Crepet: “Riscrivere le fiabe? Un’idiozia! La vita è fatta anche di dolore e sconfitta”. L’appello contro la cancel culture

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Paolo Crepet, psichiatra, sociologo e saggista, noto per le sue posizioni spesso provocatorie, torna in libreria con un saggio-bestseller che ha già fatto molto discutere: “Mordere il cielo – Dove sono finite le nostre emozioni”.

In un’intervista a Il Libraio, Crepet analizza il malessere della società contemporanea, accusata di anestetizzare le emozioni e promuovere una pericolosa mediocrità.

“Viviamo in un’epoca che esalta la mediocrità, la coccola, la moltiplica”, afferma Crepet. “Ma è proprio questo il modo migliore per distruggere le emozioni. L’emozione risiede anche nella possibilità di perdere, di fallire. È quando si vince, quando si supera un ostacolo, che si prova la vera gioia, la soddisfazione del successo.”

Secondo Crepet, la tecnologia, e in particolare l’intelligenza artificiale, incarna perfettamente questa deriva verso la mediocrità. “L’intelligenza artificiale è una mediocrità artificiale”, sentenzia. “Un genio come Jackson Pollock non sarebbe mai nato dall’IA. Certo, qualcuno potrebbe obiettare: ‘E chi se ne importa di Pollock?’. Ma è proprio questo il punto: accontentarsi di opere d’arte create dall’IA significa rinunciare alla ricerca del capolavoro, alla sua unicità e originalità. Come può un inventore di mondi surreali e straordinari emergere da algoritmi che premiano la ripetitività?”

Crepet critica anche la tendenza a riscrivere le fiabe classiche, privandole del loro carico emotivo. “Leggere Collodi a un bambino significa nutrirlo di emozioni attraverso le avventure di Pinocchio, l’intervento della fata, l’angoscia di Geppetto”, spiega. “Togliere il pathos, il dolore, il dramma della sconfitta, la possibilità che le cose possano andare male, significa svuotare le fiabe del loro significato profondo. La vita vera è come ce la raccontano le fiabe, non come vorrebbero farcela apparire.”

Parlando del caso del bacio del principe a Biancaneve, che alcuni negli Stati Uniti vorrebbero censurare perché “non consensuale”, Crepet non usa mezzi termini: “Oltre all’idiozia della cancel culture, questo dimostra che non ci baciamo più, non ci abbracciamo più. Biancaneve diventa fuori contesto. Il principe non deve baciare la sua amata, ma al massimo inviarle un’emoticon in chat. Che questo lo dica un individuo qualsiasi al bar posso anche capirlo, ma che lo sostenga un intellettuale è inaccettabile. Gli intellettuali hanno enormi responsabilità.”

Crepet si definisce una voce fuori dal coro, e lo dimostra anche con la sua netta contrarietà alla tendenza di festeggiare la maturità con fiori e spumante: “Se riempio i teatri e vendo tanti libri è perché le persone sono confuse e io non seguo la corrente. La maggior parte dei miei colleghi ha applaudito alla moda di festeggiare la maturità con euforia sfrenata. Io no.”

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