Crepet contro la musica ‘Trap’: “Trapping vuol dire trappola. Messaggio pericoloso, invito a entrare nel mondo della droga”

Paolo Crepet, ospite della 22ª puntata di PoretCast, ha espresso una posizione critica nei confronti della trap, ritenendo che il genere musicale trasmetta un messaggio negativo già a partire dal suo nome.
L’origine del termine “Trap”
Secondo lo psichiatra e sociologo, il termine trap in inglese significa “trappola” e deriva dal mondo della droga. Il termine proviene da trap house, espressione che, nel gergo degli spacciatori, indica il luogo dove vengono preparate e vendute le sostanze stupefacenti. Il verbo trapping, invece, è utilizzato per riferirsi all’attività di spaccio.
Crepet ha dunque evidenziato come il nome stesso del genere musicale, molto seguito dalle nuove generazioni, possa veicolare un messaggio pericoloso, assimilabile a un invito a entrare nel mondo della droga.
Altre critiche
Non è la prima volta che Crepet critica la musica Trap. Già in altre occasioni lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha espresso preoccupazione riguardo all’impatto della musica trap sui giovani, suggerendo che l’ascolto di questo genere possa essere correlato a comportamenti devianti.
Un gruppo di pediatri ha lanciato una campagna su Instagram per sensibilizzare genitori ed educatori sull’influenza della musica sullo sviluppo dei bambini e degli adolescenti. Nel video, i medici mettono a confronto brani di artisti italiani come Franco Battiato e Mia Martini, che trasmettono messaggi di amore e rispetto, con testi di canzoni Trap caratterizzati da violenza e rabbia. Secondo i pediatri, l’esposizione a contenuti violenti e maschilisti può influenzare negativamente lo sviluppo emotivo e sociale dei giovani, portandoli a interiorizzare modelli comportamentali distorti.
Anche da parte delle istituzioni, in più occasioni, è stata manifestata preoccupazione. Ad esempio, la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano, ha evidenziato come molti testi della musica trap contengano espressioni violente, in particolare contro le donne. L’esponente ha sottolineato l’importanza di campagne di sensibilizzazione nelle scuole per educare i giovani al rispetto e alla non violenza, esprimendo preoccupazione per la diffusione di messaggi che potrebbero vanificare gli sforzi educativi.
Un’indagine riportata da RaiNews ha rivelato che quasi il 60% dei testi delle canzoni Trap contiene espressioni violente, spesso rivolte contro le donne, oltre a riferimenti a droga e autocelebrazione. Tali contenuti hanno sollevato polemiche e richieste di censura da parte di associazioni come il Codacons, il cui presidente, Carlo Rienzi, ha proposto di bandire tali brani per proteggere i giovani da influenze negative.