Crepet: “Come state in questo mondo? Io male! Ci vuole una rivoluzione che sa di antico, un ritorno a ciò che è stato”

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Nel corso dell’incontro Mordere il cielo, Paolo Crepet ha proposto una riflessione su ciò che ha definito un tempo di “apocalisse a bassa intensità”. Il disagio esistenziale contemporaneo, a suo avviso, non si manifesta più attraverso crisi eclatanti, ma in forme silenziose e quotidiane, che interessano soprattutto le relazioni, la solitudine e la perdita di orizzonti collettivi.

Durante un incontro pubblico tenutosi al teatro Ponchielli, Paolo Crepet ha chiesto, “Come state in questo mondo? Io male“.

Intelligenza artificiale: una solitudine programmata

Tra gli scenari evocati, l’avanzata dell’Intelligenza artificiale assume un ruolo centrale. Le previsioni sul superamento dell’intelligenza umana entro il 2027 sollevano interrogativi non solo tecnologici, ma esistenziali. Secondo Crepet, il rischio non risiede solo nella sostituzione operativa dell’uomo, ma in una trasformazione culturale profonda, in cui la tecnologia diventa il mezzo attraverso cui gli individui si allontanano progressivamente dalla comunità.

Ha citato l’esempio delle trattorie, simbolo di socialità informale e quotidiana, che potrebbero scomparire in favore della consegna a domicilio: “Cibo portato a casa, poi divano, poi col cane al parco”, ha detto, illustrando una sequenza in cui la tecnologia plasma un’esistenza senza confronto, senza alterità.

Una rivoluzione che guarda all’indietro

L’altro scenario, definito da Crepet come una possibile “involuzione”, non propone un futuro alternativo, ma un ritorno indifferenziato a ciò che è stato. È una rivoluzione solo apparente, in cui si riscoprono pratiche antiche senza però restituire il loro senso originario.

Questa dinamica involutiva non rappresenta una risposta consapevole alla crisi, ma un tentativo di protezione regressiva. Come Crepet ha osservato in più occasioni nei suoi scritti, la società contemporanea tende a cercare scorciatoie emotive, evitando il rischio del conflitto, della discussione, del dubbio. In questo contesto, l’IA offre una via facile, priva di imprevisti, ma anche di stimoli.

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