ai lavoratori”.
Gentiloni parla anche dell’inflazione: secondo lui “frenerà nel 2023, ma il tema” degli stipendi troppo bassi “oggi è ineludibile. Tocca a parti sociali e governi affrontarlo. Anche qui il Pnrr avrà un ruolo decisivo”. Anche il commissario Ue, Nicolas Schmit, esponente del Lussemburgo che ha la delega al lavoro, riporta Il Fatto Quotidiano, dice a Rai Radio1, come fa Gentiloni, che “sono il governo e le parti sociali in Italia a dover decidere dell’importanza di introdurre un salario minimo”. Sull’inflazione, Schmit dice che “ci vuole dialogo sociale” il Governo deve “mettere insieme le parti sociali per discutere dell’aumento dei salari. Il potere d’acquisto deve restare a un livello valido. Non possiamo ignorare che molti lavoratori stanno soffrendo per il carovita”.
Anche Anief reputa giusto chiedere di rispettare il salario minimo: “L’occasione giusta per farla – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief a due giorno dal nuovo incontro tra le organizzazioni sindacale e la parte pubblica presso l’Aran – è il rinnovo del contratto ormai scaduto da 41 mesi: per il personale del comparto Istruzione e Ricerca equivale al recupero di ulteriori 3,5 punti di inflazione nell’ultimo anno, oltre alle risorse già stanziate e altri 7 punti rispetto al costo della vita certificato negli ultimi 15 anni. Se nel 2018 si è sottoscritto un contratto collettivo nazionale con un incremento del 3,48%, dopo 10 anni, perché non si dovrebbe firmare adesso per dare il 3.78% in più dopo 4 anni?”.