Da 600 a 1400 alunni, una scuola di Roma fa ricorso al Tar contro il dimensionamento scolastico: “La Regione è irremovibile, lo impone il Ministero”

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L’Istituto comprensivo Alberto Sordi di Roma impugna il dimensionamento scolastico. Dopo Regioni e Comuni, anche i singoli istituti si ribellano alla riorganizzazione della rete scolastica.

Come segnala Ansa, Genitori e docenti, delusi dall’incontro in Regione, hanno annunciato il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale. L’obiettivo è bloccare l’accorpamento che porterebbe la popolazione scolastica da 640 a quasi 1400 studenti, ben oltre il limite regionale di 1200 allievi. La scuola, forte della crescita delle iscrizioni negli ultimi anni, rivendica la propria capacità di inclusione e la costruzione di una comunità educante a misura di territorio.

La Regione irremovibile: “Il Ministero lo impone”

“La Regione non ha mostrato alcuna volontà di tornare sui propri passi”, denunciano i rappresentanti del Consiglio d’Istituto. L’assessore Schiboni, secondo quanto riportato, avrebbe giustificato la linea intransigente con le richieste ministeriali, ribadendo la necessità di proseguire con gli accorpamenti “senza se e senza ma”. Un atteggiamento che ha spiazzato la delegazione della scuola, fiduciosa in un dialogo costruttivo. “Ci saremmo aspettati maggiore conoscenza della realtà”, commentano amareggiati, sottolineando il malcontento delle famiglie. Il timore è che un’eventuale retromarcia della Regione crei un precedente, aprendo la strada a numerose altre contestazioni.

La scuola non si arrende: “Pronti alla battaglia legale”

Di fronte al muro eretto dalla Regione, l’istituto Alberto Sordi ha deciso di non arrendersi. “Abbiamo comunicato con franchezza la nostra intenzione di ricorrere al Tar”, spiegano i rappresentanti, delusi dalla mancanza di apertura al dialogo. La battaglia legale si preannuncia complessa, ma la scuola è determinata a difendere la propria autonomia e la qualità dell’offerta formativa

Cosa si prevede con il dimensionamento

Il dimensionamento scolastico, previsto dal PNRR e approvato con l’ultima legge di bilancio, comporterà una riorganizzazione della rete scolastica, con l’accorpamento di istituti e possibili ripercussioni su personale e studenti. L’obiettivo dichiarato è ottimizzare le risorse, accorpando istituti con un basso numero di iscritti.

Meno dirigenti, più studenti

Entro il 2027, si stima una riduzione di 627 unità tra dirigenti scolastici e personale di segreteria. Il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri, spinge le Regioni ad attuare il dimensionamento, offrendo in cambio alcune agevolazioni. Tra queste, la possibilità di formare classi anche con un numero di alunni inferiore al minimo previsto e la salvaguardia del contingente ATA per l’anno scolastico 2025/26.

Cosa cambierà concretamente? Sebbene sedi e corsi di studio non vengano intaccati, la gestione degli istituti sarà accorpata. Un singolo dirigente scolastico, coadiuvato dal proprio DSGA e dalla segreteria, si troverà a coordinare più scuole, talvolta distanti tra loro, con un conseguente aumento del carico di lavoro. Si parla di numeri importanti: 300-400 tra docenti e personale ATA, e oltre 2-3 mila studenti, con le relative famiglie. Una sfida organizzativa non indifferente, che solleva interrogativi sulla qualità della gestione e sul benessere del personale scolastico.

Regioni al lavoro: incentivi per chi rispetta le scadenze

Per incentivare le Regioni a procedere speditamente, il Governo ha previsto delle misure specifiche per chi rispetterà le scadenze. Oltre ai vantaggi già citati, le Regioni virtuose potranno nominare un docente vicario per le scuole interessate dal dimensionamento. Resta escluso dal provvedimento il Friuli Venezia Giulia, con le sue due scuole slovene. L’obiettivo è garantire un avvio regolare del prossimo anno scolastico, pur in un contesto di profonda trasformazione del sistema scolastico.

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