Crepet: “È il fallimento dell’umanità. Delegare all’Intelligenza Artificiale ogni aspetto della nostra vita ci renderà automi”

Paolo Crepet prosegue il suo tour teatrale con lo spettacolo Mordere il cielo, tratto dal suo omonimo libro. Il 4 marzo, alle 21, sarà in scena al Palacongressi di Riccione (Rimini), registrando un altro tutto esaurito.
Cosa significa “Mordere il cielo”
E’, ha più volte spiegato, una appello a non piegare la testa, ma a guardare le stelle. Un invito, dunque, a non conformarsi e a mantenere viva la curiosità e la voglia di esplorare il mondo con uno sguardo libero e critico.
L’IA e l’appiattimento delle idee
Tra gli aspetti che preoccupano lo psichiatra, a proposito di conformarsi, c’è l’Intelligenza artificiale. Durante una intervista al Resto del Carlino, ha individuato nella IA un “pericolosissimo appiattimento delle idee, delle curiosità e delle scoperte”. A suo avviso, viviamo in un’epoca in cui la libertà di pensiero si sta progressivamente riducendo.
Una minaccia per l’autonomia umana. “Ci renderà come degli automi”, ha dichiarato, esprimendo la preoccupazione che le persone finiranno per delegare all’IA ogni aspetto della loro vita, con il rischio di perdere capacità critiche e decisionali. Secondo lui, questo processo rappresenta “il fallimento dell’umanità”.
Paolo Crepet ha più volte espresso preoccupazioni riguardo all’Intelligenza Artificiale (IA), sottolineando i rischi che essa comporta per la creatività e l’autonomia umana. In un’intervista, ha affermato che l’IA potrebbe “uccidere le idee” e impedire la nascita di nuove, poiché si limita a replicare modelli esistenti senza introdurre vera innovazione.
Perdita delle competenze personali e dell’arte
Crepet ha inoltre evidenziato come l’eccessiva dipendenza dalla tecnologia possa portare a una perdita di competenze personali, avvertendo che se si delega alla tecnologia la risoluzione di tutti i problemi, si rischia di non essere più in grado di affrontare nulla autonomamente.
Inoltre, ha espresso preoccupazione per l’impatto dell’IA sull’arte e sulla creatività, sostenendo che l’arte dovrebbe sorprendere e non semplicemente replicare ciò che già esiste, e che l’uso dell’IA in questo campo potrebbe portare a una standardizzazione che contrasta con l’unicità del pensiero umano.
Queste posizioni riflettono la visione critica di Crepet nei confronti dell’Intelligenza Artificiale e il suo impegno nel promuovere una riflessione sull’uso consapevole delle nuove tecnologie.