Crepet: “I 14enni di oggi sono come i 20enni di 40 anni fa, questo è evidente anche a un ipovedente. I giovani vivono e si comportano da adulti”

Paolo Crepet offre una visione critica sull’evoluzione della gioventù e sulla situazione delle periferie, specialmente a Roma. Secondo Crepet, i giovani di oggi, già a quattordici anni, mostrano maturità e problematiche simili ai ventenni di quarant’anni fa, una condizione che risalta anche agli “ipovedenti”.
L’esperto rileva una significativa differenza rispetto agli anni Settanta, quando il contesto era segnato da terrorismo e dalla presenza della banda della Magliana. Nonostante la scomparsa di queste minacce, osserva che i giovani di oggi si trovano in uno stato di “sbandamento”, vivendo e agendo come adulti, con tutte le implicazioni negative che questo comporta.
Crepet pone l’accento sulla dispersione scolastica e sul ruolo cruciale della famiglia in queste dinamiche. Sottolinea che molti giovani coinvolti in comportamenti delinquenziali sono spesso quelli che hanno lasciato precocemente la scuola, inclusa una notevole presenza femminile.
Per Crepet, la risposta a questa tendenza non può essere solo reattiva, ma deve prevedere un intervento preventivo, con un focus particolare sulla scuola. Pur riconoscendo che lo Stato può agire sul sistema scolastico, evidenzia la difficoltà di intervenire nelle dinamiche familiari, che possono essere indagate solo in casi specifici di abbandono scolastico.
In riferimento all’aumento dell’uso delle armi tra i giovani, Crepet non dispone di dati precisi, ma attribuisce questo fenomeno a un’accresciuta percezione del pericolo. Tuttavia, avverte che la diffusione delle armi non contribuisce a ridurre l’insicurezza, ma tende piuttosto ad aumentarla. La presenza di un’arma, secondo Crepet, porta inevitabilmente al suo utilizzo, aggravando il problema della sicurezza generale.