Crepet: “I nostri ragazzi sono soli e sono sole anche le famiglie. Meloni aiuti davvero i giovani”

Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, in un’intervista a La Repubblica, solleva preoccupazioni significative riguardo alla crescente fragilità dei giovani e il ruolo della solitudine in questo fenomeno.
La recente tragedia di un giovane tredicenne a Palermo riporta in primo piano il tema del disagio giovanile, una questione che Crepet ha esplorato approfonditamente.
Crepet evidenzia una costante nei suicidi giovanili: “Io scrissi un saggio sui suicidi fra i giovani trent’anni fa, in Italia se ne contavano due al giorno. Adesso i numeri non sono cambiati ma è cambiato il disagio”. Sottolinea come comportamenti estremi, quali il coma etilico e la guida pericolosa, rappresentino forme di “comportamenti che somigliano a togliersi la vita”, rivelando un aumento dell’autolesionismo e del bullismo.
“Non voglio colpevolizzare nessuno per il singolo caso, sia chiaro. Ma dietro c’è la solitudine”, afferma Crepet, evidenziando come la solitudine sia diventata un problema pervasivo nonostante l’apparente libertà e le maggiori opportunità di socializzazione. Critica l’uso eccessivo di alcol, l’isolamento tramite dispositivi digitali e il mancato sviluppo di competenze sociali effettive.
Crepet critica la didattica a distanza, sostenendo che ha esacerbato il disagio giovanile. Tuttavia, avverte contro l’uso della pandemia come scusa per occultare altre cause, come la fragilità indotta da un certo modo di crescere i figli, descrivendo le attuali pratiche educative come “pornografia educativa”.
L’intervista mette in luce la difficoltà dei giovani nel distinguere tra realtà virtuale e vita reale, contribuendo a una fragilità emotiva accentuata. La perdita di empatia e la difficoltà di relazionarsi con gli altri, secondo Crepet, sono aggravate dalla natura effimera delle relazioni online.
Crepet esprime preoccupazione per l’assenza di azioni concrete da parte dei politici. Fa riferimento a Giorgia Meloni, attuale presidente del Consiglio, e il suo precedente ruolo di ministro della Gioventù, sottolineando l’inefficacia delle politiche giovanili passate e la necessità di un cambiamento significativo.