Da bocciata a docente, nella stessa scuola: la mia rivincita. Lettera

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Inviato da Stefania Conte – Scrivo questa lettera perché ho voglia di raccontarti una storia, perché dimostra che nulla è impossibile e che i sogni, a volte, si realizzano. Anni fa, a 18 anni, venni bocciata all’esame di maturità.

Oggi, sono tornata in quella stessa scuola, non più da studentessa, ma da insegnante. Ricordo ancora nitidamente ogni angolo di quell’istituto che frequentavo da adolescente, lo stesso indirizzo di studio, ma ora dalla parte opposta della barricata: professoressa di filosofia. Ironia della sorte, proprio la scuola che mi aveva giudicata immatura, respinta in un caldo giorno di luglio, infliggendomi la sofferenza di una bocciatura. Una commissione di professori esterni, che non conoscevano il mio percorso di studi, pur positivo e con una buona media, mi aveva valutata non ammessa.

Oggi, percorro gli stessi corridoi, ma per spiegare il pensiero dei filosofi, trasmettere amore e passione, cercando di accendere la scintilla in ogni studente. E proprio qui, in questa scuola, provo la gioia di una rivincita, finalmente raggiunta. La vita, a volte, offre l’opportunità di dimostrare a se stessi che una valutazione scolastica non è sempre veritiera, che un voto non è per sempre e non sempre corrisponde al proprio potenziale. Questa è la mia storia, che racconto con orgoglio ai miei studenti, affinché continuino a credere che la scuola non è un’azienda che seleziona, penalizza o giudica, ma uno spazio che aiuta a emergere, a realizzare il capolavoro che ognuno ha dentro di sé.

Voglio che i miei alunni sappiano che non bisogna mai rinunciare ai propri sogni, che bisogna perseverare e lottare, perché nulla è impossibile. Anche da una sconfitta, come una bocciatura, si può rinascere più forti, resilienti e consapevoli. È fondamentale ricordare, soprattutto agli educatori, che gli studenti non sono numeri, ma persone con una storia, un percorso che va compreso e valorizzato prima di essere sanzionato o giudicato. Oggi, brindo alla vita che mi ha sorpresa, ripagandomi delle sofferenze provate, proprio nella scuola in cui ora insegno.

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