Da 2 anni tredicenne non va a scuola: ogni mattina febbre a 40°. La madre: “Fobia scolastica, patologia certificata”

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Da 2 anni non va a scuola perchè ogni mattina ha la febbre alta. Per quale motivo: fobia scolastica. Dopo tante visite specialistiche a fare una diagnosi è stata una neuropsichiatra dell’ospedale di Padova.

La storia è raccontata da Il Gazzettino e secondo l’esperta tale patologia non sarebbe altro che una variante dell’ansia sociale che riguarda tra l’1% e il 5% dei ragazzi, soprattutto nelle tre fasi di passaggio: l’entrata alle elementari (5-6 anni), il passaggio alle scuole medie (10-11 anni) e il primo anno delle superiori (13-14 anni).

Ma cosa avrebbe scatenato ciò in questa studentessa di 13 anni? Il bullismo subito in precedenza, già in prima media, quando il suo fisico, alto e formoso, aveva generato scherzi e battute prima insulti e molestie dopo.

Nonostante avesse cambiato scuola e fossero cessati gli episodi di bullismo, la ragazzina ha iniziato a svegliarsi ogni mattina con febbre 40-41°, solo dal lunedì al venerdì.

La madre della ragazzina spiega che si tratta di “una patologia certificata e dovrebbe avere diritto a un educatore, che la accompagni a scuola e la segua durante le lezioni, e un insegnante di sostegno”.

“Il Servizio infanzia adolescenza – spiegano dall’Ulss 3 Serenissima – e famiglia si è offerto subito di valutare la minore e ha pianificato per lei un percorso di cura, a cui la famiglia finora non ha aderito. Ha comunque accolto l’indicazione scritta del neuropsichiatra: l’azienda sanitaria ha prodotto così un certificato che attesta una disabilità, così come diagnosticato dallo specialista esterno, e che è funzionale all’attivazione, che compete al Ministero dell’istruzione, di un insegnante di sostegno che possa affiancare la minore nel corso delle lezioni scolastiche a venire. Come detto alla famiglia, il Servizio dell’Ulss 3 si mette a disposizione della presa in carico e della cura della minore per aggiungere, dopo scrupolosa valutazione del caso, ogni altra idonea misura di supporto quotidiano prevista dalle normative e attivabile con le risorse a disposizione”.

La madre però non sembra soddisfatta: “È troppo poco, lei ha bisogno di un’assistenza continua – aggiunge – ora ha gli esami di terza media, sto pagando io una psicologa privata che la accompagni a scuola e resti con lei. Comune e Ulss dicono di non avere questa figura a disposizione”.

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