Cruciale per noi educatori aprire il cuore ai nostri studenti. Lettera

Inviata da Simone Billeci – In questi giorni estivi, ho avuto il privilegio di dedicarmi alla lettura di diversi testi di Umberto Galimberti e Paolo Crepet. Le loro riflessioni profonde e stimolanti mi hanno portato a interrogarmi su un tema di grande rilevanza per il mondo dell’istruzione: gli aspiranti colleghi insegnanti si stanno davvero preparando a scommettere sul loro futuro e possibile insegnamento, consapevoli che la mente degli studenti non si apre se non si apre loro prima il cuore?
Galimberti e Crepet, con le loro visioni diverse ma complementari, ci offrono spunti preziosi per comprendere il ruolo dell’educatore nella società contemporanea. Galimberti sottolinea l’importanza dell’educazione emotiva e della formazione del carattere, mentre Crepet mette in luce la necessità di un rapporto autentico e significativo tra insegnante e studente. Entrambi convergono su un punto fondamentale: l’educazione non può ridursi a un semplice trasferimento di conoscenze, ma deve essere un processo umano e relazionale.
Leggendo questi autori, mi sono reso conto di quanto sia cruciale per noi educatori aprire il cuore ai nostri studenti. In un’epoca in cui la tecnologia e la standardizzazione rischiano di spersonalizzare l’educazione, è essenziale riscoprire il valore delle relazioni umane. Un insegnante che si limita a trasmettere nozioni non potrà mai suscitare nei suoi studenti la curiosità, la passione e la voglia di imparare. Solo un insegnante che sa entrare in sintonia con i suoi alunni, che li ascolta e li comprende, può davvero fare la differenza.
Questo mi porta a riflettere su come stiamo formando i nostri futuri insegnanti. I programmi di formazione spesso privilegiano l’acquisizione di competenze tecniche e metodologiche, trascurando la dimensione emotiva e relazionale dell’insegnamento. Ma come possiamo aspettarci che gli insegnanti ispirino i loro studenti se non sono preparati a costruire relazioni significative con loro?
Galimberti ci ricorda che l’educazione è innanzitutto un atto d’amore. Amare i propri studenti significa credere in loro, sostenerli nei momenti di difficoltà e gioire dei loro successi. Significa anche essere disposti a mettersi in gioco, a mostrare la propria vulnerabilità e a riconoscere che l’insegnamento è un processo reciproco, in cui anche noi impariamo dai nostri studenti. Crepet, dal canto suo, sottolinea l’importanza dell’autenticità nel rapporto educativo. Gli studenti percepiscono immediatamente se un insegnante è sincero e se realmente si interessa a loro. Un rapporto autentico è la base per costruire un ambiente di fiducia e rispetto, in cui gli studenti si sentano liberi di esprimersi e di esplorare.
Riflettendo su queste letture, mi è chiaro che dobbiamo fare di più per preparare gli aspiranti insegnanti a questa dimensione dell’educazione. È fondamentale che nei programmi di formazione si dia spazio all’educazione emotiva, alla gestione delle relazioni e alla comprensione delle dinamiche psicologiche degli studenti. Dobbiamo insegnare ai futuri educatori che la chiave per aprire la mente degli studenti risiede nell’aprire prima il loro cuore.
In pratica, questo significa creare opportunità di formazione in cui gli insegnanti possano sviluppare le loro competenze emotive e relazionali. Significa anche promuovere una cultura scolastica in cui le relazioni umane siano valorizzate e riconosciute come fondamentali per l’apprendimento. Le scuole dovrebbero essere luoghi in cui gli studenti si sentano accolti, rispettati e sostenuti nel loro percorso di crescita personale e intellettuale.
Concludo questa mia riflessione con la speranza che, attraverso un impegno condiviso, possiamo contribuire a creare un futuro dell’istruzione che sia veramente a misura d’uomo. Un futuro in cui ogni studente possa sentirsi accolto, compreso e ispirato a dare il meglio di sé. Ringrazio Galimberti e Crepet per le loro illuminanti riflessioni, e voi, cari lettori di Orizzonte Scuola, per l’attenzione e per il prezioso lavoro che svolgete nella promozione di un dibattito costruttivo sui temi dell’istruzione.