Crepet smaschera il calcio viziato: “Il problema parte dai banchi di scuola. Gli insegnanti non educano più come si faceva un tempo”

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Lo psichiatra Paolo Crepet offre una prospettiva inedita sulla recente deludente prestazione della nazionale italiana di calcio, puntando il dito non solo sui giocatori, ma anche sul sistema educativo che li ha formati.

Intervistato da Cityrumors.it, Crepet ha sottolineato come il problema vada oltre il semplice risultato sportivo, radicandosi in un contesto sociale più ampio che coinvolge la formazione dei giovani atleti sin dai primi passi nel mondo del calcio.

“Uno dei problemi maggiori sono anche gli allenatori, gli insegnanti sin dai ragazzini che non educano più come si faceva un tempo,” afferma Crepet, evidenziando una criticità nel percorso formativo dei giovani calciatori. Secondo lo psichiatra, la mancanza di una solida educazione al sacrificio e all’impegno si riflette poi nelle prestazioni in campo e nell’atteggiamento generale dei giocatori.

Crepet racconta un aneddoto significativo: “Basta vedere che i ragazzi adesso non si portano più il borsone come si faceva anni fa o non restano ad allenarsi sui campi più del necessario.” Queste “piccole cose”, secondo l’esperto, sono indicative di un cambiamento culturale più profondo che ha radici nella formazione ricevuta fin da giovani.

Lo psichiatra critica un sistema che, a suo avviso, non insegna più il valore del sacrificio e dell’impegno extra, creando una generazione di atleti che “hanno tutta la pappa pronta”. Tale approccio, secondo Crepet, si traduce in una mancanza di grinta e determinazione sul campo, come dimostrato nella recente partita contro la Svizzera.

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