Crepet boccia la DaD: “Serve solo per l’emergenza. Mi ricorda i rifugi antiaerei durante la guerra”

Lo psichiatra Paolo Crepet, parlando nel corso di un’intervista al quotidiano La Sicilia, ha parlato della Dad e degli effetti negativi che può causare se prolungata oltre l’emergenza.
Secondo Crepet, la Dad è come “I rifugi antiaerei durante la guerra, uso quest’associazione di idee per cercare di far comprendere che la Dad non può essere altro che uno strumento emergenziale di breve durata”.
“A marzo e aprile scorsi, io avevo già detto che la Dad era una vergogna e non l’ho certo detto come offesa personale, ma con argomentazioni da addetto ai lavori“, ha detto lo psichiatra nel corso dell’intervista a La Sicilia.
“Il fatto è che inizialmente la Dad è stata osannata perché per molti sembrava aver risolto la situazione e ciò creava consensi ai politici, ma poi qualcuno avrà fatto notare che difendendo ancora la Dad i consensi sarebbero andati persi, così il discorso è cambiato“.
“Per i ragazzi di prima media s’è creato un gap formativo importante che si evidenzierà nei cicli scolastici successivi”, prosegue l’esperto.
“In Italia il supporto tecnologico è ad oggi molto scarso e questo crea differenze sociali fra gli alunni, il digitale divide è in atto quindi la Dad non fa raggiungere a tutti gli studenti gli stessi risultati e ciò aumenta quella dispersione scolastica che già poneva il nostro paese in coda fra quelli europei“, dice Paolo Crepet a proposito dei problemi che hanno contraddistinto la DaD.
“E’ chiaro, aggiunge, che se gli strumenti tecnologici non funzionano bene, a livello cognitivo l’educazione viene meno. Le scuole medie inferiori sono fondamentali per la formazione dei giovani studenti, quindi la Dad di questi mesi ha creato un gap formativo e quelli che andranno in seconda media è come se non avessero fatto la prima, dunque pensiamo a quelli che andranno alle medie superiori, faranno una fatica enorme e ovviamente la qualità dell’insegnamento calerà perché i docenti si dovranno adeguare e cosa accadrà all’università?…“