Crisi di governo, Conte chiede la fiducia al Senato: “Abbiamo investito sulla scuola, rafforzando gli organici, la digitalizzazione e l’edilizia scolastica”
Dopo la fiducia ottenuta alla Camera dei deputati nella serata del 18 gennaio, oggi il verdetto finale al Senato: il premier Giuseppe Conte dovrà convincere i senatori a non staccare la spina a questo Governo. E l’impresa non sarà semplice. Dalle 9,30 l’audizione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in Senato. In serata il voto finale.
Passa infatti dal Senato oggi quella “strada stretta”, paventata ieri da Nicola Zingaretti, che si trova davanti a Giuseppe Conte e che si concretizza nell’obiettivo di andare oltre una quota di sì alla fiducia che, al momento, si attesterebbe tra i 152 e i 155 voti, ottenuti considerando anche quelli dei senatori a vita.
Il programma della giornata e la tempistica prevista: 9.30-10.30 discorso di Conte; 10.30-16.30 discussione generale; 16.30-17.30; pausa 17.30-18.00; replica di Conte 18.00-19.30; dichiarazioni di voto 19.30-20.30 voto.
Le dichiarazioni di Giuseppe Conte
Conte in apertura ricorda Emanuele Macaluso, senatore a vita morto proprio nelle scorse ore: “Anche chi non ne ha condiviso le idee può convenire che sia stato un grande protagonista della vita politica e culturale italiana”.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ripercorre al Senato la traccia del suo intervento di apertura di ieri alla Camera, nella prima parte del suo discorso.
“Abbiamo operato sempre le scelte migliori?Abbiamo assunto sempre le decisioni più giuste? Ciascuno esprimerà le proprie valutazioni. Siamo nell’opinabile”
Di fronte alla pandemia il governo ha dovuto “operare delicatissimi, faticosissimi, bilanciamenti dei principi e dei diritti costituzionali. In questi mesi cosi’ drammatici, pur a fronte di una complessità senza precedenti, questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo – certamente anche con fatica – convergenza di vedute e risolutezza di azione, anche nei passaggi più critici“.
“Abbiamo coltivato – sottolinea – un costante e serrato dialogo con tutti i livelli istituzionali, a partire dalle Autorità regionali sino a quelle comunali, nella consapevolezza che solo praticando indefessamente il principio di “leale collaborazione” sarebbe stato possibile perseguire strategie di intervento efficaci, considerato – a tacer d’altro – che le competenze in materia di gestione sanitaria sono rimesse primariamente alle Regioni“.
Conte si sofferma anche sugli investimenti per scuola e università: “Registriamo un aumento del 6,7% degli immatricolati nelle università del sud“, sottolineando come questo Governo abbia investito su scuola e università, “rafforzando organici, la digitalizzazione e l’edilizia scolastica“.
“Abbiamo introdotto e portato a regime, fino al 2029, per la prima volta, la fiscalità di vantaggio per tutte le imprese che operano nel Mezzogiorno, con un taglio dei contributi previdenziali del 30% per i primi 3 anni e poi a calare. Noi non siamo meridionalisti per vocazione intellettuale, se non corre il Mezzogiorno non corre l’Italia“.
“Con la pandemia, con la sua sofferenza, il Paese si è unito. Si è elevato il senso di unita’ del governo, si sono elevate le ragioni dello stare insieme“.
E’ “molto complicato governare con chi dissemina mine“. Con chi “ti accusa di immobilismo e di correre troppo, di non decidere e di decidere troppo: è davvero difficile governare in queste condizioni“.
“Adesso bisogna voltar pagina. Questo Paese merita un governo coeso, dedito a tempo pieno a lavorare esclusivamente per il benessere dei cittadini e per favorire una pronta ripartenza della nostra vita sociale e una incisiva ripresa della nostra economia“, dice il premier Conte.
Inoltre, “il piano di distribuzione dei vaccini sta procedendo spedito. Siamo i primi nell’Unione europea, ma dobbiamo continuare a lavorare con la massima determinazione, in attesa che si rendano disponibili i nuovi vaccini e di potere sperimentare le nuove terapie monoclonali. Nei prossimi mesi sarà importante rafforzare la politica di testing“.
Un deciso lavoro sulla “inclusione sociale“, sui “caregiver“, sulle politiche per i “disabili e le loro famiglie“.
“Servono un Governo e forze parlamentari volenterose, consapevoli delle difficoltà che stiamo attraversando e della delicatezza dei compiti, servono donne e uomini capaci di rifuggire gli egoismi e di scacciare via la tentazione di guardare all’utile persona. Servono persone disponibili a riconoscere l’importanza della politica. La politica è la più nobile tra le arti e tra i saperi, se indirizzata al benessere dei cittadini. Quando la politica si eclissa questa istanze rischiano di essere ai margini o, peggio di sfociare in rabbia o nello scontro violento“.
“Chiediamo un appoggio limpido, un appoggio trasparente, che si fondi sulla convinta adesione a un progetto politico. Certo i numeri sono importanti, oggi lo sono ancor di piu’. Questo e’ un passaggio fondamentale nella vita istituzionale del nostro Paese ed e’ ancora piu’ importante la qualità del progetto politico“.
Ieri il premier ha incassato l’ok della Camera: 321 i sì. I contrari sono stati 259. 27 astenuti.
Conte ottiene la fiducia alla Camera: 321 deputati dicono sì. I no sono 259 [VIDEO]
Un dato importante da considerare in sé ma che non basta: la salute di un governo dipende da un margine di maggioranza che lo metta al riparo da affanni non solo e non tanto in Aula ma anche nelle varie Commissioni, dove più spesso si rischiano incidenti, a volte dagli esiti imprevedibili. Tutto ciò, però, va incrociato ad altri numeri, quelli di chi voterà contro la fiducia al governo, o si asterrà.
Scelta, quest’ultima, che potrebbe fare la differenza e che marcherà nel concreto la distinzione di Iv dopo lo strappo deciso da Renzi.